Diffusori economici italiani
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Re: Diffusori economici italiani
I mercati più "costanti" sono l'Europa centrale e l'estremo oriente. Ci sono anche paesi che non ti aspetteresti come l'Iran o il Vietnam. Diciamo che è un mercato variegato: cala da una parte e cresce dall'altra. Bisogna esssere sempre presenti (pubblicità, fiere, manifestazioni, ecc.).
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Re: Diffusori economici italiani
non avrei mai pensato di dirlo: ma che brutto ormai vivere in questo paese...
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Re: Diffusori economici italiani
i tedeschi non fanno una mazza tutto il giorno...MarioBon ha scritto: ↑09/01/2021, 16:08Esterofilia a parte, mediamente un italiano passa in casa meno tempo di un tedesco o di uno scandinavo (per esempio) e, quando è a casa, preferisce guardare la televisione. Infatti la prima "botta" al mercato HiFi si è avuta con l'introduzione dei televisori piatti, la seconda con l'introduzione dello smartphone. La domanda si è spostata dall'HiFi verso altri beni di consumo.NomeUtente ha scritto: ↑09/01/2021, 15:35Come te lo spieghi, ovvero come se lo spiega l'ufficio marketing? Il cliente italiano e' oltremodo esigente? Troppa concorrenza? Altro?
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Re: Diffusori economici italiani
fuori è molto molto peggioBergamotto ha scritto: ↑26/01/2021, 11:29 non avrei mai pensato di dirlo: ma che brutto ormai vivere in questo paese...
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Re: Diffusori economici italiani
Indiana Line è un marchio che ha già attraversato quattro cambi di proprietà, eppure è sempre qui. E sono 45 anni.
Dispiace che non sia più di proprietà italiana, dovrebbe far piacere osservare che non è andata in mano ad un fondo qualsiasi che cerca di spremere il limone, ma a persone che vivono di hifi, che sono un'azienda di seconda generazione che conosce il mondo dell'hifi come poche altre in Europa, e che amano quello che fanno, al punto di decidere di fare il passo e diventare a loro volta proprietari di un marchio che hanno imparato ad apprezzare nel corso degli anni.
Di tutte le soluzioni possibili perchè Indiana Line avesse continuità mi sembra che questa sia la più apprezzabile.
La progettazione e sviluppo rimane in capo al Signor Eugenio Musso, attraverso un costituendo ufficio dedicato a Rivoli, mentre la struttura di vendita è gestita sul territorio nazionale dalle stesse persone (segnatamente, io) che la gestivano prima, attraverso la stessa filiera di prima, proponendo gli stessi prodotti di prima, ma già pensando allo sviluppo di nuovi prodotti e nuove linee grazie alla visione in senso internazionale e allargato della nuova proprietà, che ha acquistato solo a patto che non si perdesse l'italianità del prodotto, perchè è questa che interessava loro, nel marasma di marchi e proposte disponibili sul mercato.
Purtroppo ha ragione Marcello: fare impresa in Italia è diventato impossibile, e non è solo una questione di soldi, si tratta anche di tempo: il Signor Musso mi diceva che ormai era arrivato ad impiegare il 70% del suo tempo solo a seguire carte e amministrazione, non riuscendo più a dedicare al suo prodotto il tempo che necessitava. Ora potrà nuovamente pensare solo al prodotto lasciando tutti i lacci e lacciuoli di Berlusconiana memoria ad altri.
In sintesi, già ora che siamo appena partiti ci sono tre persone in più in Italia che mantengono la famiglia grazie ad Indiana Line, e sono solo le prime.
Dispiace che non sia più di proprietà italiana, dovrebbe far piacere osservare che non è andata in mano ad un fondo qualsiasi che cerca di spremere il limone, ma a persone che vivono di hifi, che sono un'azienda di seconda generazione che conosce il mondo dell'hifi come poche altre in Europa, e che amano quello che fanno, al punto di decidere di fare il passo e diventare a loro volta proprietari di un marchio che hanno imparato ad apprezzare nel corso degli anni.
Di tutte le soluzioni possibili perchè Indiana Line avesse continuità mi sembra che questa sia la più apprezzabile.
La progettazione e sviluppo rimane in capo al Signor Eugenio Musso, attraverso un costituendo ufficio dedicato a Rivoli, mentre la struttura di vendita è gestita sul territorio nazionale dalle stesse persone (segnatamente, io) che la gestivano prima, attraverso la stessa filiera di prima, proponendo gli stessi prodotti di prima, ma già pensando allo sviluppo di nuovi prodotti e nuove linee grazie alla visione in senso internazionale e allargato della nuova proprietà, che ha acquistato solo a patto che non si perdesse l'italianità del prodotto, perchè è questa che interessava loro, nel marasma di marchi e proposte disponibili sul mercato.
Purtroppo ha ragione Marcello: fare impresa in Italia è diventato impossibile, e non è solo una questione di soldi, si tratta anche di tempo: il Signor Musso mi diceva che ormai era arrivato ad impiegare il 70% del suo tempo solo a seguire carte e amministrazione, non riuscendo più a dedicare al suo prodotto il tempo che necessitava. Ora potrà nuovamente pensare solo al prodotto lasciando tutti i lacci e lacciuoli di Berlusconiana memoria ad altri.
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Ogni opinione espressa è mia personale e non rispecchia necessariamente quella delle aziende con le quali collaboro (Coral e Indiana Line). Tradotto: IMHO
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Re: Diffusori economici italiani
Tutto bello, Marc1... nel frattempo le IL in vendita non si trovano... prodotto esaurito.. prodotto non disponibile... molti rivenditori sono passati ad altri marchi...
finto professionista che non ha coraggio di firmarsi con nome e cognome - anonimo & incompetente & nullita' - il peggiore di tutti - pataccaro difensore di pataccari - feccia maleodorante [cit. "il progettista VERO (since 1972)"]
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Re: Diffusori economici italiani
Sono felice di informarvi che da domani Indiana Line torna disponibile in tutta Italia.
L'elenco rivenditori è sul sito.
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