Ho cambiato un componente. Nuovo DAC
Inviato: 09/10/2017, 12:00
Dopo molti anni, sei se non ricordo male, ho ceduto alla curiosità e ho inserito un nuovo DAC nel mio impianto in sostituzione, per ora ancora temporanea, del mio Young.
Volevo provare un buon DAC con tecnologia R2R, ho trovato un'occasione per un Lector Digicode usato e l'ho preso.
Non mi aspettavo stravolgimenti e infatti non ce ne sono stati ma qualcosa, sicuramente seppur sottilmente, è cambiata. Non ho fatto confronti diretti, troppo pigro per fare le cose per bene e farle male è inutile, ma dopo aver avuto per anni lo Young con migliaia di ore di ascolto, ritengo di saper individuare le differenze.
Il Lector è davvero un ottimo componente, come anche lo Young peraltro, e la differenza principale che ho avvertito riguarda la veridicità, o naturalezza o come la si vuole chiamare, in particolare nella riproduzione di alcuni strumenti quali violini, flauti e alcuni ottoni. Su questo aspetto lo Young non mi ha mai convinto al 100% e nonostante tutti i miei sforzi per porvi rimedio ha sempre fornito una riproduzione un po' "sintetizzata", come se il suono non fosse quello di uno strumento vero. Il Lector restituisce un suono più vicino a come ascolto dal vivo, differenziando meglio i colori dei diversi strumenti e rendendoli quasi reali. Questo non significa che i suoni siano edulcorati: se gli ottoni devono squillare, come ad esempio nella seconda di Mahler, o il violino stridere, come nella sonata a Kreutzer, lo fanno, ma il suono è vero, è il vero squillare degli ottoni e stridere dei violini. Ho un paio di versioni del concerto per flauto di Mozart e mai con lo Young sono riuscito a convincermi completamente che stesse suonando proprio un vero flauto mentre con il Digicode è del tutto evidente. Per alcuni aspetti lo Young è un vero campione ed è un poco superiore al Lector, come ad esempio nella focalizzazione e nell'ampiezza del soundstage, ma preferisco il Digicode, che mi inganna meglio, mi pone più vicino alla realtà e mi consente di rilassarmi maggiormente durante l'ascolto.
Non so perché non sia mai riuscito tramite DSP, che continuo ad utilizzare nella stessa configurazione di prima, a ottenere gli stessi risultati con lo Young. Forse non sono sufficientemente bravo o forse il Lector si interfaccia meglio con la mia catena e in questo caso i DSP nulla possono, ma soggettivamente la qualità della riproduzione è migliorata.
Sarebbe interessante un riscontro oggettivo a queste mie impressioni ma servirebbe qualcuno molto più capace di me per trovarlo.
In conclusione sono contento del Lector, mi darò ancora un po' di tempo per valutare ma credo proprio che rimarrà. Se dicessi che il cambiamento è enorme e migliorativo sotto tutti gli aspetti direi una bugia ma è un tipo di cambiamento che non ho saputo ottenere altrimenti e che va nel verso di un mio maggiore coinvolgimento emotivo.
Una nota curiosa. Il Lector è tra i pochi DAC "moderni", Norma e MSB gli altri tra quelli da me ascoltati, che suonano molto bene già a risoluzione nativa ma gradisce parecchio anche l'upsampling a 88.2, mentre a 96 perde qualcosa delle virtù che ho descritto sopra.
Volevo provare un buon DAC con tecnologia R2R, ho trovato un'occasione per un Lector Digicode usato e l'ho preso.
Non mi aspettavo stravolgimenti e infatti non ce ne sono stati ma qualcosa, sicuramente seppur sottilmente, è cambiata. Non ho fatto confronti diretti, troppo pigro per fare le cose per bene e farle male è inutile, ma dopo aver avuto per anni lo Young con migliaia di ore di ascolto, ritengo di saper individuare le differenze.
Il Lector è davvero un ottimo componente, come anche lo Young peraltro, e la differenza principale che ho avvertito riguarda la veridicità, o naturalezza o come la si vuole chiamare, in particolare nella riproduzione di alcuni strumenti quali violini, flauti e alcuni ottoni. Su questo aspetto lo Young non mi ha mai convinto al 100% e nonostante tutti i miei sforzi per porvi rimedio ha sempre fornito una riproduzione un po' "sintetizzata", come se il suono non fosse quello di uno strumento vero. Il Lector restituisce un suono più vicino a come ascolto dal vivo, differenziando meglio i colori dei diversi strumenti e rendendoli quasi reali. Questo non significa che i suoni siano edulcorati: se gli ottoni devono squillare, come ad esempio nella seconda di Mahler, o il violino stridere, come nella sonata a Kreutzer, lo fanno, ma il suono è vero, è il vero squillare degli ottoni e stridere dei violini. Ho un paio di versioni del concerto per flauto di Mozart e mai con lo Young sono riuscito a convincermi completamente che stesse suonando proprio un vero flauto mentre con il Digicode è del tutto evidente. Per alcuni aspetti lo Young è un vero campione ed è un poco superiore al Lector, come ad esempio nella focalizzazione e nell'ampiezza del soundstage, ma preferisco il Digicode, che mi inganna meglio, mi pone più vicino alla realtà e mi consente di rilassarmi maggiormente durante l'ascolto.
Non so perché non sia mai riuscito tramite DSP, che continuo ad utilizzare nella stessa configurazione di prima, a ottenere gli stessi risultati con lo Young. Forse non sono sufficientemente bravo o forse il Lector si interfaccia meglio con la mia catena e in questo caso i DSP nulla possono, ma soggettivamente la qualità della riproduzione è migliorata.
Sarebbe interessante un riscontro oggettivo a queste mie impressioni ma servirebbe qualcuno molto più capace di me per trovarlo.
In conclusione sono contento del Lector, mi darò ancora un po' di tempo per valutare ma credo proprio che rimarrà. Se dicessi che il cambiamento è enorme e migliorativo sotto tutti gli aspetti direi una bugia ma è un tipo di cambiamento che non ho saputo ottenere altrimenti e che va nel verso di un mio maggiore coinvolgimento emotivo.
Una nota curiosa. Il Lector è tra i pochi DAC "moderni", Norma e MSB gli altri tra quelli da me ascoltati, che suonano molto bene già a risoluzione nativa ma gradisce parecchio anche l'upsampling a 88.2, mentre a 96 perde qualcosa delle virtù che ho descritto sopra.