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#1 Messaggio da MarioBon »

Per prima cosa definiamo due tipi di effetti psicoacustici:
Effetto del Primo Ordine: Gli effetti del primo ordine sono quelli che corrispondono da uno stimolo che eccita la membrana basilare (hanno quindi una causa fisica).
Effetto del Secondo OrdineQuelli che si generano all’ interno del cervello (per esempio i Battimenti).

Credo che tutti, tra quanti leggono, abbiamo familiarità con qualche programma di scrittura e conoscano quindi:

Il completamento automatico è quel processo che ci consente di completare una parola anche se ne abbiamo percepita solo una parte. Il risultato di un completamento automatico non è univoco e si possono prendere “fischi per fiaschi”. Il completamento automatico non è riportato in letteratura ma è ampiamente utilizzato nei word processor e nei telefonini (T9). Dato che molte soluzioni tecniche rispecchiamo i nostri processi mentali è probabile che il completamento automatico sia connaturato nei nostri sensi.

Il Completamento dal contesto è quel processo che ci consente di riconoscere una parola dal contesto della frase. Anche questa funzione è presente nei programmi di scrittura.

Analogamente esiste anche un Completamento Armonico analogo al completamento automatico. Il completamento armonico non riguarda il parlato ma la musica. Se tentiamo di ricordare una melodia, della quale non ricordiamo perfettamente tutte le note, tendiamo a completarla rispettando le leggi armoniche (magari sbagliandoi). Questo effetto non è riportato in letteratura ma credo tutti ne abbiano esperienza.

Non so se le funzioni di completamento possano essere annoverate tra gli effetti psicoacustici ma le ho volute inserire ugualmente.
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Re: Seminario Virtuale aperto di Psicoacustica

#2 Messaggio da MarioBon »

Effetto Cocktail Party (effetto del primo ordine)
L'udito (come tutti gli altri sensi) "estrae i contorni". Nel caso del suono l'udito estrae un particolare suono da uno "sfondo" di suoni. Questo può avvenire perché l'apparato uditivo è in grado di attenuare i suoni che non desidera ascoltare.
Effetto Cocktail Party è la capacità di localizzare e/o isolare una sorgente anche in presenza di disturbi. L’apparato uditivo può, con questo meccanismo, migliorare il rapporto segnale/rumore fino a 15 dB. L'effetto viene chiamato in questo modo per rappresentare la capacità di un ascoltatore di concentrarsi su una conversazione anche in presenza di molte persone che parlano contemporaneamente (come avviene al ristorante o a una festa). E’ importante notare che se si registra un insieme di conversazioni e le si riproducono attraverso un sistema stereofonico a due canali, l’ascoltatore avrà più difficoltà a concentrarsi su una singola conversazione. Infatti nella registrazione le informazioni spaziali risultano mescolate nei due canali (a causa delle riflessioni laterali). L' Effetto Cocktail Party è la dimostrazione della capacità dell'apparato uditivo di "estrarre il contorno" di un suono da uno "sfondo" così come la vista "estrae i contorni" di una figura da uno "sfondo". Solo che isolare un suono è molto più complicato (e affaticante).
Chiunque può sperimentare questo effetto su sè stesso.
Per quanto riguarda l'HiFi l'effetto Cocktail Party si traduce nell'ascolto intenzionale ovvero nella capacità di seguire, durante una rappresentazione musicale, un singolo strumento.
Molto Importante La capacità di "selezionare" i suoni migliora con l'esercizio.
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Re: Seminario Virtuale aperto di Psicoacustica

#3 Messaggio da MarioBon »

Effetto Haas o effetto precedenza o Legge del primo fronte d’onda
è l’effetto grazie al quale l’apparato uditivo sopprime le prime riflessioni del suono (fonde le prime riflessioni con il suono diretto) e localizza la sorgente sulla base del solo suono diretto.
Immagine
Nella tabella viene riportato cosa succede dall'istante in cui il suono arriva all'orecchio e per i successivi 100 milli secondi.
L’effetto precedenza funziona al meglio nei primi 20-30 millisecondi, oltre i 50-80 si iniziano a percepire echi separati. Oltre i 100 mS si percepisce un echo separato. Si notino le "zone di transizione che tengono conto anche di una componente soggettiva.
Dice Haas: “Le prime riflessioni aumentano la sensazione in quantità ed in qualità e creano…una piacevole modificazione dell’impressione sonora nel senso che ampliano la sorgente sonora primaria, mentre la sorgente ecoica non è ancora percepita acusticamente in quanto tale”.
(La sorgente ecoica è la sorgente virtuale che genera l' eco)
Se non avessimo la capacità di "integrare" le prime riflessioni non potremmo comprendere il parlato perché udiremmo una quantità di echi sovrapposti. La prima riflessione che l'uomo ha imparato a sopprimere è stata quella proveniente dal pavimento.
Per quanto riguarda la determinazione della direzione di provenienza del suono, il primo millisecondo è il più importante perché consente di percepire il ritardo di arrivo del suono alle due orecchie. In un millisecondo il suono percorre 34.4 centimetri.
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Re: Seminario Virtuale aperto di Psicoacustica

#4 Messaggio da MarioBon »

Distorsione aurale
l’apparato uditivo non è lineare e produce distorsione di intermodulazione (vedasi Terzo Suono). Dove c'è distorsione di intermodulazione c'è anche anche distorsione armonica. Quella prodotta dall'apparato uditivo si chiana "distorsione aurale". La distorsione nasce nella coclea ed è nota dal 1924. Studi successivi hanno confermato il fenomeno che è stato misurato sfruttando i battimenti.
Nel 1967 Olson ha misurato le prime 8 armoniche di distorsione su una vasta gamma di livelli SPL. Non solo la coclea distorce ma anche il cervello.
L'orecchio genera una distorsione di seconda armonica prossima al 10% della fondamentale, per i livelli di pressione sonora (SPL) a partire da 90 dBA.
Il cervello sa di produrre distorsione e la compensa ma non sa se la distorsione la produce lui o è contenuta nella sorgente. In pratica, quando "sente" che il tasso di distorsione aumenta con il livello SPL, crede che la distorsione sia sua e la associa ad un SPL più alto.
Ne segue che gli amplificatori a valvole, che generano un tasso di distorsione che aumenta con il livello del segnale, sembrano suonare più forte degli amplificatori a stato solido di pari potenza.
Tra una cosa e l'altra un amplificatore a valvole può apparire anche quattro volte più potente di quanto non sia.
La stessa cosa vale per il pick-up del giradischi. Giradischi+ampli a valvole sono una bella accoppiata.
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Re: Seminario Virtuale aperto di Psicoacustica

#5 Messaggio da MarioBon »

Backward recognition masking (o informational masking) (effetto del primo ordine)
è la riduzione della capacità di riconoscere un suono dovuta alla successiva percezione di un suono con contenuto informativo simile. Questo tipo di mascheramento sembra risultare da un processo diverso dal consueto mascheramento. In italiano si chiama “confusione”. Un esempio potrebbe essere l’eco che, ripetendo una sillaba, induce confusione.
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Re: Seminario Virtuale aperto di Psicoacustica

#6 Messaggio da MarioBon »

Effetto McGurk (effetto del secondo ordine)
descritto nel 1976 da Hanry McGurk e detto anche effetto McGurk-MacDonald. E’ una particolare interazione tra vista e udito: quando in un filmato un attore pronuncia la sillaba “DA” ma il doppiaggio pronuncia “BA” (o qualche altra cosa che somiglia) se si osserva contemporaneamente il labiale, si viene indotti a percepire un suono che non è “DA” e non è “BA” ma qualche cosa di intermedio. Questo effetto è il tipico esempio di come l’apparato uditivo venga indotto in errore quando è alle prese con situazioni diverse da quelle “naturali”. In natura non esiste il cinema doppiato e il nostro udito si è sviluppato ben prima che nascesse. Questo effetto testimonia che ci troviamo di fronte ad una situazione sconosciuta per la quale l’apparato uditivo non ha una chiave interpretativa. Si tenga presente che la lettura labiale è uno dei meccanismi normalmente utilizzati per migliorare la comprensione (intelligibilità) del parlato. Lo studio di Wareham & Wright del 2005 ha dimostrato che l’incoerente informazione visiva può cambiare la percezione di espressioni vocali.
L' Effetto McGurk è stato sperimentalmente verificato piantando degli aghi nella corteccia celebrale di 4 volontari che dovevano essere operati di epilessia. Le informazioni relative al labiale attivano la corteccia visiva prima di quella uditiva: se quello che si vede non è coerente con quello che si sente si fa confusione.
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Re: Seminario Virtuale aperto di Psicoacustica

#7 Messaggio da MarioBon »

Effetto Mozart
L'Effetto Morzart è una controversa teoria (nata nel 1993) secondo la quale l’ascolto della musica di Mozart produrrebbe effetti benefici fino all’ aumento dell’intelligenza. Lo stato della Georgia (gennaio 1998) arrivò a stanziare 105.000 $ annuali per consentire alle madri in attesa di acquistare CD di Mozart. Le ricerche per confermare queste teorie non hanno dato conferme definitive. L’effetto è sostenuto da Don Campbell (1997 - "The Mozart Effect: Tapping the Power of Music to Heal the Body, Strengthen the Mind, and Unlock the Creative Spirit" e The Mozart Effect For Children) e A. Tomatis. In sostanza l’effetto Mozart è stato ampiamente sopravalutato negli effetti e gonfiato anche dai giornali a causa di equivoci di varia natura. Sembra comunque che l’ascolto della Piano Sonata in D major (K.448), abbia un effetto sui pazienti epilettici e continua ad esserci un certo interesse perché, se fosse vero, rappresenterebbe un metodo di cura senza farmaci. Esiste un altro brano musicale che induce un effetto Mozart: la canzone “Acroyali/Standing in Motion" (versione da Yanni Live at the Acropolis eseguito all’Acropolis) del compositore greco Yanni che presenta molte analogie con la K448. Quello che sembra certo è che l’ascolto della K448 non aumenta l’intelligenza ma aumenta l’apprendimento spazio-temporale nei ratti (“improved spatial-temporal learning in rats”).
Ma perché proprio la musica di Mozart risulta essere la più adatta? L’ipotesi formulata da Gordon Shaw, uno degli “scopritori” dell’effetto, è che oltre alle incredibili doti logiche, mnemistiche, e musicali di cui era dotato Mozart, il musicista componeva in giovane età, sfruttando al massimo le capacità di fissazione spazio-temporale di una corteccia cerebrale in fase evolutiva, cioè al culmine delle sue potenzialità percettive e creative. Tomatis (che va preso con cautela) sostiene pertanto che l’ascolto della musica mozartiana è in grado di favorire l’organizzazione dei circuiti neuronali, rafforzando i processi cognitivi e creativi dell’emisfero destro.
Una possibile conferma dell’ “effetto Mozart” arriva da una ricerca effettuata dal Mind Institute di Costa Meza in California e pubblicato dalla rivista Neurological Research. Lo studio è stato eseguito utilizzando due serie di topolini sottoposti all'ascolto sistematico di musica classica. Un primo gruppo di bestioline è stato costretto ad ascoltare la Sonata di Mozart K448 per 12 ore al giorno per 10 settimane. Un secondo gruppo di topolini, sottoposti al brano ''Per Elisa'' di Beethoven per lo stesso periodo di tempo e con la stessa intensità. La scelta di questo brano di confronto non è casuale. Precedenti studi di imaging funzionale avrebbero dimostrato che "Per Elisa" non attiverebbe le stesse aree celebrali. Dopo 6 ore di silenzio, ad entrambi i gruppi di topolini sono state testate le capacità di ''ragionamento spazio-temporale'', in pratica le funzioni cognitive di apprendimento e memoria, con il classico test del labirinto. I ricercatori hanno così verificato che i topolini "sottoposti" a Mozart, oltre a compiere un minor numero di errori, si sono rivelati anche più veloci nell'eseguire i test. La superiorità di questi topolini è rimasta intatta anche riducendo l'esposizione di musica del 58% e facendo trascorrere 24 ore di silenzio prima del test, a significare che l'effetto Mozart sul cervello non è transitorio, ma durevole nel tempo.
Non tutti gli studiosi sono concordi nel valutare la rilevanza scientifica di questi risultati. Non si esclude comunque che in un prossimo futuro la musica di Mozart possa assumere davvero un effettivo ruolo terapeutico, ad esempio nell'aiutare a rallentare i sintomi di epilessia, alzheimer o altri disturbi neurodegenerativi.
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#8 Messaggio da MarioBon »

Effetto Ventriloquo
è il risultato della interazione tra occhio e orecchio. La visione della sorgente induce l’apparato uditivo a localizzare la sorgente nella posizione definita dalla vista. Si chiama effetto ventriloquo proprio perché, nel caso del ventriloquo, siamo indotti a riconoscere come sorgente la bocca del pupazzo (che si muove) piuttosto che la bocca del ventriloquo che è ferma. In sostanza il cervello localizza la posizione delle sorgente con la vista e quindi se ne disinteressa risparmiando lavoro. Questo effetto è ampiamente sfruttato nel cinema dove i dialoghi sono riprodotti dal canale centrale (al centro, dietro allo schermo) ma la sensazione dello spettatore è che la voce provenga dagli attori (indipendentemente dalla loro posizione sullo schermo).
Quando occhio e orecchio agiscono contemporaneamente la localizzazione della sorgente sonora dipende dal senso che riceve lo stimolo maggiore. Nell’ ascolto HiFi domestico non solo la vista non è coinvolta ma è opportuno abbassare le luci in modo che l’udito sia lo stimolo prevalente. Al contrario al cinema tutto il campo visivo è occupato dallo schermo e prevale lo stimolo visivo (che determina la localizzazione delle sorgenti acustiche). Questo la dice lunga sulla localizzazione o delocalizzazione dei diffusori acustici. Agli show alcuni espositori presentano i propri sistemi con la proiezione di DVD. Così sembra che la localizzazione sia perfetta e contemporaneamente diminuisce anche la fatica da ascolto.
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Re: Seminario Virtuale aperto di Psicoacustica

#9 Messaggio da MarioBon »

Effetto Zwicker o Zwicker Tone (effetto del secondo ordine)
Il tono Zwicker è una sconcertante illusione uditiva. È stato scoperto nel 1964 da Eberhard Zwicker Bell Labs, e consiste in questo: un rumore a banda larga con un "buco nello spettro" viene fatto ascoltare per pochi secondi e quindi spento bruscamente. Sebbene ci sia il silenzio totale, la maggior parte degli ascoltatori sente un debole segnale puro per alcuni secondi. La frequenza del tono udito corrisponde al "buco" presente nel rumore. In sostanza si continua a sentire quello che prima non c'era. Sono stati trovati diversi tipi di rumore che portano tutti ad un tono Zwicker ma la sua origine è sempre rimasta poco chiara. I Biofisici oggi hanno un modello neuronale che può spiegare l'effetto Zwicker. La soppressione di rumore di fondo è l'ingrediente chiave per generare l'effetto. Il tono Zwicker(in quanto sensazione uditiva transitoria) è spesso interpretato come un tinnito a breve termine. Capire l’effetto Zwicker fornisce una visione nuova di come l' acufene potrebbe essere il risultato di una persistente attivazione di un meccanismo di riduzione del rumore all'interno del cervello umano.
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#10 Messaggio da MarioBon »

Fondamentale mancante (ricostruzione della fondamentale o virtual pitch) (effetto del secondo ordine)
Consideriamo un suono composto da numerose armoniche, con frequenze f1, 2 f1, 3 f1, ..., n f1. Il pitch percepito è naturalmente il massimo comun divisore della serie di armoniche, cioè f1.
Se ora da questo suono viene tolta la fondamentale f1, la sensazione di pitch risultante dall’ ascolto non cambia. Il sistema uditivo ha dunque ricostruito la fondamentale mancante. Questa sensazione è più netta se sono presenti le armoniche più prossime alla fondamentale (2 f1, 3 f1, 4 f1, ...), meno netta se sono presenti quelle a partire da un numero d’armonica superiore al quarto.
Questo effetto è stato sfruttato per realizzare sistemi che danno la sensazione che ci siano i bassi anche se non ci sono (Bass Max).
Questo stesso effetto favorisce la percezione dei bassi nei sistemi che producono distorsione di seconda e terza armonica pur producenso una finsamentale attenuata (mini diffusori).
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