Polin ha scritto: ↑03/09/2021, 18:18
l'osservatore in nessun caso non si serve,a monte, di modelli riconducibili allo studio delle caratteristiche audiologiche umane?
L'osservatore può trattare la realtà fisica di tipo deterministico, non può operare sulle caratteristiche olistiche dell'uomo...per cui: a "monte" non possono esserci modelli riconducibili a qualcosa che deve risultare stabile e ripetibile.
L'osservazione dell'osservato riconduce alle caratteristiche audiologiche umane, ma finquando queste rimangono circoscritte nell'ambito delle sensazioni comprovate.
C'è un problema: la percezione "inquina" la comprovazione delle sensazioni poichè si percepiscono anche delle cose in assenza totale di variazioni fisiche.
Bisogna essere concreti, fidarsi dell'osservatore e ragionare sull'osservato.
Qualche esempio: se l'osservatore non produce differenze bisogna terminare l'indagine e non perderci tempo.
Se invece l'osservatore trova qualcosa su cui ragionarci, allora è il caso di collaborare sinergicamente con le caratteristiche audiologiche umane.
Ad esempio se l'osservatore rileva delle cose a limite delle JDD e/o JND bisogna impiegare anche un metodo "umano" affinchè si possa stabilire quanto e se questo è udibile.
Per evitare errori ed "inquinamento" da percezione, l'osservatore dovrebbe collaborare con l'osservato utilizzando un metodo che ne certifichi la comprovazione di tipo audiologico.
I test in cieco aiutano a coniugare la parte osservata.
Poi l'esperienza aiuta anche a decifrare molte cose, anche in assenza di modelli, ad esempio se l'operatore effettua spesso ragionamenti sull'osservato, riesce anche con facilità a prevedere il prevedibile.
Esistono molti fenomeni osservabili e prevedibili. (ma siamo sempre li...finquando questi non vengono "inquinati" dalla percezione)
Nella realtà percepita non esiste inquinamento, è una conseguenza dell'uomo.
Come vedi si ritorna sempre al punto di partenza, quindi bisogna scegliere a priori quale realtà dev'essere studiata e osservata. (quella fisica non desta problemi, quella percepita si)