Concretezza del suono

L'udito, cosa udiamo, come udiamo
Rispondi
Messaggio
Autore
Avatar utente
TomCapraro
Amministratore del forum
Messaggi: 7923
Iscritto il: 25/11/2016, 12:37
Località: Agrigento

Re: Concretezza del suono

#41 Messaggio da TomCapraro »

markzzz ha scritto: Qui non sono io molto d'accordo :) Il timbro "registrato" si (gli 1-0 del file digitale :P ma che poi anche lì, dipende; se cambio microfono, il processo di registrazione cambia il timbro a sua volta. Non parliamo poi di vinile o dischi magnetici...) ma il riprodotto no. Un semplice speaker con risposta in frequenza diversa cambia lo spettro (ergo, il timbro). Per natura non esiste il "flat" (che, da quando ho capito, suonerebbe comunque in maniera innaturalissima).
Non ho capito bene a quale microfono ti riferisci: quello che registra un evento musicale dal vivo, o quello che registra la risposta del setup audio.
Comunque non è affatto vero che la risposta flat produce suoni "innaturalissimi" poiché dipende da molti fattori quali ad esempio la distanza critica, la completezza dello spettro bassissimo, la direzionalità di emissione, il fattore di assorbimento, la registrazione stessa e tanto altro.
Ho l'impressione che la spudorata temerarietà nel gettarsi a misurare abbia partorito alcune leggende metropolitane.
Noi, qui, ce ne accorgiamo subito.
Insomma non vedo particolari problemi, ad esempio, per chi lo sa fare, esiste una tecnica che indirizza "lo stereo" verso l'esatta riproduzione di ciò che è contenuto nel disco.
Basta usare poi dischi di riferimento ben registrati.
Un impianto lo si può rendere molto neutro, poi soggettivamente non può piacere, ma un riferimento esiste.
Certamente non è banale e nemmeno alla portata di tutti.
saluti, Tom
Avatar utente
TomCapraro
Amministratore del forum
Messaggi: 7923
Iscritto il: 25/11/2016, 12:37
Località: Agrigento

Re: Concretezza del suono

#42 Messaggio da TomCapraro »

@markzzz
Se non ricevi le notifiche pulisci i cookies nel pc.
saluti, Tom
Avatar utente
markzzz
Messaggi: 58
Iscritto il: 03/07/2017, 8:41

Re: Concretezza del suono

#43 Messaggio da markzzz »

TomCapraro ha scritto: Un impianto lo si può rendere molto neutro, poi soggettivamente non può piacere, ma un riferimento esiste.
È quel "molto" che frega. Un qualcosa lo modifica sempre. Anche la stanza in cui lo stai sentendo e il microfono con cui registri.

Vuoi dirmi che sei mai arrivato a dei casi in cui un CD nel tuo ambiente x suona identico al pezzo suonato nel ambiente y quando registravi? O banalmente che lo stesso CD suona esattamente uguale nel ambiente a e b? È fisicamente impossibile. Anche i fattori biologici del tuo orecchio cambiano di giorno in giorno :( Questo "incastra" la teoria del concreto.

Non sto parlando di "ragionarci" e fare una stima (mentale, di compensazione) di come quel suono è nella realtà. Ma di sentirlo come è in realtà (ovvero, senza interferenze ambientali).

È ben diverso.

Più che di registrazioni "live" però io parlo più da tracce da studio. Dove vengono montate e maneggiate lavorando traccia per traccia di ogni strumento. Li è ancora più diverso, soprattutto perché manipoli il "come" suonano tra loro a posteriori. La concretezza qui dovrebbe stare nel montaggio, ma è la stessa cosa (presumo): impianti diversi, suona diversamente.

P.s. se seguo la tua teoria, teoricamente una volta che hai trovato il setup ottimale dovresti essere arrivato alla soluzione (e sentire i suoni come realmente sono). Invece scommetto che sperimentando nuove attrezzature ogni tanto pensi "cavoli, questo suona decisamente meglio". Giusto?
Avatar utente
Polin
Messaggi: 507
Iscritto il: 04/01/2017, 10:18
Località: Italia

Re: Concretezza del suono

#44 Messaggio da Polin »

TomCapraro ha scritto:
Polin, guarda che non intendevo, per telefonata in mezzo, una conversazione in simultanea con l'ascolto, visto che hai menzionato il mascheramento, bensì l'interruzione dell'ascolto, causa telefonata, e poi la relativa ripresa.
Non avevo ben compreso!
MarioBon ha scritto:La discussione è interessante tuttavia credo si debba fare una netta distinzione tra la riproduzione di un suono (per esempio del violino) e la produzione di un suono (per esempio con un sintetizzatore).
Faccio un esempio:
Prendiamo una Fender Stratocaster collegata ad un amplificatore VOX, Fender e Marshall. La Stratocaster avrà tre timbri diversi. Ha senso chiedersi quale è il "timbro" della Stratocaster in sè?
Se voglio un certo timbro uso un certo amplificatore poi quello che ne viene fuori, una volta registrato, sarà il suono da riprodurre.
Quindi, secondo me, non ha senso chiedersi quale sia il timbro di un suono prodotto artificialmente prima che questo sia passato attraverso un amplificatore ed un altoparlante.
Ma probabilmente la mia è "deformazione professionale" dato che mi occupo di riproduzione e non di produzione del suono.
Condivido!
Saluti
Avatar utente
TomCapraro
Amministratore del forum
Messaggi: 7923
Iscritto il: 25/11/2016, 12:37
Località: Agrigento

Re: Concretezza del suono

#45 Messaggio da TomCapraro »

markzzz ha scritto: È quel "molto" che frega. Un qualcosa lo modifica sempre. Anche la stanza in cui lo stai sentendo e il microfono con cui registri.

Vuoi dirmi che sei mai arrivato a dei casi in cui un CD nel tuo ambiente x suona identico al pezzo suonato nel ambiente y quando registravi? O banalmente che lo stesso CD suona esattamente uguale nel ambiente a e b? È fisicamente impossibile. Anche i fattori biologici del tuo orecchio cambiano di giorno in giorno :( Questo "incastra" la teoria del concreto.

Non sto parlando di "ragionarci" e fare una stima (mentale, di compensazione) di come quel suono è nella realtà. Ma di sentirlo come è in realtà (ovvero, senza interferenze ambientali).

È ben diverso.

Più che di registrazioni "live" però io parlo più da tracce da studio. Dove vengono montate e maneggiate lavorando traccia per traccia di ogni strumento. Li è ancora più diverso, soprattutto perché manipoli il "come" suonano tra loro a posteriori. La concretezza qui dovrebbe stare nel montaggio, ma è la stessa cosa (presumo): impianti diversi, suona diversamente.

P.s. se seguo la tua teoria, teoricamente una volta che hai trovato il setup ottimale dovresti essere arrivato alla soluzione (e sentire i suoni come realmente sono). Invece scommetto che sperimentando nuove attrezzature ogni tanto pensi "cavoli, questo suona decisamente meglio". Giusto?
Molto non significa tutto.
Meglio molto che poco.
Un setup buttato alla carlona dentro le 6 pareti domestiche garantisce abbastanza poco.
Ti faccio un altro esempio: se in 10 ambienti diversi venisse curato il tempo di riverbero, il campo riflesso (a livello di ITG/ITC), e si implementasse il DRC sul medesimo impianto, questo (nei 10 locali diversi) con lo stesso disco suonerebbe in modo abbastanza simile, molto. (ho aggiunto un altro molto)
Identici, come suono, non potranno esserlo, ma abbastanza simili da poterli considerare verosimiglianti, molto verosimiglianti.
saluti, Tom
Avatar utente
markzzz
Messaggi: 58
Iscritto il: 03/07/2017, 8:41

Re: Concretezza del suono

#46 Messaggio da markzzz »

TomCapraro ha scritto: Identici, come suono, non potranno esserlo, ma abbastanza simili da poterli considerare verosimiglianti, molto verosimiglianti.
Si ma "l'unicità" (concretezza) non lo fai sul "molto". E' o non è. E' unico per un motivo. Già se ad un cd equalizzo i bassi non è più "unico".
Il concetto di "simile" dovrebbe scaturire nella tua mente (quello che succede a me) "qual'è alla fin fine quello reale"? Non c'è risposta a questa domanda. O meglio, puoi "stimarla" mentalmente. Ma non ascolti mai il "concreto".

Né nei tuoi impianti studiati/calibrati/costosi (anche se la differenza con il "reale" astratto nella tua mente sarà minima), né nel mio salotto con un impianto da 100€ (certamente più distante dalla realtà; anche se mentalmente potrei riuscire ad astrarre lo stesso suono reale che ascolti te, se calibro bene l'impianto e ho molta esperienza d'ascolto).

In ogni caso, non ascolti "un unico" suono, ma differenziato in base all'ambiente (ed è qui il nocciolo della mia questione).
Alla fine quello che ascolti è "quello che ascolti" (che può essere poco o molto verosimigliante), non l'astratto mentale. Ma "sempre" diverso.

Anche se scommetto che non concordi nemmeno ora :D
Avatar utente
TomCapraro
Amministratore del forum
Messaggi: 7923
Iscritto il: 25/11/2016, 12:37
Località: Agrigento

Re: Concretezza del suono

#47 Messaggio da TomCapraro »

markzzz ha scritto:Si ma "l'unicità" (concretezza) non lo fai sul "molto". E' o non è. E' unico per un motivo. Già se ad un cd equalizzo i bassi non è più "unico".
Il concetto di "simile" dovrebbe scaturire nella tua mente (quello che succede a me) "qual'è alla fin fine quello reale"? Non c'è risposta a questa domanda. O meglio, puoi "stimarla" mentalmente. Ma non ascolti mai il "concreto".

Né nei tuoi impianti studiati/calibrati/costosi (anche se la differenza con il "reale" astratto nella tua mente sarà minima), né nel mio salotto con un impianto da 100€ (certamente più distante dalla realtà; anche se mentalmente potrei riuscire ad astrarre lo stesso suono reale che ascolti te, se calibro bene l'impianto e ho molta esperienza d'ascolto).

In ogni caso, non ascolti "un unico" suono, ma differenziato in base all'ambiente (ed è qui il nocciolo della mia questione).
Alla fine quello che ascolti è "quello che ascolti" (che può essere poco o molto verosimigliante), non l'astratto mentale. Ma "sempre" diverso.

Anche se scommetto che non concordi nemmeno ora :D
C'è un piccolo problema nelle tue supposizioni riguardo il mio modo (o metodo) di astrarre la cosiddetta verosimiglianza.
Tu, nel tuo caso astrai il vero, senza alcun termine oggettivo di pargone.
Io, paradossalmente, usando svariate tecniche e metodi immaginerei di astrarre qualcosa che poi alla fine si rileverebbe """*meno concreta*""" rispetto la tua vera astrazione?
Mi sembra che il tuo messaggio, decodificandolo, dice questo.
saluti, Tom
Avatar utente
markzzz
Messaggi: 58
Iscritto il: 03/07/2017, 8:41

Re: Concretezza del suono

#48 Messaggio da markzzz »

TomCapraro ha scritto: C'è un piccolo problema nelle tue supposizioni riguardo il mio modo (o metodo) di astrarre la cosiddetta verosimiglianza.
Tu, nel tuo caso astrai il vero, senza alcun termine oggettivo di pargone.
Io, paradossalmente, usando svariate tecniche e metodi immaginerei di astrarre qualcosa che poi alla fine si rileverebbe """*meno concreta*""" rispetto la tua vera astrazione?
Mi sembra che il tuo messaggio, decodificandolo, dice questo.
No, non dico questo.

Presupponiamo che io e te siamo due cloni che hanno la stessa percezione nelle cose (perché questo discorso a livello individuale non avrebbe senso).

Dico che io astraggo partendo da un risultato di input (uditivo/percettivo) che si discosta molto di più rispetto al tuo (che hai strumenti professionali e ben calibrati).
Tu astrai lo stesso, ascoltando però un suono più "vicino" alla realtà (che ripeto, è solo astratta).

In entrambi i casi, nessuno dei due ascolti il reale. Semplicemente uno ascolta un suono più vicino alla realtà.
Ma la morale è che ognuno ascolta un suono diverso dalla realtà.
E siccome l'ascolto è quello che scaturisce le "emozioni/sensazioni/quel che lè", stai scatenando "emozioni/sensazioni/quel che lè" su un input non reale (ma "shapato" da fenomeni fisici e biologici) che differisce di volta in volta.

Ergo, se f(a) => b (e "a" è il suono fisico e "b" la percezione che il cervello ha di esso), f(aV1) => difficilmente andrà in b (ma in qualcosa di bV1, simile a b). Per ogni ascolto/stanza/strumentistica.
Avatar utente
TomCapraro
Amministratore del forum
Messaggi: 7923
Iscritto il: 25/11/2016, 12:37
Località: Agrigento

Re: Concretezza del suono

#49 Messaggio da TomCapraro »

markzzz ha scritto:No, non dico questo.

Presupponiamo che io e te siamo due cloni che hanno la stessa percezione nelle cose (perché questo discorso a livello individuale non avrebbe senso).

Dico che io astraggo partendo da un risultato di input (uditivo/percettivo) che si discosta molto di più rispetto al tuo (che hai strumenti professionali e ben calibrati).
Tu astrai lo stesso, ascoltando però un suono più "vicino" alla realtà (che ripeto, è solo astratta).

In entrambi i casi, nessuno dei due ascolti il reale. Semplicemente uno ascolta un suono più vicino alla realtà.
Ma la morale è che ognuno ascolta un suono diverso dalla realtà.
E siccome l'ascolto è quello che scaturisce le "emozioni/sensazioni/quel che lè", stai scatenando "emozioni/sensazioni/quel che lè" su un input non reale (ma "shapato" da fenomeni fisici e biologici) che differisce di volta in volta.

Ergo, se f(a) => b (e "a" è il suono fisico e "b" la percezione che il cervello ha di esso), f(aV1) => difficilmente andrà in b (ma in qualcosa di bV1, simile a b). Per ogni ascolto/stanza/strumentistica.
bah, messa in questo modo sembra tu voglia sostenere quello che concettualmente sostengo pure io con frasi differenti.
Tempo addietro scrissi questo messaggio: al cospetto di un setup audio +/- ottimizzato, ci si può emozionare anche ascoltando un brano su youtube riprodotto dal telefonino.
Se la musica verte ad emozionare hai voglia di astrarre...quindi in questo caso la prestazione elettrica/elettroacustica ed acustica passa in secondo (anche terzo...quarto...) piano.
Però c'è un però, basta spostare leggermente l'attenzione verso la prestazione oggettiva dell'impianto (un ottimo setup audio, consentimi, sarà molto meglio dell'audio di uno smartphone S7) per accorgersi che la nostra musica, aggiungo preferita, meriterebbe di più.
Personalmemente, l'ho sempre desiderato, cerco di ascoltarla al meglio.

Una domanda sorge spontanea: per te, concretezza significa emozione oppure verosimiglianza con il reale ? (cosa che non potrai conoscere se ascolti dischi con provenienza ignota)
Insomma il termine concretezza cosa significa per te ?
saluti, Tom
Avatar utente
markzzz
Messaggi: 58
Iscritto il: 03/07/2017, 8:41

Re: Concretezza del suono

#50 Messaggio da markzzz »

TomCapraro ha scritto:Se la musica verte ad emozionare hai voglia di astrarre...
Intendi dire che "hai realmente voglia" o è un modo per dire "puoi star li ad astrarre quanto vuoi.. tanto..."?
TomCapraro ha scritto:Personalmemente, l'ho sempre desiderato, cerco di ascoltarla al meglio.
Perché? Cosa ti da "in più"?
TomCapraro ha scritto:Una domanda sorge spontanea: per te, concretezza significa emozione oppure verosimiglianza con il reale ? (cosa che non potrai conoscere se ascolti dischi con provenienza ignota)
Insomma il termine concretezza cosa significa per te ?
Per concretezza intendo un "qualcosa" di determinato, reale, che persiste nel tempo e nello spazio, e non varia ad ogni "ascolto".

Prendi un abito della tua donna: se lo guardi con la luce al neon del negozio mentre lo sta comprando o quando lo indossa in riva al mare, ti "arriva" con dei colori differenti.
O prendi un colore "digitalizzato" (come la tavolozza dei colori qui a lato mentre scrivi un post): se lo guardi su monitor diversi, anche lui "cambia" (o meglio, nel reale/astratto/concreto lui è sempre identico, è a noi che arriva con percezione diversa).

A meno che non intendi la nostra percezione come "somma" di fattori ricostruita dentro al cervello (bilanciamento, contestualizzazione, memoria, ecc; quindi il rosso dei vari monitor è sempre la percezione "rosso" che abbiamo) piuttosto che "traduzione" momentanea dell'input in ingresso fisico (quello di cui abbiamo discusso fino ad ora).

Se fosse la prima, non avrebbe senso ammettere che un impianto è più piacevole di un altro, perché alla fin fine arrivi alla stessa "percezione" ponderata: il "rosso". E qui casca l'asino un'altra volta, perché non è vero che stessi impianti danno stesse percezione (sennò ogni impianto sarebbe indifferente, e uno non più piacevole dell'altro).
Rispondi

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 17 ospiti