I fusibili, questi sconosciuti

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il Carletto
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I fusibili, questi sconosciuti

#1 Messaggio da il Carletto »

Ogni volta che mi capita di avere fra le mani un fusibile mi domando se esso non rappresenti un collo di bottiglia nelle nostre elettroniche, soprattutto nei finali e negli integrati.
Si legge spesso che i cavi di alimentazione devono essere correttamente dimensionati rispetto alle correnti richieste dagli apparecchi. Ma poi la nostra 220V deve comunque attraversare quei minuscoli fili all'interno dei fusibili. Mi chiedo se non sarebbe più adeguato eliminarli, sostituirli con delle sezioni di cavo o delle barrette di metallo e collegare la nostra amplificazione ad una presa con annesso un magnetermico veloce, il quale fornirebbe una superfice di contatto più ampia della misera sezione utile dei fusibili. So che qualcuno lo ha già fatto.
Voi che ne pensate?
Carlo da Firenze
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TomCapraro
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Re: I fusibili, questi sconosciuti

#2 Messaggio da TomCapraro »

Che la caduta di tensione dipende, si, dal diametro, ma allo stesso tempo dalla relativa lunghezza del conduttore.
Considera che per avere una caduta di 0.1volt relativa alla lunghezza di un fusibile (2cm) il diametro del conduttore dovrebbe essere pari a 0.01mm2.
Transiterebbero ben 80volt e 100watt di potenza.
saluti, Tom
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il Carletto
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Re: I fusibili, questi sconosciuti

#3 Messaggio da il Carletto »

In effetti immaginavo che la lunghezza avesse il suo "peso"
Carlo da Firenze
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MarioBon
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Re: I fusibili, questi sconosciuti

#4 Messaggio da MarioBon »

C'è un fenomeno che si chiama "elettromigrazione". In sostanza quando gli elettroni urtano il reticolo, se hanno abbastanza energia, riescono a staccare atomi dal reticolo e a "mangiare" il conduttore. L'elettromigrazione è una delle possibili cause di interruzione delle piste all'interno degli integrati a larga scala di integrazione (VLS) per esempio delle CPU dei computer.
Quello che conta è la densità di corrente che si misura in Ampere/m2 e, anche nei fusibili, non raggiunge valori pericolosi. Infatti i fusibili hanno una durata pressoché eterna.


Dato che i fusibili hanno un filo sottilissimo non è nemmeno il caso di parlare di effetto pelle.
Alla fine quello che conta è la resistenza del fusibile.
Quando la corrente passa attraverso il fusibile questo si scalda e la sua resistenza aumenta.
(il coefficiente di temperatura del conduttore che varia tra circa 0.4 e 0.6 % per grado).
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organist
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Re: I fusibili, questi sconosciuti

#5 Messaggio da organist »

Buondì,
mi chiedevo quali caratteristiche elettriche particolari hanno i cosidetti fusibili hi end specifici per uso audio rispetto ai tradizionali da pochi cent?
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MarioBon
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Re: I fusibili, questi sconosciuti

#6 Messaggio da MarioBon »

organist ha scritto:Buondì,
mi chiedevo quali caratteristiche elettriche particolari hanno i cosidetti fusibili hi end specifici per uso audio rispetto ai tradizionali da pochi cent?
Bella domanda. Il fusibile per fondersi si deve riscaldare e raggiungere il punto di fusione del metallo. Per riscaldarsi deve possedere un coefficiente di temperatura positivo (tra 0.4 e 0.6% per °C). Quando si riscalda la sua resistenza aumenta. Questa variazione di resistenza rende il fusibile un elemento intrinsecamente non lineare. Quindi tutti i fusibili sono elementi non_lineari indipendentemente dal costo.
Stando così le cose il fusibile migliore è quello con la resistenza più bassa.
La resistenza ha due componenti: la resistenza di contatto e la resistenza del filamento.
Può darsi che i fusibili hi end abbiano una resistenza complessiva più bassa (forse una resistenza di contatto più bassa).

Il valore assolto della resistenza del fusibile è importante fino ad un certo punto. Si deve considerare il rapporto tra la resistenza del fusibile e la resistenza del ramo in cui è inserito.
Un fusibile da 0.002 ohm in serie a un resistore da 1 ohm
equivale a
Un fusibile da 0.2 di ohm in serie a un resistore da 100 ohm
Altro non saprei cosa inventare. Speriamo in ulteriori contributi. Certo che sostituire un fusibile con un ponticello è cosa da non fare assolutamente.

Nota: la presenza di sabbia all'interno del fusibile serve per evitare l'innesco di archi che "rallentano" l'interruzione della corrente quando sono in gioco tensioni elevate. Questa sabbia c'è nei fusibili per audio e anche in quelli da 4 palanche.

Girando in rete ho trovato fusibili da 15€ e da 49€ ma senza alcuna specifica elettrica.
Quelli da pochi centesimi hanno, a corredo, le specifiche elettriche.
Quindi se non sai cosa stai comprando ma lo paghi caro è Audio Grade.
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Re: I fusibili, questi sconosciuti

#7 Messaggio da organist »

Grazie per la risposta.
È anche possibile che la sabbia all'interno possa smorzare eventuali vibrazioni del filamento che possono introdurre distorsione? O forse la sabbia serve come dissipatore termico per tenere quindi indirettamente la resistenza piu bassa?

Non sarebbe possibile poi sostituire i fusibili con dei circuitini elettronici che funzionino da fusibili senza i "difetti" di questi ultimi? Voglio dire, un fusibile che costa 50 euro.. (!!!).
Per 50 euro non si riesce a costruire un circuito elettronico di protezione ad hoc per amplificatori (mi pare di aver capito che è questo l'elemento piu critico) da sostituire al fusibile?
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Re: I fusibili, questi sconosciuti

#8 Messaggio da MarioBon »

organist ha scritto:Grazie per la risposta.
È anche possibile che la sabbia all'interno possa smorzare eventuali vibrazioni del filamento che possono introdurre distorsione? O forse la sabbia serve come dissipatore termico per tenere quindi indirettamente la resistenza piu bassa?

Non sarebbe possibile poi sostituire i fusibili con dei circuitini elettronici che funzionino da fusibili senza i "difetti" di questi ultimi? Voglio dire, un fusibile che costa 50 euro.. (!!!).
Per 50 euro non si riesce a costruire un circuito elettronico di protezione ad hoc per amplificatori (mi pare di aver capito che è questo l'elemento pi§ critico) da sostituire al fusibile?
La sabbia serve ad evitare gli archi. Come effetto collaterale smorza le vibrazioni del filamento. Il filamento può vibrare perché la dilatazione (e contrazione) del filamento segue il riscaldamento causato dalla corrente che lo attraversa. Resta da capire se queste vibrazioni siano udibili del resto se è vero che il battito l'ali di una farfalla a Pechino può scatenare un uragano a Tokio tutto è possibile.

E' possibile sostituire un fusibile con un circuito elettronico e, dove serve, si fa. 50€ per un fusibile li spende chi vuole spenderli ma non possono essere usati come paragone per il costo di un circuito di protezione.

Le protezioni sono un elemento critico negli amplificatori di potenza e quasi sempre fanno danni (chattering). Per questo si usano i MOSFET al posto dei transistor: non esiste il secondo break down e non esiste fuga termica (i difetti del Transistor). Ciò rende possibile impiegare un semplice fusibile per la protezione (e a volte nemmeno quello). E' più facile far suonare bene un ampli senza protezioni che un ampli con protezioni. Poi metti in corto l'uscita e si brucia...
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Re: I fusibili, questi sconosciuti

#9 Messaggio da il Carletto »

E sostituire, come ho scritto, i fusibili con dei magnetotermici di velocità adeguata, al di là delle considerazioni su costo e ingombro, cosa comporterebbe?
Mario Bon ha scritto:sui magnetotermici non sono preparato (mai usati)
Carlo da Firenze
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Re: I fusibili, questi sconosciuti

#10 Messaggio da organist »

Grazie.
Mi sono messo a cercare un po di informazioni sui fusibili..ed è saltato fuori che la sabbia all'interno è polvere di quarzo. ...il quarzo non è piezoelettrico? Insomma.. spendere un botto per avere fusibili piezoelettrici?
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