"Interazioni sensoriali, quando l'udito affina la vista"
Si riteneva che l'interazione fra i sensi avvenisse sulla base di una loro scala gerarchica di "affidabilità". Uno studio rivela che queste interazioni iniziano in una fase precedente alla percezione, che sono molto più complesse di quanto pensato e che anche segnali uditivi assolutamente privi di contenuto informativo possono alterare e migliorare le capacità visive (red)
In presenza di rumore, riusciamo a capire meglio quello che ci viene detto se abbiamo la possibilità di vedere in faccia chi parla: il suo "labiale" ci aiuta, anche se lo padroneggiamo solo inconsciamente e solo quel poco che normalmente ci permette di notare il "fuori sincro" di un doppiaggio non perfetto. Ma forse non è tutto qui.
Uno studio condotto da ricercatori dell'Università della California a Los Angeles e che ha preso in esame la relazione opposta (se e quanto l'udito possa aiutare la vista) mostra infatti che questi due sensi sono così profondamente intrecciati che anche quando il suono è del tutto irrilevante per un compito, influenza comunque il nostro modo di vedere il mondo.
L'interazione fra i sensi nella percezione è ben nota, e quando le informazioni che provengono da un certo senso sono ambigue, un altro senso può intervenire e chiarirle: "la maggior parte di noi sa che l'odore influenza il gusto, però si tende a pensare che si vede ciò che si vede e che si ode ciò che si ode. Ma i risultati del nostro studio provano che i processi visivi e uditivi non sono affatto così semplici", osserva Ladan Shams, che ha diretto lo studio, ora pubblicato sulla rivista "Psychological Science" (How adding non-informative sound improves performance on a visual task).
Il fatto è che "gli scienziati finora hanno pensato che, di fronte a un compito, tutti i sensi ne producano una stima dandogli un voto e che poi questi 'voti' vengano combinati inconsciamente secondo regole che tengano conto della relativa affidabilità dei sensi. Da questa interazione nasce il modo in cui percepiamo il mondo". In realtà, le cose non stanno proprio così: "Se
pensiamo al sistema percettivo come a una democrazia in cui ogni senso è paragonabile a un votante e in cui tutti i voti sono contati (sia pure con pesi diversi) per giungere a una decisione, ciò che il nostro studio mostra è che gli elettori parlano tra loro e si influenzano l'un l'altro ben prima di ogni espressione di voto".
Per dimostrare che un certo senso può influire su un altro prima ancora che si arrivi alla percezione, i ricercatori hanno mostrato a 63 soggetti una serie di punti su uno schermo, in due fasi intervallate da una pausa. In una fase, i punti si spostavano a caso, nell'altra una parte di essi si spostava collettivamente da destra a sinistra. I partecipanti dovevano indicare in quale delle due fasi avveniva lo spostamento coerente.
In un primo esperimento, i soggetti sono stati divisi in tre gruppi. Mentre guardavano i puntini, un gruppo sentiva un suono suono stazionario nella fase casuale, e un suono che si muoveva nella stessa direzione dei punti - da destra a sinistra - nell'altra fase. Un secondo gruppo udiva il suono che si spostava da destra a sinistra in entrambe le fasi, mentre il terzo gruppo ascoltava in entrambe le fasi un suono identico che si muoveva però in direzione opposta a quella dei punti. Nelle condizioni del secondo e terzo gruppo, dato che il suono era esattamente lo stesso in entrambe le fasi, non poteva aggiungere alcuna informazione cognitivamente utile alla soluzione del problema. In esperimenti successivi venivano poi fatti ruotare i partecipanti ai diversi gruppi. Stando ai risultati raccolti, tutti avevano le migliori prestazioni quando il suono si spostava da destra a sinistra solo nella fase di movimento dei punti. Il movimento del suono opposto a quello dei punti non migliorava né peggiorava la percezione visiva ma, sorprendentemente, il suono che si spostava da destra a sinistra in entrambi i casi aiutava comunque le persone a percepire correttamente quando i punti si muovevano coerentemente da una parte all'altra. L'udito potenziava la vista anche se il suo contributo non poteva direttamente essere d'aiuto nella scelta.
MarioBon ha scritto:Ho detto e scritto più volte che quando la localizzazione della sorgente sonora viene effettuata per mezzo della vista, il cervello si risparmia di rifarla attraverso l'udito (cosa che si legge ovunque in letteratura). Evidentemente le cose sono un po' più complicate e una interazione c'è anche se, probabilmente, meno affaticante.