Ho utilizzato planari analoghi a quelli dei link in array per le vie medioalte. Due array. Speravo che potessero fare più di un'ottava ciascuno, ma mi sono dovuto ricredere: ci vogliono tre vie di array per quell'intorno purtroppo, e i planari 'perdonano' meno delle cupole...TeoMarini ha scritto:Signori,
ma ne vogliamo parlare?
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Re: IL REGIME STATICO, un sistema da 300 trasduttori
Ultima modifica di landscape12 il 07/03/2018, 19:50, modificato 1 volta in totale.
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Re: IL REGIME STATICO, un sistema da 300 trasduttori
Mi è venuta in mente un'idea.MarioBon ha scritto:i punti di debolezza dell'altoparlante dinamico sono:
- la forza di pilotaggio concencentrata in un punto (break-up della mambrana)
- mascheramento dovuto alla "riemersione" delle riflessioni interne (attraverso il diaframma)
- l'ampiezza dello spostamento (dovuto alla superficie limitata)
- possibilità di ottener SPL elevati
questi diventano i punti di forza dell'elettrostatico dove
- la forza è uniformememnte distribuita
- il funzionamento aa dipolo elimina il mascheramento
- l'ampiezza dello spostamento è ridotto dall'ampia superficie.
Per contro l'elettrostatico:
- il rendimento è più basso
- l'SPL ottenibile èmediamente basso (meno dell'altoparlante dinamico)
- la radiazione a bassa frequenza è limitata dalla radiazione dipolare
- la direttività aumenta con la frequenza
Nell'array
- la forza è più distribuita rispetto al singolo altoparlante ma meno che nell'elettrostatico
- i break up sono limitati perché non vengono raggiunte le energie di soglia necessarie per innescarli
- SPL teoricamente elevato ma solo in campo lontano su angoli stretti
- il mascheramento può essere eliminato usando array a dipolo
- lo sposamento è limitato grazie alla superficie maggiore
- la compressione termica è praticamente nulla (la potenza è dvisa su molti dispositivi)
- il rendimento è più alto dell'elettrostatico
- la dispersione può essere gestita
In entrambe i casi le basse frequenze possono essere affidate a un woofer dinamico. Anche per l'altoparlante dinamico si può ridurre il mascheramento (specie in gamma media) e limitare lo spostamento (multivia).
Non entro nello specifico della risposta impulsiva che è nettamente a favore delle sorgenti puntiformi (e dipende dalla funzione di trasferimento prima ancora che dalla massa).
Partendo da un elettrostatico, c'è chi già oggi lo accoppia a un sub. L"ho fatto anch'io in passato con risultati deludenti però. Ma se, oltre al sub si aggiungesse, nel mezzo, un array di mediobassi leggeri quanto basta, il risultato potrebbe essere interessante. L'array genererebbe la pressione necessaria che purtroppo l'elettrostatico non ha. E si eviterebbe la brutale accoppiata sub/pannelli che non piace quasi a nessuno proprio per l'eccessiva differenza di velocità tra le due vie. Sui medioalti non toccherei niente perché le ridottissime riflessioni compensano in modo eccelso la non perfetta precisione. Tutto ciò a patto di non pretendere pressioni elevate e di stare ben fermi con la capoccia. Ciao
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Re: IL REGIME STATICO, un sistema da 300 trasduttori
Questi planari sono particolarmente silenziosi, ma non possono fare miracoli.landscape12 ha scritto:Ho utilizzato planari analoghi a quelli dei link in array per le vie medioalte. Due array. Speravo che potessero fare più di un'ottava ciascuno, ma mi sono dovuto ricredere: ci vogliono tre vie di array per quell'intorno purtroppo, e i planari 'perdonano' meno delle cupole...TeoMarini ha scritto:Signori,
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Il problema è che l'altoparlante fa bene solo la prima, la più bassa delle frequenze della propria banda passante, tutte le successive ne vengono progressivamente deformate.
Quindi, se utilizziamo un leggerissimo planare su tre ottave, questo trasdurrà "fedelmente" tale problema.
Ecco perché "perdonano" meno delle cupole.
La soluzione, comunque parziale, è quella di ridurre più posibile la banda passante, con qualsiasi tipo di altoparlante.
Il compito non è tanto di vedere ciò che nessun altro ha ancora visto; ma pensare ciò che nessun altro ha ancora pensato riguardo a quello che chiunque vede. (E. Schrodinger)
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Re: IL REGIME STATICO, un sistema da 300 trasduttori
Come "compromesso" si potrebbero usare gli ampli a valvole però...Alessandro Cioni ha scritto:Questi planari sono particolarmente silenziosi, ma non possono fare miracoli.landscape12 ha scritto:Ho utilizzato planari analoghi a quelli dei link in array per le vie medioalte. Due array. Speravo che potessero fare più di un'ottava ciascuno, ma mi sono dovuto ricredere: ci vogliono tre vie di array per quell'intorno purtroppo, e i planari 'perdonano' meno delle cupole...TeoMarini ha scritto:Signori,
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Il problema è che l'altoparlante fa bene solo la prima, la più bassa delle frequenze della propria banda passante, tutte le successive ne vengono progressivamente deformate.
Quindi, se utilizziamo un leggerissimo planare su tre ottave, questo trasdurrà "fedelmente" tale problema.
Ecco perché "perdonano" meno delle cupole.
La soluzione, comunque parziale, è quella di ridurre più posibile la banda passante, con qualsiasi tipo di altoparlante.
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Re: IL REGIME STATICO, un sistema da 300 trasduttori
Oppure potremmo limitarci ad ascoltare "voce e chitarra"...landscape12 ha scritto: Come "compromesso" si potrebbero usare gli ampli a valvole però...
Il compito non è tanto di vedere ciò che nessun altro ha ancora visto; ma pensare ciò che nessun altro ha ancora pensato riguardo a quello che chiunque vede. (E. Schrodinger)
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Re: IL REGIME STATICO, un sistema da 300 trasduttori
Lo vedi in immagine, solo che ho usato l'rd75 al posto delle elettrostatiche.Landscape12 ha scritto: Mi è venuta in mente un'idea.
Partendo da un elettrostatico, c'è chi già oggi lo accoppia a un sub. L"ho fatto anch'io in passato con risultati deludenti però. Ma se, oltre al sub si aggiungesse, nel mezzo, un array di mediobassi leggeri quanto basta, il risultato potrebbe essere interessante. L'array genererebbe la pressione necessaria che purtroppo l'elettrostatico non ha. E si eviterebbe la brutale accoppiata sub/pannelli che non piace quasi a nessuno proprio per l'eccessiva differenza di velocità tra le due vie. Sui medioalti non toccherei niente perché le ridottissime riflessioni compensano in modo eccelso la non perfetta precisione. Tutto ciò a patto di non pretendere pressioni elevate e di stare ben fermi con la capoccia. Ciao
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Re: IL REGIME STATICO, un sistema da 300 trasduttori
Grazie Grisulea. Saresti così gentile da parlarne qui?Grisulea ha scritto:Lo vedi in immagine, solo che ho usato l'rd75 al posto delle elettrostatiche.Lanscape12 ha scritto: Mi è venuta in mente un'idea.
Partendo da un elettrostatico, c'è chi già oggi lo accoppia a un sub. L"ho fatto anch'io in passato con risultati deludenti però. Ma se, oltre al sub si aggiungesse, nel mezzo, un array di mediobassi leggeri quanto basta, il risultato potrebbe essere interessante. L'array genererebbe la pressione necessaria che purtroppo l'elettrostatico non ha. E si eviterebbe la brutale accoppiata sub/pannelli che non piace quasi a nessuno proprio per l'eccessiva differenza di velocità tra le due vie. Sui medioalti non toccherei niente perché le ridottissime riflessioni compensano in modo eccelso la non perfetta precisione. Tutto ciò a patto di non pretendere pressioni elevate e di stare ben fermi con la capoccia. Ciao
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Re: IL REGIME STATICO, un sistema da 300 trasduttori
Allora, dal basso della mia esperienza, vi dico la mia.
Punto primo:
per quanto riguarda la suddivisione della gamma audio da far riprodurre alle varie vie deputate alle frequenze basse e medio-basse, sono più che mai convinto, dopo tanti tentativi, che siano assolutamente necessarie:
a) una via “sub” capace di riprodurre la prima ottava, ottava e ½ (io ho due sub in “carico simmetrico, ciascuno dei quali ha due 12” in “push-pull”, con i 20 Hz flat e i 50 Hz a -6 dB);
b) una via “woofer” , dai 50 Hz in su (io adopero tre 12” in sospensione pneumatica dai 50 ai 112 Hz);
c) una via “medio-bassi “ (io adopero quattro wooferotti da 6,5”, in serie-parallelo, dai 112 ai 320 Hz).
Punto secondo:
Per quanto riguarda poi l’utilizzo di larghe membrane (elettrostatici o planari) o array, tutti noi riconosciamo i meriti di tali tipi di trasduttori.
Ma non bisogna dimenticare ASSOLUTAMENTE il principio della c.d. “PISTON BAND” che si riassume, in poche righe, così:
Da:
http://www.outline.it/rubri_tecnica/ITA ... L05_02.htm
"Piston Band" e “Frequenza normalizzata”.
La definizione di “Piston band” riferita ad un altoparlante, non necessariamente solo per i bassi, si attribuisce alla banda di frequenze in cui tale altoparlante ha un comportamento simile in tutto e per tutto a quello di un pistone, un disco rigido, che si muove uniformemente senza deformarsi ed avendo per questa ragione una risposta piatta e regolare.
Facendo uno sforzo di fantasia possiamo immaginare l’altoparlante di un dato diametro come una sorgente di dimensioni finite formata da un gran numero di piccole sorgenti infinitesimali che nella cosiddetta “Piston Band” vibrano in fase e con identica velocità ed ampiezza.
La frequenza in questione è definita anche “frequenza normalizzata”, la più alta alla quale si verifica una somma coerente d’energia, e si calcola con la semplice formula seguente: c/2pr, dove:
C = velocità del suono in aria = 344 m/sec a 21° C
r = raggio del pistone (pistone inteso come diaframma effettivo in movimento dell’altoparlante)
Oltre la “Frequenza normalizzata” tale comportamento cessa perché si determinano cancellazioni d’energia emessa dall’altoparlante a partire dalla frequenza avente lunghezza d’onda più piccola rispetto alle dimensioni del diaframma vibrante.
Per approfondimenti, leggete gli articoli di Guido Noselli-VLA che potete trovare qui: http://www.mariobon.com/index_articoli_AES.htm
Ciao!
Punto primo:
per quanto riguarda la suddivisione della gamma audio da far riprodurre alle varie vie deputate alle frequenze basse e medio-basse, sono più che mai convinto, dopo tanti tentativi, che siano assolutamente necessarie:
a) una via “sub” capace di riprodurre la prima ottava, ottava e ½ (io ho due sub in “carico simmetrico, ciascuno dei quali ha due 12” in “push-pull”, con i 20 Hz flat e i 50 Hz a -6 dB);
b) una via “woofer” , dai 50 Hz in su (io adopero tre 12” in sospensione pneumatica dai 50 ai 112 Hz);
c) una via “medio-bassi “ (io adopero quattro wooferotti da 6,5”, in serie-parallelo, dai 112 ai 320 Hz).
Punto secondo:
Per quanto riguarda poi l’utilizzo di larghe membrane (elettrostatici o planari) o array, tutti noi riconosciamo i meriti di tali tipi di trasduttori.
Ma non bisogna dimenticare ASSOLUTAMENTE il principio della c.d. “PISTON BAND” che si riassume, in poche righe, così:
Da:
http://www.outline.it/rubri_tecnica/ITA ... L05_02.htm
"Piston Band" e “Frequenza normalizzata”.
La definizione di “Piston band” riferita ad un altoparlante, non necessariamente solo per i bassi, si attribuisce alla banda di frequenze in cui tale altoparlante ha un comportamento simile in tutto e per tutto a quello di un pistone, un disco rigido, che si muove uniformemente senza deformarsi ed avendo per questa ragione una risposta piatta e regolare.
Facendo uno sforzo di fantasia possiamo immaginare l’altoparlante di un dato diametro come una sorgente di dimensioni finite formata da un gran numero di piccole sorgenti infinitesimali che nella cosiddetta “Piston Band” vibrano in fase e con identica velocità ed ampiezza.
La frequenza in questione è definita anche “frequenza normalizzata”, la più alta alla quale si verifica una somma coerente d’energia, e si calcola con la semplice formula seguente: c/2pr, dove:
C = velocità del suono in aria = 344 m/sec a 21° C
r = raggio del pistone (pistone inteso come diaframma effettivo in movimento dell’altoparlante)
Oltre la “Frequenza normalizzata” tale comportamento cessa perché si determinano cancellazioni d’energia emessa dall’altoparlante a partire dalla frequenza avente lunghezza d’onda più piccola rispetto alle dimensioni del diaframma vibrante.
Per approfondimenti, leggete gli articoli di Guido Noselli-VLA che potete trovare qui: http://www.mariobon.com/index_articoli_AES.htm
Ciao!
Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità.
Disonesto chi cambia la verità per accordarla al proprio pensiero.
Proverbio Arabo
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Re: IL REGIME STATICO, un sistema da 300 trasduttori
landscape12 ha scritto:Grazie Grisulea. Saresti così gentile da parlarne qui?Grisulea ha scritto:Lo vedi in immagine, solo che ho usato l'rd75 al posto delle elettrostatiche.Lanscape12 ha scritto: Mi è venuta in mente un'idea.
Partendo da un elettrostatico, c'è chi già oggi lo accoppia a un sub. L"ho fatto anch'io in passato con risultati deludenti però. Ma se, oltre al sub si aggiungesse, nel mezzo, un array di mediobassi leggeri quanto basta, il risultato potrebbe essere interessante. L'array genererebbe la pressione necessaria che purtroppo l'elettrostatico non ha. E si eviterebbe la brutale accoppiata sub/pannelli che non piace quasi a nessuno proprio per l'eccessiva differenza di velocità tra le due vie. Sui medioalti non toccherei niente perché le ridottissime riflessioni compensano in modo eccelso la non perfetta precisione. Tutto ciò a patto di non pretendere pressioni elevate e di stare ben fermi con la capoccia. Ciao
Qualcosa trovi qua
viewtopic.php?f=4&t=1013
Non confondere gli array con il nuovo di cui si parla. Se hai domande specifiche posso provare a risponderti.
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Re: IL REGIME STATICO, un sistema da 300 trasduttori
Grazie. Letto con molto interesse.
Hai provato l'idea di Mario Bon di far irradiare il tweeter solo posteriormente lasciando lavorare il "lungo" mid alto senza filtro in alto?
Mi sembra molto interessante
Hai provato l'idea di Mario Bon di far irradiare il tweeter solo posteriormente lasciando lavorare il "lungo" mid alto senza filtro in alto?
Mi sembra molto interessante
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