Forse riesco a spiegare come funzione il DRC....

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TeoMarini
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Re: Forse riesco a spiegare come funzione il DRC....

#61 Messaggio da TeoMarini »

Bellissimi argomenti, ma per me rimangono due problemi di fondo, se si adopera un sistema DRC che corregge da 20 a 20.000 Hz:
1) La timbrica del diffusore cambia! Ho sentito più persone che hanno notato una variazione della risposta dei medio-alti meno gradevole rispetto all'originale. Questione di "psico-acustica? My-Fi? :?
2) Anche se trovi una regolazione ottimale nel punto di misurazione, se ti sposti nalla stanza, si percepiscono sensibili variazioni della risposta in frequenza!!!

Il fatto è che i guasti veri, dove può venire in aiuto un sistema DRC, li provoca l'accoppiata diffusore-ambiente nella gamma di frequenze al di sotto della famosa frequenza di Schroeder, anche stando attenti alla disposizione degli altoparlanti.

Anzi, secondo alcuni, un DRC dovrebbe agire solamente nell'ambito delle frequenze omni-direzionali...

Al di sopra della frequenza di Schroeder prevale il suono diretto e se lo si vuole moficare, basta usare un normale equalizzatore parametrico o a terzi di ottava: si fanno meno danni!
Ovviamente, IMHO ;)
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Proverbio Arabo
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TomCapraro
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Re: Forse riesco a spiegare come funzione il DRC....

#62 Messaggio da TomCapraro »

1) La timbrica cambia ? ovvio.
C'è da chiedersi: è più corretta (la timbrica) senza l'utilizzo del DRC, oppure dopo aver corretto (bene) un intera banda di frequenze ?
Io dico: se ben usato il DRC avvicina di molto alla timbrica "stampata" nella registrazione, ergo se la registrazione rispecchia la timbrica allora con il DRC si otterrà parecchia congruenza. (è inconfutabile poichè si migliora una funzione di trasferimento)

2) in ogni punto della stanza, anche senza drc in azione, si avvertiranno macroscopiche differenze nella risposta in frequenza (non bisogna attribuire questa "colpa" al drc)
Se giri per la stanza (ma poi perchè farlo?) oltre a percepire delle variazioni nella risposta, perdi anche il fascino di una ricostruzione scenica credibile (stereofonia)

3) che un diffusore introdotto dentro un locale chiuso possa causare "guasti" è normale, specie se il diffusore ha caratteristiche per poter riprodurre le prime ottave con sufficiente energia.

4) il DRC fa questo, agisce a fase minima + excess fase fino ad una certa frequenza, poi passa soltanto a fase minima e agisce sulla risposta in frequenza del suono diretto (medie, medioalte e alte).
Questa "incidenza" peraltro è anche parametrabile, o se si preferisce soltanto una correzione parziale basta scegliere un algoritmo quale quello che implementa Dirac Live.

5) il DRC è (oltre la frequenza di Schroeder) un equalizzatore parametrico a fase minima, parametrizzabile.

Il punto è (quello piu importante) se si scambia un sistema di correzione attivo (complesso) con un forno a microonde, perchè avventurarsi in modo temerario in queste discipline se poi si paventano errori gravi a tal punto da parlarne anche male ?

Il DRC non ha difetti! :) potrebbe averne l'operatore che si avventura alla guida di una F1 senza aver mai guidato un auto, magari dice poi che la F1 non ha tenuta di strada...dopo aver centrato un muro alla prima curva.

Il DRC (se ben usato e saputo usare) è talmente straordinario ed eccezionale da poter trasformare un impianto (ciofeca sul taccuino degli audiofili) come il mio...in qualcosa che non ha nulla da temere se comparato ai massimi sistemi dentro ambienti ottimizzati.

Aggiungo una cosa importante: da me, per esperimento (anche se è stato fatto in modo troppo veloce e poco accurato) è stato rilevato acusticamente (meglio dire registrato) il suono che esce dai diffusori (in dual mono e poi montato su una traccia stereo) previo trattamento con il DRC.
Ebbene, a momenti, se ascoltato il brano originale a confronto con la registrazione, in qualunque impianto, non si avvertivano differenze.
Visto il pesante trattamento attivo, questa cosa dovrebbe dirla lunga, vale a dire: in assenza di alterazioni non lineari (non udibilità delle stesse) prende forma il principio di sovrapposizione dei segnali. (parte lineare del sistema)
saluti, Tom
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TeoMarini
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Re: Forse riesco a spiegare come funzione il DRC....

#63 Messaggio da TeoMarini »

TomCapraro ha scritto: ...
Il punto è (quello piu importante) se si scambia un sistema di correzione attivo (complesso) con un forno a microonde...
:shock: Accidenti: e chi lo sapeva che erano due cose diverse? :?
Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità.
Disonesto chi cambia la verità per accordarla al proprio pensiero.

Proverbio Arabo
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Zapuan
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Re: Forse riesco a spiegare come funzione il DRC....

#64 Messaggio da Zapuan »

Ciao Tom, puoi spiegare meglio il punto 4)? ...cioè cosa intendi per correzione parziale?

Inoltre nel post precedente scrivi che lo sweep va registrato puntando il mic sul singolo diffusore. Nel caso di Dirac non è possibile, lo sweep dx-sx-dx è automatico e non c'è il tempo di spostare il mic. Qualche suggerimento?
Hakuna matata a tutti
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TomCapraro
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Re: Forse riesco a spiegare come funzione il DRC....

#65 Messaggio da TomCapraro »

TeoMarini ha scritto:
TomCapraro ha scritto: ...
Il punto è (quello piu importante) se si scambia un sistema di correzione attivo (complesso) con un forno a microonde...
:shock: Accidenti: e chi lo sapeva che erano due cose diverse? :?
Io penso che tu lo sappia
Ma c'è in giro gente che non lo sa :D
saluti, Tom
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TomCapraro
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Re: Forse riesco a spiegare come funzione il DRC....

#66 Messaggio da TomCapraro »

Zapuan ha scritto:Ciao Tom, puoi spiegare meglio il punto 4)? ...cioè cosa intendi per correzione parziale?

Inoltre nel post precedente scrivi che lo sweep va registrato puntando il mic sul singolo diffusore. Nel caso di Dirac non è possibile, lo sweep dx-sx-dx è automatico e non c'è il tempo di spostare il mic. Qualche suggerimento?
La correzione parziale (parametrizzabile sulla larghezza di banda) la implementa il Dirac Live (no drc)

Per quanto concerne la peculiarità di rilevazione che effettua il Dirac potrebbe essere problematica.
Vediamo se mi viene in mente qualcosa.
saluti, Tom
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TomCapraro
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Re: Forse riesco a spiegare come funzione il DRC....

#67 Messaggio da TomCapraro »

Zapuan, ho trovato la soluzione.
Stasera (su tastiera grande) ti spiego.
saluti, Tom
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fab0
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Re: Forse riesco a spiegare come funzione il DRC....

#68 Messaggio da fab0 »

Discorso molto interessante.

Butto un po' di carne al fuoco:
- Spesso, per le misure ambientali, il microfono viene messo "a faccia in su"
- Se sopra la freq di Shroeder, funziona da eq parametrico, il trattamento ambientale passivo non è assolutamente "rimpiazzato" (leggasi rt60, specie nella rappresentazione per ottave)
-- in questo senso (di eq), un sistema attivo tende a correggere il "sistema ambiente+diffusore", mentre un sistema passivo no
- sotto la f di shroeder, non ho capito come possa combattere i modi di risonanza intesi come punti di massimo e minimo di pressione sparsi nel volume della stanza. Arrivo a concepire che possa livellare in un punto, ma i modi restano e così i delta di pressione
- non ho ancora capito se e come il sistema possa agire sui tempi di decadimento (dei trasduttori, dell'ambiente)
- in tutto questo calderone lo sfasamento acustico dei trasduttori è "o piccolo"? Su un sistema multiamplificato, prima setto un delay sulle singole vie per metterle in fase, poi faccio tutto il resto ... almeno, io faccio così :oops:
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MarioBon
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Re: Forse riesco a spiegare come funzione il DRC....

#69 Messaggio da MarioBon »

Nota: per me il DRC è un generico sistema di correzione ambientale, non faccio riferimento a particolari marche o modelli.

Per misurare il T60 si orienta il microfono verso l'alto affinché sia omnidirezionale sul piano orizzontale e perché raccolga meno suono diretto (almeno alle alte frequenze dove anche i microfoni omnidirezionali diventano direttivi). Le misure che si fanno per calibrare un sistema DRC hanno scopo diverso (e il suono diretto è fondamentale).

Per capire come agisce la correzione ambientale è utile fare riferimento alle tecniche di auralizzazione. Affrontiamo il problema dal punto di vista della Teoria dei Sistemi. L'ambiente è un sistema la cui risposta impulsiva, in un punto, può essere misurata. L'auralizzazione parte dalla misura della risposta impulsiva dell' ambiente, la convolve con un programma musicale (registrato in anecoica) e ottiene il suono che si sarebbe sentito in quell'ambiente ed in quella posizione (si riascolta in cuffia o in camera anecoica o in uno spazio limitato -> vds Bose). Questo è molto utile nella progettazione perché consente di ascoltare il risultato prima di costruire un auditorio o un teatro. Il DRC applica lo stesso principio (al contrario) per correggere i difetti di un ambiente: invece di applicare una convoluzione applica una deconvoluzione. Lo stimolo è noto (lo produce il DRC) la risposta è nota (viene misurata in un punto). Il DRC, per deconvoluzione, ricava la risposta impulsiva del sistema diffusori+ambiente.

Supponiamo che il DRC abbia misurato la risposta (nel dominio della frequenza) H1 e che il target sia H2. Se H1 fosse a fase minima si potrebbe calcolare la funzione H3 che trasforma H1 in H2:

dovendo essere H2 = H1H3 risulta H3=H2/H1.

Purtroppo H1 non è a fase minima (H1 può essere nullo a certe frequenze) ed il calcolo non è così diretto ma in qualche modo si fa.
Alla base ci sono delle ipotesi:
- il sistema di altoparlanti deve essere sufficientemente lineare (poca distorsione)
- il sistema di altoparlanti deve avere una risposta ragionevolmente regolare
(cosa che in bassa frequenza di solito è verificata).
- è stato definito il target H2 (quello che si vuole ottenere)

Quindi non ci sono problemi di onde stazionarie o di energy storage: il DRC muta la risposta impulsiva di diffusori+ambiente con tutti i suoi annessi e connessi. Come dire che H2 non soffre di onde stazionarie né di altri difetti. Del resto tutte le caratteristiche del sistema diffusori +ambiente sono "scritte" nella sua risposta impulsiva, cambiata quella, cambia tutto (almeno in una regione di spazio limitata).
Non resta che convolvere il programma musicale con la trasformata h3 di H3 (cosa che deve essere fatta "in tempo reale" mentre si ascolta la musica)

Correggere l'eccesso di fase è più semplice: dato un sistema H, basta calcolare la fase minima che dovrebbe avere H applicando la trasformazione di Hilbert al logaritmo del suo modulo e ricavare una opportuna funzione di correzione (che sarà una funzione all-pass).

Nessuno ha detto che sia una processo facile o plug&play. Considerando le ipotesi che consentono al DRC di funzionare si capisce anche quali siano le condizioni che massimizzano le possibilità di successo.

Nota: dato un sistema e dato uno stimolo, la convoluzione è quella operazione che consente di ottenere la risposta del sistema a quello stimolo a patto di conoscere la funzione che caratterizza il sistema stesso (che si chiama "risposta impulsiva"). La risposta in frequenza e la risposta in fase, di cui spesso di parla, sono un modo diverso di rappresentare la risposta impulsiva. La risposta impulsiva è una funzione del tempo, la funzione di trasferimento (risposta in frequenza ed in fase) è una funzione della frequenza. Si passa dall'una all'altra con le trasformazioni (o antitrasformazioni) di Fourier. Di queste cose si occupa la Teoria dei Sistemi e la Teoria dei Segnali (che sembrano Teorie diverse e invece,, per i sistemi lineari, sono la stessa identica Teoria).
Mario Bon http://www.mariobon.com
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TomCapraro
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Re: Forse riesco a spiegare come funzione il DRC....

#70 Messaggio da TomCapraro »

xZapuan

Attiva il setup di misurazione con il mic puntato verso il diffusore (ad esempio il DX)

Riproduci un segnale (anche il rumore rosa del generatore di REW) e tramite l'RTA traccia la risposta in frequenza del singolo diffusore destro, tramite il peak Hold salva la linea.

Poi, posiziona asta e microfono al centro puntando il mic tra i due diffusori.

Attiva il rumore rosa ma stavolta con entrambi i diffusori in funzione.

Osservando in simultanea la linea (peak-hold) che era stata visualizzata precedentemente opera piccoli avanzamenti/arretramenti (rigorosamente evitando di ruotare il mic verso il SX e/o il DX) affinchè la risposta (non in ampiezza poichè con due diffusori in funzione otterrai almeno +3db rispetto la linea precedente) si sovrapponga -come forma- circa tra le due linee, la prima e quella successiva.

Avrai cosi individuato il "punto G", quello che ti consente una correzione senza stravolgere più di tanto la risposta originale alle alte-altissime dei diffusori.
saluti, Tom
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