Temperatura della bobina mobile

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Interference
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Temperatura della bobina mobile

#1 Messaggio da Interference »

In uno degli articoli di Rod Elliott sui sistemi attivi, si cita come problema ineluttabile nei sistemi di crossover passivi la variazione delle caratteristiche elettriche della bobina mobile (in particolare la resistenza) con la temperatura.

Vorrei chiedere ai più esperti se questo effetto è quantificabile e viene considerato nella progettazione dei crossover.

Grazie :)
carlochiarelli
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Re: Temperatura della bobina mobile

#2 Messaggio da carlochiarelli »

Mario é più esperto ma penso di no.
Per hifi domestica penso che il valore medio di potenza sulla bobina non comporti grossi problemi.
In una discoteca con fattori di cresta bassi il problema è invece importante.
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MarioBon
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Re: Temperatura della bobina mobile

#3 Messaggio da MarioBon »

In campo professionale si cerca in tutti i modi di ridurre l'aumento della temperatura aumentando la dissipazione del calore da parte della bobina mobile.
In campo Hifi si fa finta che il problema non sussista. Il rame (o l'alluminio) che forma l'avvolgimento della bobina mobile non smette di essere quello che è per nessun motivo. Tra i primi a trattare questo problema la KEF con particolari supporti della bobina fatti in alluminio e nomex (se non ricordo male).

Il riscaldamento della bobina mobile provoca l'aumento della resistenza pari allo 0.39% per ogni grado centigrado in più (per rame e alluminio).
Tanto per fare un confronto un resistore presenta un coefficiente temico di 100 parti per milione per grado ovvero 0.01% per °C
se la temperatura della bobina aumenta di 10°C, la resistenza aumenta del 3.9% (un resisteore dello 0.1%)
se la temperatura della bobina aumenta di 100°C, la resistenza aumenta del 39% che comporta una riduzione dell'SPL di 3 dB (un resistore dell' 1%).
Arrivare a 100°C è normale. Nel professionale si arriva molto più su (oltre 200°C con compressione che arriva verso i 6 dB).

Tuttavia
- il riscaldamento della bobina non comporta una attenuazione uniforma su tutta la banda riprodotta. In un sisema a tre vie l'altoparlante che si scalada di più potrebbe essere il medio, poi il woofer e per ultimo il tweeter (specie se a tromba). In un sistema a due vie si scalda di più il woofer. Il woofer ed il tweeter si scaldano in modo diverso ed il woofer perde più attorno a 100-200 Hz e meno in prossimità della risonanza e dove l'impedenza cresce per effetto della induttanza. Poi dipende anche dal programma musicale.

- il riscaldamete è "lento" e l'orecchio si abitua alla variazione di volume quindi, nel lungo termine, la compressione termica non viene percepita.

Può succedere che, dopo un po' di tempo che si ascolta a volume sostenuto, si percepisca un basso più presente o troppi acuti.
Arrivare a 100°C è normale. Nel professionale si arriva molto più su (oltre 200°C con compressione che arriva verso i 6 dB).

Non so se tutti ne tengano conto quando progettano i diffusori acustici ma dovrebbero farlo. Un modo è aumentare il numero degli altoparlanti nella stessa banda di frequenza.

Nei programmi con fattori di cresta elevati l'aumento (istantaneo) della temperatura, sui picchi, provoca distorsione di forma (stondamento dei picchi).
In genere la distorsione di forma non viene percepita a meno che non si ripeta frequentemente (all'interno di un intervallo di 100 milli secondi circa).
Mario Bon http://www.mariobon.com
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