MAXXI ha scritto:Dici di essere stato lunghissimo tempo nella saletta Unison Opera ma solo alla fine badi alle elettroniche che davano vita a quelle affascinanti signore lignee , beh, senza essere un maniaco quando vado a sentire un impianto mi informo subito su come è composto anche per avere un'idea su come e quanto sentirò appena inseriti pezzi che conosco a menadito. Quindi un punto in meno......
per la disattenzione
Neanche alla fine ho guardato le elettroniche. Solamente oggi sono venuto a conoscenza del fatto che erano due modelli diversi. Come ho già detto non immaginavo che mi sarei trovato a descrivere l'ascolto. Se me lo avessero chiesto prima mi sarei certamente informato circa l'accoppiamento di ciò che stavo ascoltando.
Quindi accetto volentieri la bacchettata sulle mani, ma solo come recensore.
Come amante della musica e come progettista hifi certamente no.
Sono abituato a concentrarmi sulla musica. Ascolto gli strumenti, li cerco.
In prima analisi m'interessa solo il risultato, consapevole che è il frutto dell'interazione di vari parametri.
Credo sia un bene, perché se ascoltassi prima con gli occhi, le orecchie ne verrebbero almeno in parte condizionate. A me non interessa l'oggetto, ma solo il risultato. Dal risultato poi, può eventualmente scaturire l'interesse per la tecnica che c'è dietro.
MAXXI ha scritto:Non conosco quella versione dell' Alexander della Telarc , marca che ho apprezzato in varie occasioni ma che non sempre è stata univoca nella riproposizione corretta di quanto registrato. Come anche le realizzazioni della brilliant , nota soprattutto per avere dei prezzi moderati , ma non certo all'altezza di una Decca tanto per fare un esempio. Comunque è ovvio e naturale che ognuno abbia i suoi riferimenti , anche io li ho e li ho usati in tanti miei interventi sul forum da cui quasi tutti proveniamo.
In riferimento alla versione della Telarc, mi piacerebbe fartela ascoltare per sapere che ne pensi, tecnicamente e artisticamente. Il resto lo trovo poco opportuno, almeno per quanto riguarda me.
Mi spiego meglio. La brilliant l'ho citata per dovere di cronaca.
Quella mattina non ho scelto la mia “registrazione di riferimento”, perché io non ho una “registrazione di riferimento”.
Ho semplicemente scelto i dischi che ho sentito più spesso ultimamente, perché li ho meglio a memoria.
Per comodità.
In realtà per valutare un impianto non mi è necessario portare i miei dischi. Basta l'orchestra.
Comunque anche quei dischi non sono da buttar via, anzi...
MAXXI ha scritto:Comunque , sempre nel pomeriggio , e con meno gente Cicogna ha messo dei brani veramente eccellenti che anche ascoltati a gran volume non hanno palesato difetti , uno per tutti il "cosi parlò Zaratustra" con un organo viscerale e il fanfare per common man di Copland con percussioni ed ottoni al massimo livello.
Per quanto riguarda “l'organo viscerale” sono sostanzialmente d'accordo.
Per gli ottoni decisamente no. Il mio “massimo livello” è diverso.
MAXXI ha scritto:"pelle d'oca " . Mah , io ho parecchie primavere ( sono nato in aprile di tanti anni fa.... ) sulle spalle ma francamente non ho mai considerato questo termine un po' troppo d'effetto e "sovrabbondane " a quello che normalmente si intende per un ascolto appagante. Io lo chiamo semplicemente "piacere di ascolto " in cui , se si ha sufficiente cultura musicale e conoscenza della timbrica degli strumenti , ritrovi tutto al punto giusto con la giusta spazialità , la capacità di distinguere i vari strumenti anche nei piani più tumultuosi ( il nero infrastrumentale
) la micro e macrodinamica ed una corretta riproposizione della timbrica in generale. La pelle d'oca può venire forse occasionalmente per devastanti colpi di timpano e grancassa tipici ad esempio nella Sagra o nella fanfare for common man con ottoni in prima linea o altri esempi similari. Ma comunque finisce qui.
La pelle d'oca a me non viene come “difesa” dai colpi di timpano. Viene quando arriva il messaggio musicale in tutta la sua bellezza. In alcuni periodi (non questo) arriva all'improvviso mentre ripercorro una sinfonia mentalmente, ad impianto spento. Quando è acceso ovviamente capita spesso, un grande coro, il timbro di un particolare violino, una mezza nota, un soprano, una melodia...
Per me la pelle d'oca non è solamente un modo di dire o una metafora, ma un concreto segnale di goduria, che non arriva solamente davanti ad una riproduzione perfetta o davanti all'evento reale. Ma è certamente un segno di gradimento, che non si può manifestare in condizioni di sofferenza.
Il compito non è tanto di vedere ciò che nessun altro ha ancora visto; ma pensare ciò che nessun altro ha ancora pensato riguardo a quello che chiunque vede. (E. Schrodinger)