Remastering, questo sconosciuto

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sibry
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Re: Remastering, questo sconosciuto

#11 Messaggio da sibry »

non, caro Massimo
sei troppo negativo.
ci sono ben moltissime edizioni di CD buoni/ottimi...
bisogna solo cercare un po'... :-)
Velut Luna
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Re: Remastering, questo sconosciuto

#12 Messaggio da Velut Luna »

Vediamo se riesco a spiegare bene un concetto talmente semplice che finisce per risultare difficile...
Registrazioni buone, registrazioni cattive... In base a quale parametro di giudizio? Ne esistono tanti - di parametri - per grandi categorie, e addirittura infiniti se entriamo nello specifico.

Ma volendo evitare di fare le solite considerazioni pseudofilosofiche che tanto piacciono a quelli che anzichè "parlare come mangiano", preferiscono dire, ad esempio, "non invariante" anzichè "variante"... Io credo che ci siano due strade percorribili per l'appassionato di musica e di suono.

1 - se per un appassionato la "quailtà del suono" è una caratteristica preponderante per la migliore fruizione della musica, dovrà dedicare del tempo a identificare, nell'ambito della produzione discografica, quei tecnici, o quegli studi di produzione, che realizzano registrazioni e quindi dischi di proprio gradimento tecnico e solo in questo ambito andare poi a selezionare i singoli dischi con la musica e gli interpreti che più gli interessano.

2 - viceversa, se l'obiettivo dell'appassionato è principalmente ascoltare MUSICA, dovrà dotarsi di un impianto il più equilibrato possibile e poi accettare di buon grado di avere all'interno della propria collezione di dischi di Musica preferita una scala di valori tecnici che vanno dal cattivo all'eccellente, in base ovviamente al suo metro di giudizio. Ed accettare quindi di buon grado di ascoltare un suono a volte piacevole, a volte no, ma sempre la Musica che più lui ama e non suoni sempre graditi, ma magari musica molto meno... (uno dei dischi peggio incisi di tutta la storia della discografia è senza dubbio Yessongs degli YES, ma resta uno dei miei dischi preferiti, al punto che ho imparato anche ad apprezzare nel corso dei decenni, la sgradevolezza della sua registrazione...)

Infine - nota a margine - è non solo utopistico, ma direi veramente anche presuntuoso, pensare che una etichetta discografica decida di effettuare registrazioni in base ai gusti, peraltro tutt'altro che univocamente identificati, di una singola microcategoria di potenziali utenti... Ogni etichetta, anche quelle più smaccatamente "audiophile oriented", adotta SEMPRE un suo stile preciso, identificato in base alla propria linea editoriale; giammai un suono costruito ad hoc per compiacere questo o quel cliente, o gruppo di clienti.
Se dunque esiste un gruppo di persone così fortemente motivato nell'ambire a registrazioni fatte secondo i propri specifici desideri, deve rimboccarsi le maniche e assumere tecnici e musicisti e prodursi da sè i dischi che ama ascoltare...

APPENDICE
E' anche sbagliato cercare di allestire l'impianto di riproduzione calibrandolo su precisi gusti, molto identificati e quindi per forza di cose limitativi: così facendo si avrà la certezza di introdurre una seconda, incontrollabile, variabile sul risultato finale... E spero di aver spiegato bene questo concetto... :)
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