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Re: DRC: buchi in frequenza, vantaggi e svantaggi.

Inviato: 19/02/2018, 19:57
da TomCapraro
Come detto prima, il miglior modo per risolvere la questione dei buchi in frequenza è quello di non fare sorgere le componenti distruttive, quindi riducendo la distanza dalla parete retrostante. (tanto poi gli esuberi che scaturiscono in bassa frequenza vengono sottratti dal DRC...e ci si guadagna pure in tenuta ed spl alle basse con relativa diminuzione della distorsione)
E' stato pienamente raccomandato di agire (con i sistemi attivi) sottraendo i picchi senza introdurre guadagno incontrollato ---> pena l'impiego di "molte risorse" che vanno da:

1) amplificazioni esuberanti

2) tenuta degli AP

3) criticità nell'operare correzioni attive molto selettive e ben sincronizzate con il responso acustico.

Qui un immagine presa da una brochure Genelec.

Immagine

Re: DRC: buchi in frequenza, vantaggi e svantaggi.

Inviato: 20/02/2018, 10:09
da il Carletto
In effetti, seguendo le indicazioni Genelec, avvicinando i diffusori alle pareti, mi si spiana una ampia valle fra i 200 e i 500 hz, pur rimanendo quasi intatto un picco a 47hz.

La mia domanda, avvicinando alla parete posteriore i diffusori, non si inficia la ricostruzione spaziale?

Re: DRC: buchi in frequenza, vantaggi e svantaggi.

Inviato: 20/02/2018, 10:21
da MarioBon
La risposta in ambiente dei diffusori è il risultato di una serie di fattori tr cui la dispersione (orizzontale e verticale) del diffusore stesso.
Quindi può darsi che avvicinando i diffusori alla parete di fondo cambi qualche cosa anche in altre bande di frequenza ma non è detto che questo non si possa recuperare, per esempio, cambiando l'orientamento dei diffusori verso il punto di ascolto.
Come si ripete sempre ogni ambinte fa storia a sè e altrettanto vale per le soluzioni.

Re: DRC: buchi in frequenza, vantaggi e svantaggi.

Inviato: 20/02/2018, 12:37
da LHifi
Io avendo i diffusori molto vicini alla parete posteriore, sto cercando il giusto bilanciamento tra alti e bassi con il toe-in.
Non avendo possibilità di fare misurazioni (almeno per ora), vado un pò ad orecchio, ma le differenze sono comunque percepibili, anche solo variando di pochi gradi l'inclinazione delle casse.

Per ora ho notato che:
- aumentando il toe-in:
1. si restringe un pò la scena in larghezza
2. aumenta il fuoco e la sensazione di "presenza" dei cantanti.
3. aumenta un pò la percezione dei toni alti a discapito di quelli bassi

- riducendo il toe-in:
1. si allarga il palcoscenico e si sentono suoni anche molto più distanti rispetto al punto centrale
2. L'immagine non è sempre centrale, e spostandosi dal punto ideale di ascolto le voci non sono più cosi al centro.
3. I bassi sembrano aumentare un pò rispetto ai toni alti.

Penso di aver trovato un buon compromesso, ma a volte faccio qualche variazione e colgo comunque differenze significative anche solo con piccoli spostamenti.
Difficile capire se dopo uno spostamento, ho avuto più miglioramenti che peggioramenti.

Appena riesco farò qualche misurazione.
Sicuramente con le casse che ho ora (Harbeth P3esr) la situazione è migliorata di molto rispetto a quelle che avevo prima (Mordaunt Short Mezzo 2), in cui i bassi erano troppo presenti e invadenti.

Re: DRC: buchi in frequenza, vantaggi e svantaggi.

Inviato: 20/02/2018, 13:05
da The_bastonator
....
MarioBon ha scritto:che faccio...cancello questo post vuoto?

Re: DRC: buchi in frequenza, vantaggi e svantaggi.

Inviato: 20/02/2018, 14:00
da TeoMarini
A proposito di Genelec, qualcuno di voi conosce il "GENELEC-GLM 2.0 - Loudspeaker Manager"?
http://www.global-audio-store.fr/it/529 ... gLIRPD_BwE

Re: DRC: buchi in frequenza, vantaggi e svantaggi.

Inviato: 20/02/2018, 16:22
da Flavio
A quanto mi risulta non è una correzione mixed-phase ma ciò può essere accettabile considerando che si rivolge agli Studios nei quali si dovrebbe aver fatto di tutto e di più con la correzione passiva per avere una risposta dell'ambiente a fase minima (diversa quindi da quella dei nostri ambienti di ascolto).
Qui c'è il manuale:
https://www.genelec.com/sites/default/f ... manual.pdf

Re: DRC: buchi in frequenza, vantaggi e svantaggi.

Inviato: 21/02/2018, 0:11
da TomCapraro
Ecco l'effetto di come avvengono le cancellazioni. (e cosa accade col DRC)
Quando un onda (X) di segno positivo incontra un onda (Y) in controfase la risultante (X+Y) si annulla.
In ambiente non si annulla del tutto perchè X ha generalmente un ampiezza maggiore di Y (la riflessione viene in parte assorbita e molto dipende anche dal coefficiente di assorbimento con cui "sbatte".) e oltretutto presentano un determinato sfasamento (X e Y non sono in ambiente perfettamente in fase).

Se incrementiamo la potenza di X, la risultante (X+Y) è sempre nulla poichè anche Y incrementa la potenza.

Immagine

Adesso tramite una misura (reale) osserviamo come il DRC compensa un buco.
Applicando potenza (a patto che l'amplificazione sia in grado di farlo) sul segnale cancellato questo viene recuperato (in questo caso circa 4dB)
Questo significa che il segnale in controfase (denominato nell'esempio come Y) è stato quantomeno riportato a zero, quindi l'incremento di "X" risulta efficace.

Immagine

Non sempre però questo è possibile, ad esempio nelle zone di depressione a volte si annida un campo riverberato, per cui: se da un lato miglioriamo l'ampiezza e rendiamo più omogenea la risposta in frequenza, dall'altro possiamo peggiorare il decadimento temporale, cosa che inficia la chiarezza.
Credetemi, tra le due io mi terrei il buco in frequenza (il ns sistema percettivo ha piu capacità di autolivellare in ampiezza che nel dominio del tempo).
Per evitare spiacevoli sorprese, osservate sempre attentamente il responso degli spettrogrammi e waterfall, vi guideranno verso un applicazione migliore possibile.

Re: DRC: buchi in frequenza, vantaggi e svantaggi.

Inviato: 21/02/2018, 9:35
da Ligo
TomCapraro ha scritto:Non sempre però questo è possibile, ad esempio nelle zone di depressione a volte si annida un campo riverberato, per cui: se da un lato miglioriamo l'ampiezza e rendiamo più omogenea la risposta in frequenza, dall'altro possiamo peggiorare il decadimento temporale, cosa che inficia la chiarezza.
Credetemi, tra le due io mi terrei il buco in frequenza (il ns sistema percettivo ha piu capacità di autolivellare in ampiezza che nel dominio del tempo).
Per evitare spiacevoli sorprese, osservate sempre attentamente il responso degli spettrogrammi e waterfall, vi guideranno verso un applicazione migliore possibile.
Ecco il punto centrato in maniera esemplare! manca solo un accenno a tenere d'occhio anche i grafici della distorsione.
L'unico problema è che se non si parte da una situazione favorevole (diffusori vicino alla parete di fondo), il tuning richiede competenze, pazienza e si deve sapere che i risultati saranno sempre un compromesso, anche se probabilmente il migliore ottenibile.

Re: DRC: buchi in frequenza, vantaggi e svantaggi.

Inviato: 21/02/2018, 11:33
da il Carletto
In molti casi però, ad esempio il mio, avvicinando i diffusori alla parete, se l’impianto è posizionato fra i diffusori, esso finirà oltre la linea immaginaria che unisce i diffusori stessi. Questo non potrebbe causare danni, pur di natura differente?