Come viene definita la "fatica d'ascolto"?
Ha un corrispettivo scientifico? E' misurabile? E' personale?
Breve, medio o lungo termine? A cosa corrisponde nelle prove d'ascolto?
Fatica d'ascolto
- MarioBon
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Re: Fatica d'ascolto
La Fatica da Ascolto è uno degli attributi del suono dei sistemi di altoparlanti ma ha un significato molto più generale.
La Fatica da Ascolto, come dice la parola stessa, è il senso di affaticamento (fino alla cefalea) che percepisce un individuo quando ascolta (qualsiasi cosa...).
Per esempio ascoltare un oratore in un ambiente troppo riverberante stanca, ascoltare musica a volume eccessivo stanca, ascoltare un discorso che non interessa stanca... Quindi è un concetto molto generale. Quando si ascolta musica riprodotta la Fatica da Ascolto può manifestarsi dopo un periodo più o meno lungo che dipende dal sistema di riproduzione nel suo complesso e anche dallo stato psicofisico dell'ascoltatore.
La Fatica da Ascolto è soggettiva (chi la sente di più, chi di meno).
Alcuni aspetti della fatica da ascolto sono scientificamente misurabili. Per esempio esistono ampi studi su rapporto tra tempo di riverberazione e intelligibilità del parlato, tempo di riverberazione e funzione dell'ambiente.... I limiti ottenuti sono quelli che non portano alla Fatica da Ascolto (quindi basta leggere i risultati in modo opportuno).
Per quanto riguarda i sistemi di riproduzione, la Fatica da Ascolto è correlata sia alla risposta in frequenza che alla distorsione non lineare. Data la sua soggettività c'è una incertezza sulla definizione delle soglie e le corrispondenti JND (per le quali ci sono comunque dei criteri condivisi) ma che il fenomeno esista è innegabile.
Esistono patologie, come l'iperacusia e la fonofobia, che acuiscono la Fatica da Ascolto
La Fatica da ascolto si può esprimere matematicamente con una espressione del tipo:
dove si distingue il contributo della distorsione stazionaria (che cresce nel tempo) dai contributi della distorsione di forma (gli eventi transitori Pi(t)) che si accumulano nel tempo in modo diverso.
Il risultato va "pesato" con un coefficiente soggettivo.
La Fatica da Ascolto ha le dimensioni di un lavoro.
Tengo a precisare che la Fatica da Ascolto non l'ho inventata io (anche se ne parlo spesso).
Pi(t) ha un andamento di questo tipo:
La Fatica da Ascolto, come dice la parola stessa, è il senso di affaticamento (fino alla cefalea) che percepisce un individuo quando ascolta (qualsiasi cosa...).
Per esempio ascoltare un oratore in un ambiente troppo riverberante stanca, ascoltare musica a volume eccessivo stanca, ascoltare un discorso che non interessa stanca... Quindi è un concetto molto generale. Quando si ascolta musica riprodotta la Fatica da Ascolto può manifestarsi dopo un periodo più o meno lungo che dipende dal sistema di riproduzione nel suo complesso e anche dallo stato psicofisico dell'ascoltatore.
La Fatica da Ascolto è soggettiva (chi la sente di più, chi di meno).
Alcuni aspetti della fatica da ascolto sono scientificamente misurabili. Per esempio esistono ampi studi su rapporto tra tempo di riverberazione e intelligibilità del parlato, tempo di riverberazione e funzione dell'ambiente.... I limiti ottenuti sono quelli che non portano alla Fatica da Ascolto (quindi basta leggere i risultati in modo opportuno).
Per quanto riguarda i sistemi di riproduzione, la Fatica da Ascolto è correlata sia alla risposta in frequenza che alla distorsione non lineare. Data la sua soggettività c'è una incertezza sulla definizione delle soglie e le corrispondenti JND (per le quali ci sono comunque dei criteri condivisi) ma che il fenomeno esista è innegabile.
Esistono patologie, come l'iperacusia e la fonofobia, che acuiscono la Fatica da Ascolto
La Fatica da ascolto si può esprimere matematicamente con una espressione del tipo:
dove si distingue il contributo della distorsione stazionaria (che cresce nel tempo) dai contributi della distorsione di forma (gli eventi transitori Pi(t)) che si accumulano nel tempo in modo diverso.
Il risultato va "pesato" con un coefficiente soggettivo.
La Fatica da Ascolto ha le dimensioni di un lavoro.
Tengo a precisare che la Fatica da Ascolto non l'ho inventata io (anche se ne parlo spesso).
Pi(t) ha un andamento di questo tipo:
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Re: Fatica d'ascolto
Che intendi per "La Fatica da Ascolto ha le dimensioni di un lavoro."?
Molti "misurano" la propria fatica d'ascolto tramite ascolti prolungati e da quello giudicano la bontà di un apparecchio.
E' quello un buon metodo di osservazione?
Molti "misurano" la propria fatica d'ascolto tramite ascolti prolungati e da quello giudicano la bontà di un apparecchio.
E' quello un buon metodo di osservazione?
- MarioBon
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Re: Fatica d'ascolto
Il cervello, per ascoltare, compie un lavoro. La fatica è la misura (umana) del lavoro fatto. Quindi la Fatica da Ascolto è un lavoro (inteso proprio in modo classico come differenza di energia) basta aggiungere una costante per mettere a posto le dimensioni oppure misura la distorsione come potenza.bibo01 ha scritto:Che intendi per "La Fatica da Ascolto ha le dimensioni di un lavoro."?
Molti "misurano" la propria fatica d'ascolto tramite ascolti prolungati e da quello giudicano la bontà di un apparecchio.
E' quello un buon metodo di osservazione?
Il metodo per misurare la Fatica da Ascolto, in tutti i suoi aspetti ovvero in modo integrale, è proprio quello (se l'ambiente non è troppo riverberante):
se un sistema fa venire il mal di testa dopo 10 minuti -> non è buono
se il mal di testa viene dopo otto ore -> è buono.
se il mal di testa viene dopo quattro ore ma non si ascolta mai per più di due -> è buono lo stesso (ma deve anche avere un prezzo commisurato).
In questo modo si distingue la distorsione "non udibile" dalla distorsione "tollerabile".
L'ascolto, dopo un certo periodo, stanca in ogni caso.
I test (le misure) servono proprio per evitare di dover ascoltare un diffusore per otto ore. Si fanno quattro misure (impedenza, risposta in frequenza, Waterfall e distorsione integrale) e in pochi minuti ci si fa una idea della qualità del sistema.
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Re: Fatica d'ascolto
Che ruolo avrebbe misurare la distorsione armonica? Così come distorsione non lineare da jitter ed altri artefatti digitali?
- MAXXI
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Re: Fatica d'ascolto
Io ascolto molto in cuffia, specie la sera e anche a volumi elevati ma quasi esclusivamente sinfonica "energica" . Mia moglie dice che sono diventato sordo ( quando parla lei.... ) per questo , forse ha ragione oppure no.
Comunque mi capita spesso che mi ci addormento , ho l'impressione che più che fatica d'ascolto diventa un dolce sonnifero acustico...
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- TomCapraro
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Re: Fatica d'ascolto
Avverto sensazioni inverse, più ascolto, e più mi vien voglia di continuare.
La fatica ascolto al momento la sconosco.
La fatica ascolto al momento la sconosco.
saluti, Tom
- Polin
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Re: Fatica d'ascolto
A mio parere,indipendentemente dagli aspetti tecnici ,che hanno comunque particolare rilevanza nella definizione della "fatica di ascolto",ci sarebbero da aggiungere gli effetti deleteri del mascheramento (non legati alla riverberazione e alla rumorosità ambientale)sia sotto l'aspetto audiologico (come risposta biologica dell'apparato uditivo*) che in quello specifico della elaborazione percettiva (che vanno poi ad inficiare ulteriormente l'intelligibilità che tende a peggiorare la fluidità di ascolto generando stress uditivo).
*Nella zona(1khz-4khz) dove è più bassa la soglia di udibilità(maggiore sensibilità) c'è una superiore criticità ai fini dello stress uditivo.
*Nella zona(1khz-4khz) dove è più bassa la soglia di udibilità(maggiore sensibilità) c'è una superiore criticità ai fini dello stress uditivo.
Saluti
- MarioBon
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Re: Fatica d'ascolto
La Distorsione Integrale misura tutte le forme di distorsione contemporaneamente. Quando lo spettro della DI è "sotto" lo stimolo di 50 dB a tutte le frequenze la distorsione non lineare (armonica, intermodulazione, doppler, mascheramento, ecc.) si considera non udibile.Polin ha scritto:A mio parere,indipendentemente dagli aspetti tecnici ,che hanno comunque particolare rilevanza nella definizione della "fatica di ascolto",ci sarebbero da aggiungere gli effetti deleteri del mascheramento (non legati alla riverberazione e alla rumorosità ambientale)sia sotto l'aspetto audiologico (come risposta biologica dell'apparato uditivo*) che in quello specifico della elaborazione percettiva (che vanno poi ad inficiare ulteriormente l'intelligibilità che tende a peggiorare la fluidità di ascolto generando stress uditivo).
*Nella zona(1khz-4khz) dove è più bassa la soglia di udibilità(maggiore sensibilità) c'è una superiore criticità ai fini dello stress uditivo.
Quando la Waterfall non mostra "code" prolungate (che si spengono entro 1 millisecondo) possiamo considerarle non udibili.
Le difficoltà percettive di elaborazione degli stimoli esulano dalle misure che possiamo fare sui dispositivi.
Mario Bon http://www.mariobon.com
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Re: Fatica d'ascolto
La misura della distorsione armonica, secondo me, serve solo durante la fase di sviluppo di un dispositivo. Per quanto riguarda la qualità della riproduzione è molto più utile la Distorsione Integrale. Chi ascolta non sente la distorsione armonica e poi la distorsione di intermodulazione epoi la distrosione doppler... "sente tutto assieme".bibo01 ha scritto:Che ruolo avrebbe misurare la distorsione armonica? Così come distorsione non lineare da jitter ed altri artefatti digitali?
Per quanto riguarda il jitter è meglio che rispondano altri.
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