Esperimento di gruppo: delay tra le vie

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SM63
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Esperimento di gruppo: delay tra le vie

#1 Messaggio da SM63 »

http://www.hifi-forumlibero.it/phpBB3/v ... 6&start=20

Questo argomento per come iniziato poteva essere interessanti, ma leggendo la finalità evidentemente ancora non si è del tutto compreso cose come lo scollamento prodotto dalla distanza (ritardo) tra centri di emissioni, anche per le basse frequenze .

Certamente ascoltare una traccia modificando/ritardando la sezione bassa fino a una certa frequenza a livello percettivo non è non puo essere la stessa cosa che ascoltare la stessa traccia non modificata usando due sorgenti poste a una certa distanza con il medesimo ritardo.
Salvatore Micale
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MarioBon
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Re: Esperimento di gruppo: delay tra le vie

#2 Messaggio da MarioBon »

La sensibilità e la selettività dell'orecchio, sotto i 500 Hz, è relativa tanto è vero che i Klipschorn presentano il primo taglio a 400 Hz e tutta questa banda di frequenze percorre tutta la tromba dei bassi subendo un ritardo notevole e anche una quantità di riflessioni. Nel 1983 anche le B&W 800 avevano il primo taglio prossimo a 500 Hz. Beranek ("Acoustics" 1954) scrive che è opportuno limitare il primo taglio sotto i 500 Hz "per motivi psicoacustici".
http://www.mariobon.com/Articoli_storic ... schorn.pdf
http://www.mariobon.com/Articoli_storic ... &W_801.pdf

Ancora oggi molti diffusori mantengono il primo taglio prossimo a 500 Hz il che consente di mandare al woofer la maggior parte della potenza (concentrata attorno a 200-250 Hz). Questa consuetudine è tipica dei diffusori anglosassoni. Per la verità B&W ha spostato progressivamente il primp taglio più in basso (ma non troppo).
Rispetto a 60 anni si fa più attenzione alla coerenza temporale del messaggio anche nella regione mediobassa. I sistemi di correzione come DRC e Dirac hanno messo in evidenza l'importanza della Chiarezza anche a frequenze ancor più basse.
Del resto, nella riproduzione, più difetti si tolgono e più aspetti insospettati vengono a galla. E' vero che l'apparato uditivo, come dice Tom in altro 3D, è in grado di adattarsi e di compensare alcune magagne tuttavia, per farlo, deve lavorare e questo, prima o poi si manifesta come fatica da ascolto. Quindi un sistema con pochi difetti, alla fine, suona meglio anche perchè fa lavorare meno il cervello e questo dà quella sensazione di "naturalezza" o di "non riprodotto" tanto cercata.
C'è poi da considerare che l'uomo si è evoluto con i piedi per terra e che le riflessioni provenienti dal pavimento sono sempre state presenti. La riflessione dal pavimento provoca un effetto "filtro a pettine" che però non "sentiamo" grazie al tempo di integrazione dell'orecchio che va da 35 a 80 milliSecondi (per parlato e musica). Con un ritardo di 100 mS percepiamo due suoni distinti (echo). In 35 mS il suono percorre 12 metri, in 80 mS ne percorre 27.5. In un ambiente di 20 metri quadri il tempo medio tra due riflessioni è di 2.4 metri quindi il nostro orecchio integra una quantità di riflessioni e cancella "automaticamente" gli echi. Questo, però, costa lavoro e fatica.
Mario Bon http://www.mariobon.com
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