riporto da un altro 3D (La fase minima):
Visto che ci siamo parliamo dell'ambiente. Se guardiamo l'ambiente dal punto di vista della Teoria dei Sistemi esso è un sistema:
- causale
- tempo invariante (da non confondere con tempo_dipendente che è altra cosa)
- lineare
In generale è anche tempo_dipendente perchè le condizioni ambientali cambiano ontinuamente (umidità, pressione, temperatura, arredamento, numero di perone presenti, ecc.)
Nota: tempo invariante (o semplicemente invariante) significa che non comprime e non espande gli intervalli di tempo mentre tempo dipendente significa che dipende dal tempo. L'ambiente è tempo_dipendente perché cambia nel tempo. Detta per inciso un sistema tempo_dipendente è ancora un sistema lineare. In letteratuta, a causa di errori di traduzione, a volte c'è confusione tra tempo_invariante e tempo_dipendente
Un sistema si dice lineare quando non produce "distorsione non lineare". In un sistema lineare lo spettro dell'uscita contiene le stesse componenti (righe spettrali) dello spettro dell'ingresso.
Queste proprietà fanno sì che si possa definire la funzione h(t) (e anche la sua trasformata H(jw)) che descrive l'ambiente. In realtà h(t) dipenderà anche dalla posizione (perché non è la stessa in tutto l'ambiente) quindi si dovrebbe scrivere h(t,x,y,z)
La H(jw) dell'ambiente è a fase minima? no, perché qualsiasi superficie dell'ambiente si comporta come uno "specchio acustico" e genera delle sorgenti virtuali che interferiscono con la radiazione della sorgente principale (viene a mancare una condizione necessaria). In una stanza parallelepipeda con pareti lisce si generano 6 sorgenti del primo ordine (prima riflessione, una per ogni parete) più un numero crescente di sorgenti del 2°. 3°, 4° ecc. ordine. Le sorgenti di ordine superiore non sono altro che immagini virtuali create da sorgenti virtuali... esattamente come quello che si vede quando ci si trova tra due specchi paralleli.
In sostanza il suono (prodotto dall'altoparlante) arriva al ricevitore (l'ascoltatore) attraverso una quantità di percorsi diversi (canali) ognuno di lunghezza diversa e con tempi di percorrenza diversi generando una quantità di picchi e buchi nella risposta.
Vista la situazione, molto complicata, l'acustica degli ambienti viene studiata distinguendo il campo diretto dal campo riflesso e poi, nel campo riflesso, si distingue il range di frequenze interessate dai modi normali ed il range di frequenze che può essere trattato statisticamente.
E' importante capire che il suono diretto è lo stesso in ogni ambiente (dalla camera anecoica alla camera riverberante) solo che, in presenza di riflessioni viene "mascherato".
Alcuni ricercatori (Adams, Toole, ecc.) hanno studiato le riflessioni del suono in camera anecoica ricreando la presenza di un numero limitato di pareti. In sostanza hanno posto attorno alla sorgente (un diffusore acustico) fino a tre pareti mutuamente perpendicolari e ne hanno studiato la prima riflessione. Con tre pareti non si possono formare onde stazionarie quindi i risultati di questi studi non possono essere riferiti a quello che succede in un ambiente domestico chiuso che di pareti ne ha tipicamente sei (se non in riferimento alla sola prima riflessione delle tre pareti presenti). Al massimo questi studi possono approssimare un ambiente estremamente vasto dove un diffusore acustico è stato posto in prossimità di un angolo.
In sostanza è stata studiata questa situazione:
(continua)