TeoMarini ha scritto:
Si, lo conosco.
Però "lavora"
solamente in "fase minima" e, come ebbe a dire tanto tempo fa (l'ottimo!
) Flavio Sanders:
"l
'Antimode a mio avviso è una soluzione valida... alle basse frequenze il comportamento è prevalentemente a fase minima
(anche se non completamente http://www.roomeqwizard.com/help/help_e ... phase.html )..."
Che dire?
Il buon Sanders distingue tre situazioni: fase minima, fase non minima e fase mista.
In realtà la fase mista è una situazione di fase non minima quindi i casi sono solo due: fase minima o no.
L'ambiente non è un sistema a fase minima.
Una condizione necessaria affinché un sistema possa essere a fase minima è che il canale tra ingresso e uscita sia unico e non dispersivo. In presenza di riflessioni ci sono molteplici canali tra ingresso e uscita quindi il sistema "diffusori+ambiente" non può (fisicamente) essere a fase minima neanche facendo le più spietate semplificazioni (basta la sola diffrazione ai bordi del diffusore per distruggere la condizione di fase minima).
L'altra condizione (questa volta necessaria e sufficiente) per avere un sistema a fase minima è che il sistema stesso sia caratterizzato da una funzione di trasferimento invertibile. Ora le riflessioni danno origine a interferenza distruttiva che può annullare la pressione sonora. Dove la funzione di trasferimento vale zero il suo inverso diverge (uno diviso zero fa infinito) quindi la funzione (in presenza di interferenza) non è invertibile. L'unico ambiente dove non ci sono riflessioni e quindi interferenze è la camera anecoica (e anche quella da una certa frequenza minima in su...).
Dulcis in fundo: se il sistema "diffusori+ambiente" fosse a fase minima per aggiustare la risposta basterebbe un equalizzatore parametrico e il DRC non servirebbe a nulla. Il fatto che lo strumento più idoneo sia il DRC e non un equalizzatore sta ad indicare che il sistema non è a fase minima.
I sistemi a fase minima sono, per definizione, "equalizzabili" (basta applicare l'inversa della funzione di trasferimento).
Grazia alla proprietà di ammettere la funzione inversa, i sistemi a fase minima
conservano l'informazione nel senso che le varie componenti spettrali presenti nello stimolo, attraversando un sistema a fase minima, vengono esaltate o attenuate ma non eliminate e quindi possono essere recuperate (applicando la funzione inversa, unico limite il rumore).
E' del tutto evidente che se una informazione c'è la si può percepire, se non c'è la si deve "inventare". Da qui l'interesse per i sistemi a fase minima (la conservazione della informazione).
Poi si possono aprire due interessanti capitoli:
- il primo riguarda l'udibilità dell'eccesso di fase
- il secondo riguarda i risultati ottenibili correggendo le risonanze dell'ambiente con un equalizzatore parametrico invece che con un DRC.
Ma questa è tutta un'altra storia (che riguarda la psicoacustica).