Esiste il problema delle tre pareti? (cc)

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(per i cavi c'è una sezione dedicata)
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MarioBon
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Re: Esiste il problema delle tre pareti?

#41 Messaggio da MarioBon »

Un fattore di direttività pari a 8 è quello che si ottiene quando un altoparlante omnidirezionale è posto alla conflueza di tre pareti (che formano una tromba piana). Il fattore di direttvità è una misura della dispersione dell'altoparlante.
http://audioitalia.mondoforum.com/viewt ... ?f=9&t=237
Per esempio una tromba con dispesione 60x40 (Q teorico = 18) emette su un angolo orizzontale di 60° quindi, se la si mette in angolo, il suono non arriva alle pareti laterali.
Se il suono non incontra le pareti laterali la prima parete che incontra è alle spalle dell'ascoltatore (o poco più, dipende dalla forma della stanza). La prima riflessione avviene quindi alle spalle del punto di ascolto.
Stando vicini alle trombe è meglio attenuarle un po' (me è questione soggettiva).
Da studi fatti da Moller (della B&K) la risposta più gradevole in ambiente è leggermente calante verso le alte frequenze. Questo si ottiene con una risposta piatta in asse e una dispersione che decresce pian piano con la frequenza (B&W 801 è un buon esempio) http://www.mariobon.com/Articoli_storic ... &W_801.pdf). Anche qui interviene il gusto personale e non tutti apprezzano questo tipo di suono.
Questa è la risposta ideale secondo Colloms
http://www.mariobon.com/Glossario/___Am ... olloms.GIF
Immagine
questa secondo Moller (e altri):
http://www.mariobon.com/Glossario/___Am ... Moller.jpg
Immagine
Come vedi ci sono tante idee diverse che poi si riflettono nel modo di progettare i diffusori.
La qualità dell'ascolto dipende dal corretto bilanciamento tra suono diretto e suono riflesso (anche questo soggettivo). In camera anecoica il suono riflesso non c'è e quindi la riproduzione appare aspra (a chiunque...). I diffusori sono fatti per essere usati in un ambiente non troppo riflettente. Le registrazioni tengono conto anche di questo (e la riverberazione viene opportunamente dosata) perché l'ambiente aggiunge della riverberazione di suo. Ma questo è argomento per Marco Lincetto.

Oltre al tempo di riverberazione, quello che caratterizza la differenza tra un auditorio e il soggiorno di casa è il tempo che impiega la prima riflessione per arrivare all'ascotatore. Questo tempo (ITG) è nell'ordine di 10 milliSecondi (o più) a teatro e molto più breve in casa (perché le pareti sono più vicine). Quindi all'orecchio dell'ascoltatore domestico arriva più roba in meno tempo e questo può inficiare la Chiarezza e aumentare la fatica da ascolto perchè l'apparato uditivo fa più fatica a separare il suono diretto dal suono riflesso. A causa di ciò l'ascolto domestico è sempre un po' affaticante e meno "naturale". A questo si aggiunge il rumore ambientale e i "difetti" dell'impianto (in primis la distorsionenon lineare, altra causa di fatica da ascolto).
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TomCapraro
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Re: Esiste il problema delle tre pareti?

#42 Messaggio da TomCapraro »

Flavio ha scritto: Ciao Tom e Mario,

mi sembra che (almeno nel caso di Dirac Live) utilizzare esclusivamente l'attenuazione, anche se possibile, porti a vantaggi illusori.
Il mio ragionamento è che se si desidera che il woofer raggiunga un determinato livello SPL nel caso io decida di far lavorare l'equalizzazione solo in attenuazione sarò poi costretto ad aumentare maggiormente il volume generale.
Conseguentemente sia nel caso di attenuazione+amplificazione che nel caso di sola attenuazione al woofer sarà richiesta la stessa escursione così come all'amplificatore la stessa potenza... in altre parole l'eventuale distorsione è la stessa.
Per quanto riguarda poi gli altri aspetti qui entrano in gioco (sempre nel caso di Dirac Live) le misurazioni multiple.
Se Dirac Live viene utilizzato correttamente non ci sono problemi di over fitting e le risonanze di banda stretta non sono un problema in quanto il boost viene applicato dove e nella misura in cui questo è possibile.
In particolare il fenomeno di come le riflessioni si sommano alla radiazione diretta viene identificato perché una riflessione si somma differentemente alla radiazione diretta in ciascun punto, questo è uno dei motivi per i quali l'algoritmo Dirac necessita di nove misurazioni.

Flavio
Capisco Flavio quello che vuoi dire, si tratta di andare a "normalizzare" l'intero spettro affinchè il buco venga riempito.
Io intendevo un concetto che vede alcune cose legate fortemente a tre parametri:

A) la sensibilità del diffusore

B) la tenuta in potenza del diffusore

C) la potenza a disposizione dell'amplificatore

Tutto questo circoscritto al solo discorso elettrico-elettroacustico (poi ci sarebbe anche quello acustico)

Poniamo che la risposta del diffusore presentasse (come accade del resto) delle enfatizzazioni e delle zone di depressione (buchi)
Solitamente si formano entro la zona di Schroeder visto che l'incidenza modale e molto forte.
Se non implementiamo il nostro amato sistema di correzione otteniamo una fattore X legato a questi rapporti che legano la sensibilità, la tenuta in potenza degli AP, e la capacità di erogazione dell'ampli...

Ops...mi scuso con Flavio e con tutti, debbo scappare immediatamente.
L'argomento è interessante quindi appena posso apro un 3D specifico prendendo spunto da quanto iniziato.
saluti, Tom
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MarioBon
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Re: Esiste il problema delle tre pareti?

#43 Messaggio da MarioBon »

Di fondo c'è un fraitendimento, nel quale sono caduto anche io.
Siamo abituati a ragionare con in mente gli equalizzatori che fanno un certo tipo di lavoro (amplificazione o attenuazone a specifiche frequenze). Un DRC non è un equalizatore ed elimina un buco non semplicemente amplificando (cosa inutile con una interferenza distruttiva) ma eliminando la sorgente virtuale che provoca l'interferenza stessa. Questo vale per i buchi e anche per i picchi.

Sarebbe interessante vedere non tanto la risposta in frequenza corretta ma la correzione introdotta nel dominio del tempo.
Per cui mi verrebbe da dire "contrordine compagni..." si può lavorare sia in attenuazione che in esaltazione (perchè in realtà non si sta nè amplificando nè attenuando ma eliminando le sorgenti virtuali).

Questo avviene aggiungendo un opportuno segnale di correzione al programma musicale riprodotto e questa aggiunta avrà i suoi effetti (apparentemente minori del male che curano). Meglio comunque non esagerare.
Mario Bon http://www.mariobon.com
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TomCapraro
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Re: Esiste il problema delle tre pareti?

#44 Messaggio da TomCapraro »

MarioBon ha scritto:Di fondo c'è un fraitendimento, nel quale sono caduto anche io.
Siamo abituati a ragionare con in mente gli equalizzatori che fanno un certo tipo di lavoro (amplificazione o attenuazone a specifiche frequenze). Un DRC non è un equalizatore ed elimina un buco non semplicemente amplificando (cosa inutile con una interferenza distruttiva) ma eliminando la sorgente virtuale che provoca l'interferenza stessa. Questo vale anche per i buchi e anche per i picchi.

Sarebbe interessante vedere non tanto la risposta in frequenza corretta ma la correzione introdotta nel dominio del tempo.
Per cui mi verrebbe da dire "contrordine compagni..." si può lavorare sia in attenuazione che in esaltazione (perché in realtà non si sta nè amplificando nè attenuando ma eliminando le sorgenti virtuali).

Questo avviene aggiungendo un opportuno segnale di correzione al programma musicale riprodotto e questa aggiunta avrà i suoi effetti (apparentemente minori del male che curano). Meglio comunque non esagerare.
Ciao Mario, il ragionamento è corretto ma...manca un piccolo tassello.
p.s continuiamo in un 3D dedicato. http://audioitalia.mondoforum.com/viewt ... f=3&t=1090
saluti, Tom
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