Eccomi ......
Si confermo l'impianto appare assai complesso .
Partiamo dal dac .
Nato con tre uscite indipendenti partendo dallo stadio di conversione per finire allo stadio di uscita ,inizialmente sono servite per valutare velocemente e a distanza di tempo varie implementazioni ,successivamente sono servite per pilotare il sistema in bi-amplificazione al momento passiva .
Sub attivo...finale in classe D con DSP .
Dimensionato per soddisfare almeno 3 condizioni .
A) Per intergrare il multi ch
B) Per corregere una cancellazione ambientale
C) Per estendere la risposta in basso (non necessaria per gli attuali diffusori Dynaudio Evinence )
Continua ..........
Il mio dac, il mio impianto.
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Re: Il mio dac, il mio impianto.
Salvatore Micale
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Re: Il mio dac, il mio impianto.
Come dicevo elemento nuovo in questa occasione è stato l'inserimento del sub per soddisfare i tre punti appena elencati.
Successivamente si sono fatte altre prove in parte anticipate dallo stesso Andrea ....cerco entrare nel particolare tecnico seguendo un filone logico .
Inizio dal tipo di caricamento ,nel caso specifico un woofer da 12" box bandpass singolo accordo ,il perche' è molto semplice ,buona estensione ,unica emissione (fondamentale per intervenire sulle cancellazioni ambientali ) dimensione relativamente contenute , escursione relativamente contenuta per la MAX SPL .
Contro :un accordo lungo 70 cm (primo ritardo ) ,consapevole del fatto un accordo cosi lungo non puo' che causare turbolenze ,quindi distorsione ,grazie qualche accorgimento di qua di la sono riuscito limitarle a livelli insignificanti .....Diciamo il sub c'è fa il suo lavoro senza avvertire minimamente la presenza ,tanto meno soffia ( aspetti per me fondamentale ) ....
Seconda questione :Posizionamento (dietro il punto d'ascolto )
Il sub essendo attivo con DSP dedicata (secondo ritardo "digitale" ) permette ampi margine nella regolazione , il posizionamento in ambiente ha tenuto conto ,non solo per la migliore risposta in frequenza ,diciamo la meno affetta da cancellazioni o da inevitabili esaltazione ,tante è bastato un solo intervento correttivo -10 o 12 dB adesso non ricordo a 32 Hz con un Q molto stretto per spianare la risposta , invece in modo particolare è stato curato allineamento temporale rispetto l'emissione con i diffusori frontali ......quindi la somma dei ritardi (SUB) nel condotto ,piu' ritardo digitale della DSP piu' la distanza del sub al punto d'ascolto ,sono molto simile alla distanza rispetto i diffusori frontali .
Questo primo grafico fa vedere la risp del solo sub ,riferita al punto d'ascolto .Taglio , pendenza ,ritardi ,fase ecc , sono servite per testare l'integrazione dello stesso con due piccoli diffusori ,pilotati a parte da un finale .....Visto il risultato .....Forse la lampadina si è accesa proprio in quel momento ....
Continua ..........
Successivamente si sono fatte altre prove in parte anticipate dallo stesso Andrea ....cerco entrare nel particolare tecnico seguendo un filone logico .
Inizio dal tipo di caricamento ,nel caso specifico un woofer da 12" box bandpass singolo accordo ,il perche' è molto semplice ,buona estensione ,unica emissione (fondamentale per intervenire sulle cancellazioni ambientali ) dimensione relativamente contenute , escursione relativamente contenuta per la MAX SPL .
Contro :un accordo lungo 70 cm (primo ritardo ) ,consapevole del fatto un accordo cosi lungo non puo' che causare turbolenze ,quindi distorsione ,grazie qualche accorgimento di qua di la sono riuscito limitarle a livelli insignificanti .....Diciamo il sub c'è fa il suo lavoro senza avvertire minimamente la presenza ,tanto meno soffia ( aspetti per me fondamentale ) ....
Seconda questione :Posizionamento (dietro il punto d'ascolto )
Il sub essendo attivo con DSP dedicata (secondo ritardo "digitale" ) permette ampi margine nella regolazione , il posizionamento in ambiente ha tenuto conto ,non solo per la migliore risposta in frequenza ,diciamo la meno affetta da cancellazioni o da inevitabili esaltazione ,tante è bastato un solo intervento correttivo -10 o 12 dB adesso non ricordo a 32 Hz con un Q molto stretto per spianare la risposta , invece in modo particolare è stato curato allineamento temporale rispetto l'emissione con i diffusori frontali ......quindi la somma dei ritardi (SUB) nel condotto ,piu' ritardo digitale della DSP piu' la distanza del sub al punto d'ascolto ,sono molto simile alla distanza rispetto i diffusori frontali .
Questo primo grafico fa vedere la risp del solo sub ,riferita al punto d'ascolto .Taglio , pendenza ,ritardi ,fase ecc , sono servite per testare l'integrazione dello stesso con due piccoli diffusori ,pilotati a parte da un finale .....Visto il risultato .....Forse la lampadina si è accesa proprio in quel momento ....
Continua ..........
Salvatore Micale
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Re: Il mio dac, il mio impianto.
Perché non hai pensato di impiegare un raditore passivo?
A prescindere dal fatto che si possono usare degli altoparlanti "rotti" (basta che abbia uno spostamento abbastanza ampio e lineare) non è troppo difficile nemmeno costruirli "in casa".
E' imortente che la SD del passivo sia al minimo uguale a quella del woofer. Più è grande e meglio è.
Per chi fosse interessato, per ogni pasivo servono due guarnizioni esterne (rim) che vanno incollate ad un disco (anche di legno di massa appropriata) in push-pull. Il peso del diaframma è lo stesso che si calcola per l'aria contenuta in un tubo con la medesima superficie e la lunghezza per ottenere la Fb richiesta.
La cedevolezza del bordo deve essere tale per cui la frequenza di risponanza del passivo sia molto inferiore rispetto alla freq. di accordo da ottenere (tipicamente sotto i 10 Hz).
La risposta in frequenza, rispetto al reflex normale, ha uno zero alla freq. di risonanza del passivo.
Qui si trova quanto serve.
https://www.simplyspeakers.coml
Per tagliare il legno con precisione basta un falegname dotato di pantografo.
La Electovoice ha realizzato un passivo senza cestello: il borso esterno del rim era direttamente incollato in una scanalatura del mobile.
Dimenticavo :
sceglire il tipo di bordo sulla destra (piatto).
A prescindere dal fatto che si possono usare degli altoparlanti "rotti" (basta che abbia uno spostamento abbastanza ampio e lineare) non è troppo difficile nemmeno costruirli "in casa".
E' imortente che la SD del passivo sia al minimo uguale a quella del woofer. Più è grande e meglio è.
Per chi fosse interessato, per ogni pasivo servono due guarnizioni esterne (rim) che vanno incollate ad un disco (anche di legno di massa appropriata) in push-pull. Il peso del diaframma è lo stesso che si calcola per l'aria contenuta in un tubo con la medesima superficie e la lunghezza per ottenere la Fb richiesta.
La cedevolezza del bordo deve essere tale per cui la frequenza di risponanza del passivo sia molto inferiore rispetto alla freq. di accordo da ottenere (tipicamente sotto i 10 Hz).
La risposta in frequenza, rispetto al reflex normale, ha uno zero alla freq. di risonanza del passivo.
Qui si trova quanto serve.
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Per tagliare il legno con precisione basta un falegname dotato di pantografo.
La Electovoice ha realizzato un passivo senza cestello: il borso esterno del rim era direttamente incollato in una scanalatura del mobile.
Dimenticavo :
sceglire il tipo di bordo sulla destra (piatto).
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Re: Il mio dac, il mio impianto.
L'unica cosa che mi ha impedito questa soluzione "la simulazione" ,pensadoci bene bastava sostituire l'accordo del reflex con un radiatore passivo ,salvo qualche difficoltare per realizzare in tempi breve lo stesso ....Perché non hai pensato di impiegare un raditore passivo?
Salvatore Micale
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Re: Il mio dac, il mio impianto.
Inizialmente per il sub ho riportato questi punti .
A) Per intergrare il multi ch
B) Per corregere una cancellazione ambientale
C) Per estendere la risposta in basso (non necessaria per gli attuali diffusori Dynaudio Evinence )
Al momento non posso spostare alcuna misura riferita al punto (A) in quanto tecnicamente complicato lavorare con il multi ch .
Passiamo al punto (B) come il sub interviene per correggere una cancellazione .
Prima partiamo dalla singole risposte dei diffusori ,ovviamente riferite alla distanza e posizione al punto d'ascolto .
Invece questa con entrambi i canali in funzione
Per la visione completa .
Come si puo' vedere una cancellazione accentuata che va da 30 a 50 Hz ,nono stante cio' agli ascolti non è cosi evidente .
Anzi direi uno die migliori ascolti con un basso esteso e controllato .
Per questa circostanza il sub essendo la terza sorgente, ha il compito lavorare in una zona molto stretta con fase e ritardi oppurtunamente processati ottenendo questa risultato correttivo .
In seguito provo spiegare in cosa consiste il punto (C) nel frattempo ho simulato la condizione reale ,vale a dire SUB piu' bi-amplificazione passiva questa volta filtrata alle uscite del dac .
Continua.......
A) Per intergrare il multi ch
B) Per corregere una cancellazione ambientale
C) Per estendere la risposta in basso (non necessaria per gli attuali diffusori Dynaudio Evinence )
Al momento non posso spostare alcuna misura riferita al punto (A) in quanto tecnicamente complicato lavorare con il multi ch .
Passiamo al punto (B) come il sub interviene per correggere una cancellazione .
Prima partiamo dalla singole risposte dei diffusori ,ovviamente riferite alla distanza e posizione al punto d'ascolto .
Invece questa con entrambi i canali in funzione
Per la visione completa .
Come si puo' vedere una cancellazione accentuata che va da 30 a 50 Hz ,nono stante cio' agli ascolti non è cosi evidente .
Anzi direi uno die migliori ascolti con un basso esteso e controllato .
Per questa circostanza il sub essendo la terza sorgente, ha il compito lavorare in una zona molto stretta con fase e ritardi oppurtunamente processati ottenendo questa risultato correttivo .
Anche per me è stato un risultato al di sopra delle aspettative ....Il risultato è stato al di la di ogni aspettativa, il difetto che ben conoscevo (anche l'unico a mio avviso) di un suono si estremamente trasparente ricco e dettagliato ma anche con un leggero senso di elettrico, una lieve distorsione piu o meno percepibile da un momento all'altro che a volte sembrava quasi far steccare i cantanti o comunque rendere piu finto e fastidioso il risultato.
Non mi aspettavo il risultato perchè il gm 400 (ma anche l'aurion) non sembrava soffrire minimamente nel pilotaggio, anzi sembrava dominare le Evidence senza alcun imbarazzo o cedimento.
In seguito provo spiegare in cosa consiste il punto (C) nel frattempo ho simulato la condizione reale ,vale a dire SUB piu' bi-amplificazione passiva questa volta filtrata alle uscite del dac .
Continua.......
Salvatore Micale
- Campa2
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- Iscritto il: 26/11/2016, 22:22
Re: Il mio dac, il mio impianto.
Vi pongo un quesito che e' diventato centrale per capire come far evolvere l'impianto.
Come dicevo il mio impianto si sta muovendo da una monoamplificazione passiva con diffusori tower completi (configurazione classica dell'hifi....ma col pre che io non ho) ad una multiamplificazione in parte attiva con sub staccato e con dsp. Il dac che e' un multidac con n uscite a gamma intera e controllo volume in simultanea gia si presta a questa evoluzione.......naturalmente tenendo ferma la scelta no dsp sulla gamma delle evidence e no crossover elettronico dopo il dac che aggiungerebbe operazionali e circuiti sul segnale.
Quindi metteremo delle schedine coi componenti del taglio facili da togliere e mettere e sostituire tra chip dac e stadio di uscita del dac che lo ricordo e' a operazionali. Tutto per avere uscite tagliate del dac.
La cornice e' questa ma dobbiamo scegliere come far evolvere la cosa e quali tagli mettere prima degli ampli e quali lasciare dopo e quanti ampli mettere chiaramente. Il diffusore essendo un 5 vie non si presta assolutamente ad una facile conversione in tal senso. Quindi e' pacifico che alcuni tagli andranno in ingresso e altri resteranno in uscita. Per questo chiedo a Mario Bon e a Tom di chiarirmi le differenze tecniche i vantaggi e svantaggi di un taglio in ingresso rispetto allo stesso in uscita. Fino a che punto si possono spostare i tagli in ingresso senza apportare stravolgimenti al progetto. Insomma mi serve una bussola per muovermi. Soprattutto considerando rotazioni di fase che introdurrebbero peggioramenti non augurabili.
Come dicevo il mio impianto si sta muovendo da una monoamplificazione passiva con diffusori tower completi (configurazione classica dell'hifi....ma col pre che io non ho) ad una multiamplificazione in parte attiva con sub staccato e con dsp. Il dac che e' un multidac con n uscite a gamma intera e controllo volume in simultanea gia si presta a questa evoluzione.......naturalmente tenendo ferma la scelta no dsp sulla gamma delle evidence e no crossover elettronico dopo il dac che aggiungerebbe operazionali e circuiti sul segnale.
Quindi metteremo delle schedine coi componenti del taglio facili da togliere e mettere e sostituire tra chip dac e stadio di uscita del dac che lo ricordo e' a operazionali. Tutto per avere uscite tagliate del dac.
La cornice e' questa ma dobbiamo scegliere come far evolvere la cosa e quali tagli mettere prima degli ampli e quali lasciare dopo e quanti ampli mettere chiaramente. Il diffusore essendo un 5 vie non si presta assolutamente ad una facile conversione in tal senso. Quindi e' pacifico che alcuni tagli andranno in ingresso e altri resteranno in uscita. Per questo chiedo a Mario Bon e a Tom di chiarirmi le differenze tecniche i vantaggi e svantaggi di un taglio in ingresso rispetto allo stesso in uscita. Fino a che punto si possono spostare i tagli in ingresso senza apportare stravolgimenti al progetto. Insomma mi serve una bussola per muovermi. Soprattutto considerando rotazioni di fase che introdurrebbero peggioramenti non augurabili.
- TomCapraro
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Re: Il mio dac, il mio impianto.
E proprio li sarei andato a parare...Campa2 ha scritto:Vi pongo un quesito che e' diventato centrale per capire come far evolvere l'impianto.
Come dicevo il mio impianto si sta muovendo da una monoamplificazione passiva con diffusori tower completi (configurazione classica dell'hifi....ma col pre che io non ho) ad una multiamplificazione in parte attiva con sub staccato e con dsp. Il dac che e' un multidac con n uscite a gamma intera e controllo volume in simultanea gia si presta a questa evoluzione.......naturalmente tenendo ferma la scelta no dsp sulla gamma delle evidence e no crossover elettronico dopo il dac che aggiungerebbe operazionali e circuiti sul segnale.
Quindi metteremo delle schedine coi componenti del taglio facili da togliere e mettere e sostituire tra chip dac e stadio di uscita del dac che lo ricordo e' a operazionali. Tutto per avere uscite tagliate del dac.
La cornice e' questa ma dobbiamo scegliere come far evolvere la cosa e quali tagli mettere prima degli ampli e quali lasciare dopo e quanti ampli mettere chiaramente. Il diffusore essendo un 5 vie non si presta assolutamente ad una facile conversione in tal senso. Quindi e' pacifico che alcuni tagli andranno in ingresso e altri resteranno in uscita. Per questo chiedo a Mario Bon e a Tom di chiarirmi le differenze tecniche i vantaggi e svantaggi di un taglio in ingresso rispetto allo stesso in uscita. Fino a che punto si possono spostare i tagli in ingresso senza apportare stravolgimenti al progetto. Insomma mi serve una bussola per muovermi. Soprattutto considerando rotazioni di fase che introdurrebbero peggioramenti non augurabili.
In ingresso puoi tagliare attivamente (poche rotazioni di fase e tanta selettività)
In uscita puoi tagliare passivamente e, credo, che ci sarebbe un maggior degrado e rischi di rotazioni di fase. (in special modo se usi tagli ripidi).
Il tutto, misure alla mano, durante le operazioni...in modo che si possa osservare findove potersi spingere.
saluti, Tom
- MarioBon
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Re: Il mio dac, il mio impianto.
La risposta complessiva è sempre la sovrapposizione della risposta dei singoli altoparlanti nel punto si ascolto. Che questa sia ottenuta con filtri attivi o passivi, finchè si resta nel regime di linearità, non fa differenza (perchè più blocchi in cascata, a livello di calcolo, possono essere commutati e la risposta complessiva non cambia). Naturalmente cambia il modo di calcolarli.
Certo i filtri passivi qualche fastidio lo danno specie se sono passa alto vicini alla frequenza fondamentale di risponanza degli altoparlanti.
In linea di principio, non volendo fare tutti i filtri attivi, consiglierei i passa alto attivi ed i passa basso come preferisci (tranne il passa basso del sub che è meglio attivo). In sostanza elimini i condensatori in serie al segnale.
Potendo inserirei un sub-sonico.
Per quanto riguarda il ritardo tra le vie andrei con mano leggera piuttosto cercherei di eliminare una via (ma questa come si sa è una mia fissa personale).
Certo i filtri passivi qualche fastidio lo danno specie se sono passa alto vicini alla frequenza fondamentale di risponanza degli altoparlanti.
In linea di principio, non volendo fare tutti i filtri attivi, consiglierei i passa alto attivi ed i passa basso come preferisci (tranne il passa basso del sub che è meglio attivo). In sostanza elimini i condensatori in serie al segnale.
Potendo inserirei un sub-sonico.
Per quanto riguarda il ritardo tra le vie andrei con mano leggera piuttosto cercherei di eliminare una via (ma questa come si sa è una mia fissa personale).
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Re: Il mio dac, il mio impianto.
Scusate per tagli attivi cosa si intende? Quelli con un crossover elettronico alimentato?
- TomCapraro
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Re: Il mio dac, il mio impianto.
...oppure via software (crossovering nel dominio digitale) tramite il pc.Campa2 ha scritto:Scusate per tagli attivi cosa si intende? Quelli con un crossover elettronico alimentato?
saluti, Tom
Chi c’è in linea
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