Le Riviste del settore Italiane e quelle Straniere.
- MarcelloDalmazia
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Le Riviste del settore Italiane e quelle Straniere.
Non so quanti di voi hanno notato il diverso atteggiamento delle Riviste Italiane del settore, rispetto a quelle Straniere, in particolare quelle Tedesche. Più volte ho notato che quelle Straniere, sono abituate a fare delle prove comparative con Elettroniche e Diffusori, stilando poi una classifica, indicando chiaramente quali ritenute le migliori. Secondo voi, perché le Riviste Italiane non adottano questo metodo riguardo Elettroniche e Diffusori...? Trovate più giusto l'atteggiamento di quelle Italiane, o quelle Straniere che stilano Classifiche...?
La musica ci insegna la cosa più importante che esista: saper ascoltare.
- Fracasso
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Re: Le Riviste del settore Italiane e quelle Straniere.
La cosa che mi sono sempre chiesto è mai possibile che non sia mai recensito un prodotto che non va o che abbia dei difetti?
Francesco Capri
- TomCapraro
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Re: Le Riviste del settore Italiane e quelle Straniere.
MarcelloDalmazia ha scritto:Non so quanti di voi hanno notato il diverso atteggiamento delle Riviste Italiane del settore, rispetto a quelle Straniere, in particolare quelle Tedesche. Più volte ho notato che quelle Straniere, sono abituate a fare delle prove comparative con Elettroniche e Diffusori, stilando poi una classifica, indicando chiaramente quali ritenute le migliori. Secondo voi, perché le Riviste Italiane non adottano questo metodo riguardo Elettroniche e Diffusori...? Trovate più giusto l'atteggiamento di quelle Italiane, o quelle Straniere che stilano Classifiche...?
Perchè il nostro, storicamente, è un paese dove si cerca un appiglio per far polemica.
A questo punto le riviste non forniscono "appigli".
Basta leggere anche i vari forum (spero non questo...anche in futuro) il primo che si azzarda a fare dichiarazioni del tipo: il mio è meglio del tuo e succede un putiferio.
Una classifica, qui da noi, la interpreterebbero in questo modo.
saluti, Tom
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Re: Le Riviste del settore Italiane e quelle Straniere.
E' una questione di rapporti di forza. Possono essere un po' indipendenti solo le riviste che vivono molto delle vendite e degli abbonamenti e poco della pubblicità.
Le riviste americane fanno prove comparative e criticano a volte i prodotti, ma quasi mai quelli americani e quelli degli inserzionisti abituali. Se un prodotto di qualche inserzionista importante non va bene semplicemente non lo provano. Proteggono l'industria locale e hanno altri introiti perchè in quel paesi c'è una base ancora vasta di utenti. Sono relativamente poco ricattabili ma comunque le stroncature sono rarissime, si parla al più di livelli variabili di entusiasmo.
Idem le tedesche e le inglesi.
Le italiane, da almeno un decennio a questa parte, hanno così pochi lettori che per sopravvivere devono arrivare al 50% di pubblicità e non si possono permettere di scontentare nessuno. Quindi in pratica sono poco più che vetrine. Tutto ciò che provano è ottimo e molto migliore del modello precedente (che naturalmente era stato presentato come fenomenale) e il prezzo è sempre basso in rapporto alla qualità, anche se si tratta di un minidiffusore con woofer da 10 cm venduto a 5000 Euro. Spesso e volentieri, l'oggetto meraviglioso si rivela una ciofeca che nel giro di sei mesi si trova scontato del 50% e ancora nessuno lo vuole.
Mettono la pagina delle misure per darsi un'aria di professionalità e scientificità ma per quanto mediocri siano i numeri si tratta sempre di parametri che "non influiscono sull'ascolto", anche se nella prova precedente della stessa rivista in cui quel parametro invece era buono hanno appena scritto che "la misura xyz è ottima e l'ascolto lo conferma".
Di conseguenza il loro valore aggiunto continua a calare e i lettori pure. Presto non saranno buone nemmeno come mezzo pubblicitario e scompariranno.
Le riviste americane fanno prove comparative e criticano a volte i prodotti, ma quasi mai quelli americani e quelli degli inserzionisti abituali. Se un prodotto di qualche inserzionista importante non va bene semplicemente non lo provano. Proteggono l'industria locale e hanno altri introiti perchè in quel paesi c'è una base ancora vasta di utenti. Sono relativamente poco ricattabili ma comunque le stroncature sono rarissime, si parla al più di livelli variabili di entusiasmo.
Idem le tedesche e le inglesi.
Le italiane, da almeno un decennio a questa parte, hanno così pochi lettori che per sopravvivere devono arrivare al 50% di pubblicità e non si possono permettere di scontentare nessuno. Quindi in pratica sono poco più che vetrine. Tutto ciò che provano è ottimo e molto migliore del modello precedente (che naturalmente era stato presentato come fenomenale) e il prezzo è sempre basso in rapporto alla qualità, anche se si tratta di un minidiffusore con woofer da 10 cm venduto a 5000 Euro. Spesso e volentieri, l'oggetto meraviglioso si rivela una ciofeca che nel giro di sei mesi si trova scontato del 50% e ancora nessuno lo vuole.
Mettono la pagina delle misure per darsi un'aria di professionalità e scientificità ma per quanto mediocri siano i numeri si tratta sempre di parametri che "non influiscono sull'ascolto", anche se nella prova precedente della stessa rivista in cui quel parametro invece era buono hanno appena scritto che "la misura xyz è ottima e l'ascolto lo conferma".
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Nicola
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Re: Le Riviste del settore Italiane e quelle Straniere.
Vi propongo un estratto da un test di un diffusore acustico da Image HiFi:
"Dopo che ho accumulato tali lodi sulle Opera Grand Callas potreste pensare:"perché uno dovrebbe spendere di più?" Bene, confrontate con i migliori trasduttori che i soldi possono comprare esse mostrano a volte delle limitazioni, più notabilmente nella parte più alta del medio dove ha la tendenza a "quark" (onomatopeico) quando spinta troppo forte. Suonate la riproduzione di un pianoforte a volume reale e potreste trovare questa aberrazione fastidiosa. Le voci femminili qualche volta soffrono dello stesso problema. E ascoltando ultra-criticamente la registrazione ad alta risoluzione di Morten Lindberg de The Hoff Ensemble's Quiet Winter Night [2L087] mette in evidenza la incapacità del diffusore di ricreare pienamente il suono di una tromba registrata in modo naturale senza un indurimento che aggiunge una non confortevole e innaturale brillantezza.
Questo dimostra:
- le riviste inglesi non si esimono dal fare critiche
- in accidentalmente si tratta di un prodotto "non inglese"
- quando serve non si fa riferimento alla categoria di prezzo
- i difetti rilevati sono quelli tipici di una amplificazione insufficiente.
A questo si aggiunga che le misure sono state fatte a un metro in asse del tweeter. Evidentemente gli inglesi hanno inventato l'HiFi ma, in quanto a misure, hanno ancora molto da imparare (per esempio dal nostro GPM).
Comprereste un diffusore con tutti quei difetti? io no.
"Dopo che ho accumulato tali lodi sulle Opera Grand Callas potreste pensare:"perché uno dovrebbe spendere di più?" Bene, confrontate con i migliori trasduttori che i soldi possono comprare esse mostrano a volte delle limitazioni, più notabilmente nella parte più alta del medio dove ha la tendenza a "quark" (onomatopeico) quando spinta troppo forte. Suonate la riproduzione di un pianoforte a volume reale e potreste trovare questa aberrazione fastidiosa. Le voci femminili qualche volta soffrono dello stesso problema. E ascoltando ultra-criticamente la registrazione ad alta risoluzione di Morten Lindberg de The Hoff Ensemble's Quiet Winter Night [2L087] mette in evidenza la incapacità del diffusore di ricreare pienamente il suono di una tromba registrata in modo naturale senza un indurimento che aggiunge una non confortevole e innaturale brillantezza.
Questo dimostra:
- le riviste inglesi non si esimono dal fare critiche
- in accidentalmente si tratta di un prodotto "non inglese"
- quando serve non si fa riferimento alla categoria di prezzo
- i difetti rilevati sono quelli tipici di una amplificazione insufficiente.
A questo si aggiunga che le misure sono state fatte a un metro in asse del tweeter. Evidentemente gli inglesi hanno inventato l'HiFi ma, in quanto a misure, hanno ancora molto da imparare (per esempio dal nostro GPM).
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Re: Le Riviste del settore Italiane e quelle Straniere.
Altra domanda che mi pongo, oltre alla tua, possibile che il nuovo modello sia sempre meglio del precedente?Fracasso ha scritto:La cosa che mi sono sempre chiesto è mai possibile che non sia mai recensito un prodotto che non va o che abbia dei difetti?
Per l'impianto audio.......... sono per il made in Italy.
Un saluto e buona musica da Massimo Ferri dalla provincia di Mantova
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Re: Le Riviste del settore Italiane e quelle Straniere.
Ma certo, ma trovami una recensione inglese di tale tenore che coinvolga un prodotto Naim o Linn, tanto per fare due nomi che in Inghliterra hanno fans molto agguerriti e suscettibili.MarioBon ha scritto:
Questo dimostra due cosa:
- le riviste inglesi non si esimono dal fare critiche
- in accidentalmente si tratta di un prodotto "non inglese"
- quando serve non si fa riferimento alla categoria di prezzo
- i difetti rilevati sono quelli tipici di una amplificazione insufficiente.
A questo si aggiunga che le misure sono state fatte a un metro in asse del tweeter. Evidentemente gli inglesi hanno inventato l'HiFi ma, in quanto a misure, hanno ancora molto da imparare (per esempio dal nostro GPM).
Comprereste un diffusore con tutti quei difetti? io no.
Anzi, certe riviste che sono chiaramente partigiane (tipo le inglesi) si possono tranquillamente leggere al contrario, se parlano male di qualcosa è perchè è particolarmente buono e fa paura agli inserzionisti di riferimento. L'esempio da te proposto è lampante.
Nicola
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Re: Le Riviste del settore Italiane e quelle Straniere.
bisognerebbe, comunque, parlare almeno una lingua straniera, per potersi fare un idea.
Altrimenti.... di cosa parliamo?
comunque, vedo che gli apparecchi vengono criticati di rado, ma i dischi, spesso, le riviste (Inglesi, Tedeschi, Olandesi ecc...) li criticano.
e non poco.....
Altrimenti.... di cosa parliamo?
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Re: Le Riviste del settore Italiane e quelle Straniere.
certo, ma la cosa mi coinvolge molto meno.sibry ha scritto:bisognerebbe, comunque, parlare almeno una lingua straniera, per potersi fare un idea.
Altrimenti.... di cosa parliamo?
Comunque, vedo che gli apparecchi vengono criticati di rado, ma i dischi, spesso, le riviste (Inglesi, Tedeschi, Olandesi ecc...) li criticano.
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Re: Le Riviste del settore Italiane e quelle Straniere.
e questo è capibile.......MarioBon ha scritto:certo, ma la cosa mi coinvolge molto meno.sibry ha scritto:bisognerebbe, comunque, parlare almeno una lingua straniera, per potersi fare un idea.
Altrimenti.... di cosa parliamo?
Comunque, vedo che gli apparecchi vengono criticati di rado, ma i dischi, spesso, le riviste (Inglesi, Tedeschi, Olandesi ecc...) li criticano.
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