Forse riesco a spiegare come funzione il DRC....

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TomCapraro
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Re: Forse riesco a spiegare come funzione il DRC....

#81 Messaggio da TomCapraro »

posto qualcosa per rendere ancora più comprensibile il fenomeno.

Immagine

Ecco, la linea blu (nell'analizzatore di spettro) va salvata.
Quando con la posizione del microfono al centro il grafico rosso si sovrappone (per forma) a quello blu abbiamo ridotto di molto il margine di errore sulle alte frequenze.
Di conseguenza non verranno generati filtri che compensano una rilevazione alterata da un posizionamento non ottimale.
saluti, Tom
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TeoMarini
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Re: Forse riesco a spiegare come funzione il DRC....

#82 Messaggio da TeoMarini »

TomCapraro ha scritto:ALT!
se si parla di mic verticale con opportuna calibrazione dedicata le cose cambiano totalmente.
Utilizzando il Dirac Live regolato in maniera tale da intervenire solamente sulle frequenze medio-basse, non è necessario cercare il "punto G", giusto?

E in tal caso, c'è differenza tra l'utilizzo di un microfono tarato per rilevazioni in posizione verticale da uno tarato per rilevazioni in posizione orizzontale?
Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità.
Disonesto chi cambia la verità per accordarla al proprio pensiero.

Proverbio Arabo
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TomCapraro
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Re: Forse riesco a spiegare come funzione il DRC....

#83 Messaggio da TomCapraro »

Giusto.
Se il campo d'intervento viene circoscritto alle frequenze mediobasse non è necessario ricorrere a tutta questa forma di rigore e precisione.

Fino a circa 1000hz la maggiorparte di microfoni risulta essere lineare.
Selezionando un certo numero di campioni (anche se della stessa marca) senza calibrazione si nota come fino a 1khz la risposta si sovrappone.

Immagine

Qui tra microfoni di marca/modello diversa http://realtraps.com/art_microphones.htm
saluti, Tom
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TeoMarini
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Re: Forse riesco a spiegare come funzione il DRC....

#84 Messaggio da TeoMarini »

OK!
Grazie, Tom. ;)
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Proverbio Arabo
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bergat
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Re: Forse riesco a spiegare come funzione il DRC....

#85 Messaggio da bergat »

Aggiungo delle mie note circa il DSP e il DRC che avevo scritto in passato:

DSP e DRC


Il mondo della scienza e dell’elettronica è pregno di segnali di vario tipo e legate alle diverse grandezze elettriche. Digital Signal Processing (DSP) e’ quella parte della scienza che fa uso dei computers per capire questa grande mole di dati relativi ai segnali. Nel concetto di DSP sono incluse diverse tematiche, quali il filtraggio, il riconoscimento del linguaggio, l’amplificazione d’immagine, la compressione dei dati, le reti neurali e molto altro ancora.
DSP è uno delle più importanti tecnologie che plasma la scienza e l’ingegneria del 21esimo secolo.

Supponiamo di collegare un convertitore analogico-digitale a un computer e che poi lo usiamo per acquisire una buona parte di dati dal mondo reale. Il DSP risponde alla domanda: cosa c’è dopo?

La genesi del DSP risale all’avvento dei primi computer digitali, ma nei primi anni essendo costosi, venivano utilizzati solo per alcune applicazioni critiche DSP (essenzialmente Radar , Sonar, applicazioni spaziali e in campo medico). La rivoluzione del personal computer degli anni 80 e 90, ha permesso l’utilizzo delle tecniche DSP in molti altri campi(telefonia mobile, lettori di compact disc, posta elettronica).

Il percorso dal microfono del musicista all’altoparlante dell’audiofilo, e’ molto lungo.
La rappresentazione dei dati digitali è importante per prevenire il comune degrado associato con la conservazione analogica del dato e la sua manipolazione. Questo è molto familiare per chi ha comparato la qualità musicale di un nastro a cassette con un compact disc. In uno scenario tipico, un brano musicale viene registrato in uno studio musicale attraverso una tecnica multitraccia a più canali. In alcuni casi questo implica registrazioni individuali degli strumenti e dei cantanti. Questo viene fatto per dare al sound engineer grande flessibilità per la costruzione del prodotto finale. Questo processo va sotto il nome mixdown. IL DSP durante questo processo provvede a molte funzioni: filtraggio , aggiunta ed eliminazione di segnali, editing del segnale etc.

Una delle più interessanti applicazioni DSP nella preparazione della musica è la creazione del riverbero artificiale. Se più canali individuali vengono sommati tra loro la risultante è un suono fragile e diluito, come se i musicisti suonassero all’aperto. Questo perché gli audiofili sono grandemente influenzati dall’eco e dal riverbero che la musica contiene e che in uno studio di registrazione viene usualmente minimizzata.

Il DSP permette allora echi artificiali e riverberi che vengono aggiunti durante il mix down, per simulare ambienti d’ascolto ideali. Echi con ritardi di pochi centinaia di millesecondi danno l’impressione di essere in una cattedrale. L’aggiunta di echi con ritardi 10-20 millesecondi forniscono la percezione di ambienti d’ascolto più piccoli.

Il DSP trova applicazioni enormi nella correzione digitale della stanza d’ascolto (DRC).

Attraverso il DRC (Digital Room Correction) si tenta di eliminare l’influenza della sala d’ascolto che determina spesso un degrado del suono.
L’uso di filtri analogici, come un equalizzatore, per rendere uguale la frequenza di risposta di un sistema di riproduzione audio ha una lunga storia. In ogni caso i filtri analogici hanno forti limitazioni nella capacità di correggere le distorsioni (comprese le vibrazioni parassite) che si generano nella stanza d’ascolto.

Sebbene l’implementazione digitale dell’equalizzatore abbia avuto in passato diversi successi rispetto all’analogico, oggi il DRC ovvero la correzione digitale della stanza d’ascolto è quello che permette la costruzioni di filtri che tentano di invertire la risposta all’impulso del complesso stanza più sistema suonante, per lo meno in parte. I sistemi DRC sono capaci di usare di filtri stocastici e generare una risposta ottimale nel dominio della frequenza e del tempo.
Il DRC è la nuova area di studio resa possibile dalla potenza oggi posseduta dai computer e dai DSP.

Operativamente la configurazione di un DRC inizia con la misura della risposta all’impulso (la risposta all’impulso, IFR, è l’uscita che presenta un sistema dinamico quando sollecitato con un impulso unitario per un breve lasso di tempo tendente a zero) per il complesso stanza più ognuno dei due diffusori.
Il software del computer (o del DSP che dir si voglia) è usato per calcolare un filtro (filtro FIR) che ribalta gli effetti della stanza e le distorsioni lineari nei diffusori. Tale filtro viene quindi utilizzato in tempo reale nella correzione acustica della stanza.

Il sistema opera grazie al principio della convoluzione.
La convoluzione è un'operazione matematica tra due funzioni ed è rappresentata dall'integrale del prodotto delle due funzioni tra -∞ e +∞ prese in due intervalli di tempo t e y-t ovvero
∫f(t)g(y-t)dy .
Mario Bon ha scritto:La convoluzione è la trasformazione che un segnale f(t) subisce nell'attraversare un dispositivo lineare caratterizzato dalla funzione impulsiva g(t) e che, matematicamente, si esprime con il seguente integrale (esteso tra -∞ e +∞)
C(t)=∫f(t)g(y-t)dy=∫f(y-t)g(t)dy .
In acustica lineare, un eco è la convoluzione del suono originale con una funzione che descrive i vari oggetti che stanno riflettendo il segnale sonoro. Dall'analisi dell'eco prodotto e dal suono originale si ricava la funzione descrivente l'ambiente.
Nell'analisi della riverberazione artificiale tramite DSP, la convoluzione viene quindi utilizzata per codificare la risposta all' impulso di una stanza reale ad un segnale audio digitale.

In realtà i DRC non sono utilizzati per creare una perfetta inversione della risposta della stanza, perché ciò sarebbe valido solo nelle condizioni e modalità di misurazione. Un ascolto fatto in una diversa posizione anche di solo frazioni di millimetri determinerebbe una diversissima risposta della stanza, con tutti gli inconvenienti di avere un suono peggiore di quello ottenibile senza la correzione.

Per ovviare a cio’ il DRC sviluppa un sofisticato processo che genera un filtro atto a determinare una particolare area d’ascolto e a produrre degli artefatti sonori al di fuori di questa area. Si tralascia, quindi, il picco di accuratezza massima localizzabile solo però in un solo punto preciso dello spazio, a favore di un’area in cui è possibile collocarsi per la fruizione ottimale della musica.

Il sistema chiaramente funziona solo con segnali digitali, e ciò comporta che per l’ascolto di sorgenti analogiche, la conversione digitale dei loro segnali d’uscita sia un obbligo dovuto.
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Paolo Boccardi
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Re: Forse riesco a spiegare come funzione il DRC....

#86 Messaggio da Paolo Boccardi »

TomCapraro ha scritto:
fab0 ha scritto:Visto che un drc implica un setup elettronico/informatico, mi sembrerebbe ragionevole prevedere
un eq software/elettronico di base (sempre attivo, con lo scopo di trattare le anomalie del diffusore)
con in cascata la "drcizzazzione" (con lo scopo di trattare l'ambiente).
Lo uso.
Il (meraviglioso) player j.river media center implementa uno tra i migliori (per trasparenza, per espandibilità e funzioni) equalizzatori parametrici.
Tom, come usi in combinata drc + jriver?
Io pensavo di creare un curva flat in drc e poi lavorare in parametrico su jriver, inserendosu quest'ultimo almeno 32 valori che lavorino su tutta la gamma.
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Re: Forse riesco a spiegare come funzione il DRC....

#87 Messaggio da TomCapraro »

Paolo Boccardi ha scritto: Tom, come usi in combinata drc + jriver?
Io pensavo di creare un curva flat in drc e poi lavorare in parametrico su jriver, inserendosu quest'ultimo almeno 32 valori che lavorino su tutta la gamma.
Opero esattamente nel modo con cui hai descritto, quindi filtro drc flat e rifinitura con j.river
saluti, Tom
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Re: Forse riesco a spiegare come funzione il DRC....

#88 Messaggio da Paolo Boccardi »

TomCapraro ha scritto:
Paolo Boccardi ha scritto: Tom, come usi in combinata drc + jriver?
Io pensavo di creare un curva flat in drc e poi lavorare in parametrico su jriver, inserendosu quest'ultimo almeno 32 valori che lavorino su tutta la gamma.
Opero esattamente nel modo con cui hai descritto, quindi filtro drc flat e rifinitura con j.river
Mantenendo sempre una curva flat? Ovviamente se misuro con Rew post Drc il target flat non risulterà mai veramente flat (a parte i limiti sui bassi e alti dei diffusori). E' utile secondo te lavorare ispirandosi a misurazioni prese da review online?
Posto un'immagine, a titolo esemplificativo, riferita alle b&w cm10 s2 eseguita da Sound & Vision.

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TomCapraro
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Re: Forse riesco a spiegare come funzione il DRC....

#89 Messaggio da TomCapraro »

Bisogna semplicemente (si fa per dire) misurare bene nel proprio locale.
Prendere a riferimento risposte misurate in anecoica (anche in asse perfetto) non fornirebbero indicazioni molto precise.
Se il drc, causa un acquisizione errata, dovesse compensare/attenuare anche 1/2 db nella zona di maggior sensibilità dell'orecchio, avrebbe ripercussioni notevoli all'ascolto.
saluti, Tom
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Re: Forse riesco a spiegare come funzione il DRC....

#90 Messaggio da Ligo »

Io ho maturato la convinzione, desunta dall'esperienza, che una volta ottenuta una RIF soddisfacente sulla carta, sia più efficace eseguire il fine tuning a orecchio, tramite un eq a fase minima tipo quello di Jriver.
Se l'acquisizione è sballata questo metodo non può valere ma sia l'analisi dei dati sia l'orecchio mi dicono se ho agito sufficientemente bene oppure no. Controllo il S/N del segnale acquisito e verifico la distorsione e il ringing indotti dal setup di acquisizione. Se non noto evidenti anomalie, ascolto con e senza filtro per verificare che la riproduzione con la correzione non presenti elementi che impoveriscono o snaturano il suono originale, soprattutto nelle frequenze medie e alte. Se ciò non avviene ma si tratta solo di piccole alterazioni tonali, procedo a orecchio.
Ecco, credo che sarebbe molto utile se Tom e altre persone esperte fornissero un "manuale" per la verifica strumentale dell'acquisizione: i parametri da considerare, come visualizzarli con REW, come interpretarli, etc. :)
In questo universo ogni oggetto ordinale o è una banana o non è una banana.

Ciao. Fabio
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