IL REGIME STATICO, un sistema da 300 trasduttori (cc)

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MarioBon
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Re: IL REGIME STATICO, un sistema da 300 trasduttori

#41 Messaggio da MarioBon »

Alessandro Cioni ha scritto:
MarioBon ha scritto: Il fattore di forza è importante ma, nel tuo caso con molti altoparlanti, non è fondamentale.
L'uso di array di altoparlanti dà un grado di libertà in più anche in questo.
In passato sono stato etichettato come eretico per aver espresso questi concetti. Lo ricorderai.
Quello che ho capito è che in regime "quasi statico" *, altoparlanti di pari genere e dimensione tendono ad assomigliarsi, per questo ha poco senso orientarsi su componenti molto onerosi.
Questo però non toglie che si potrebbe pensare, e sarebbe interessante sviluppare la cosa, di utilizzare componenti ottimizzati proprio sulle minime escursioni, in maniera da gestire al meglio anche le imperfezioni e le non linearità del "motore, cioè avvolgimento e flusso magnetico.

*per rispondere all'utente fab0
per questo esistono i woofer con bobina underhang (più corta del traferro) molto adatti per i midrange.
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fab0
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Re: IL REGIME STATICO, un sistema da 300 trasduttori

#42 Messaggio da fab0 »

Riguardo al discorso dei livelli di pressione acustica, con strumentazione non calibrata, una possibile scappatoia potrebbe essere quella data da un fonometro.

Il discorso della messa in fase delle vie mediante osservazione della somma in zona di incrocio è sicuramente una via percorribile ma temo richieda un cospicuo numero di test per trovare la situazione di massimo. Considererei anche il concetto di ripetibilità della misura in ambiente domestico e la precisione che possiamo ottenere quando disquisiamo su variazioni minime. La messa in fase in questo modo, tra l'altro, può essere una qualsiasi tra +-360°*k :)
Con un uso accorto delle misure impulsive e magari con l'uso di un delay, probabilmente si può arrivare alla messa in fase sudando molto meno.

Sul discorso che aumentando il numero di trasduttori di una via è probabile che si riduca la distorsione, sono perfettamente in sintonia. Ribadisco il concetto per cui, in generale, un buon sistema è quello che ha il minor numero di componenti per raggiungere il target.
Come giustamente si faceva notare negli array, sicuramente si usa il minimo numero di trasduttori necessari per raggiungere gli obiettivi.
Inoltre non è obbligatorio che aumentando all'infinito il numero di trasduttori ci siano equivalenti infiniti vantaggi, alzi probabilmente la prestazione tenderà a livellarsi.
Con questo non voglio sminuire il sistema, che ha sicuramente molti vantaggi sia dal punto di vista dell'efficienza, della distorsione che della distribuzione della superficie radiante! Sto soltanto cercando di mantenere un approccio pragmatico/ingegneristico.

Se ho capito bene, il discorso del regime statico, sta a significare che gli altoparlanti si muovano poco. Il movimento non è tutto! La distorsione in bassa frequenza è sicuramente legata a doppio filo con l'escusione. E' altrettanto vero che tra diversi trasduttori si siano differenze macroscopiche. Possiamo parlare di risonanze indesiderate delle membrane, linearità del motore, delle sospensioni, modulazione di qualsiasi cosa. Ad esempio le prestazioni ad alta pressione spesso sono nettamente a favore degli ap professionali rispetto a quelli domestici. Ci sono ap che fanno 87db/w ed altri 100. Alcuni appositamente studiati per le alte pressioni ed altri per la minima distorsione, ognuno da utilizzarsi entro ben determinati limiti. Ecco che parallelizzare i trasduttori va bene, ma bisogna prendere quelli giusti, che abbiano le carte giuste e usarli nelle condizioni che li fanno rendere al meglio.
Sarei molto curioso (ma non so fare una stima al volo) di sapere cosa succederebbe se gli stessi sforzi economici fossero riversati su attrezzatura pro, filtrata secondo i canoni pro.
Esagerando, potrei fare un esempio scherzoso, dicendo che per un concerto non vedo molto bene l'uso di 3000 tweeter a cupola. Solo per dire che ci sono strumenti specifici. Detto questo, ben venga la sperimentazione.
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MarioBon
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Re: IL REGIME STATICO, un sistema da 300 trasduttori

#43 Messaggio da MarioBon »

fab0 ha scritto:Riguardo al discorso dei livelli di pressione acustica, con strumentazione non calibrata, una possibile scappatoia potrebbe essere quella data da un fonometro.
ma se non è calibrato si torna al punto di partenza.
fab0 ha scritto:Il discorso della messa in fase delle vie mediante osservazione della somma in zona di incrocio....
tra gli strumenti necessari ho messo anche il metro.
fab0 ha scritto:Ribadisco il concetto per cui, in generale, un buon sistema è quello che ha il minor numero di componenti per raggiungere il target.
Appunto: se desideri in certo tipo di dispersione il numero giusto può essere 16 per ogni via.
fab0 ha scritto:Il movimento non è tutto! La distorsione in bassa frequenza è sicuramente legata a doppio filo con l'escusione. E' altrettanto vero che tra diversi trasduttori si siano differenze macroscopiche. Possiamo parlare di risonanze indesiderate delle membrane, linearità del motore, ....
Riducendo lo spostamento si riduce la velocità, riducendo la velocità diminuisce l'energia disponibile per eccitare i fenomeni che presentano una energia di soglia (break up della membrana, distorsione di sub armonica, modi "a campana" nei diaframmi conici). Quando lo spostamento si riduce a una frazione dell'altezza del traferro le non linearità di BL o delle elasticità si riducono fortemente. Quindi riducendo lo spostamento certe distorsioni nemmeno si manifestano. Anche i fenomeni di isteresi diventano trascurabili.

Gli AP per uso professionale non sempre sono adatti ad essere usati in array estesi a causa delle componenti di attrito strutturale e coulombiano tipiche dei rim in tela e degli spider "massicci".

Penso che 3000 tweeter non vengano impiegati principalmente per ragioni pratiche.
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Re: IL REGIME STATICO, un sistema da 300 trasduttori

#44 Messaggio da fab0 »

Siamo perfettamente in accordo :)
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Palfe
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Re: IL REGIME STATICO, un sistema da 300 trasduttori

#45 Messaggio da Palfe »

Alessandro Cioni ha scritto:...Sto cercando la trasparenza "assoluta", l'invisibilità dell'impianto a pressioni sonore possibilmente realisiche per la sinfonica.
...Ma sono a buon punto, e sprattutto, sono molto, molto soddisfatto.
Caspita Alessandro, i miei più sinceri complimenti per la determinazione, la capacità e realizzazione del tuo progetto.
Non oso immaginare come si debba sentire la musica sinfonica, genere che io adoro...
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silvio.m
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Re: IL REGIME STATICO, un sistema da 300 trasduttori

#46 Messaggio da silvio.m »

Palfe ha scritto: Non oso immaginare come si debba sentire la musica sinfonica, genere che io adoro...
beh...la curiosità c'è ;)
comunque penso che non ci sia altro genere musicale come la musica per (grande) orchestra, sia essa sinfonica o operistica, per saggiare tutti i limiti della riproduzione audio domestica... :cry:
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Re: IL REGIME STATICO, un sistema da 300 trasduttori

#47 Messaggio da MarioBon »

silvio.m ha scritto:
Palfe ha scritto: Non oso immaginare come si debba sentire la musica sinfonica, genere che io adoro...
beh...la curiosità c'è ;)
comunque penso che non ci sia altro genere musicale come la musica per (grande) orchestra, sia essa sinfonica o operistica, per saggiare tutti i limiti della riproduzione audio domestica... :cry:
Vale anche per i limiti delle registrazioni.
Comunque il discorso sugli array merita di essere approfondito e un "laboratorio" più "esteso2 di quelle che ha realizzato Alessandro probabilmente è forse unico al mondo.
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Re: IL REGIME STATICO, un sistema da 300 trasduttori

#48 Messaggio da Alessandro Cioni »

Dimenticate gli ampli.
Con un "banco prova" come il mio è più facile capire la vera tessitura del segnale amplificato e contro ogni previsione, i miei marantz entry level risultano essere i piu trasparenti.
Il compito non è tanto di vedere ciò che nessun altro ha ancora visto; ma pensare ciò che nessun altro ha ancora pensato riguardo a quello che chiunque vede. (E. Schrodinger)
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landscape12
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Re: IL REGIME STATICO, un sistema da 300 trasduttori

#49 Messaggio da landscape12 »

Ciao a tutti,

mi sono appena iscritto. Tanta è la voglia di contribuire alla discussione che non ho letto il regolamento e non so se è necessario presentarsi da qualche parte prima di postare.
Chiedo scusa all'amministratore se ho infranto qualche regola.
MarioBon ha scritto:va tutto bene così
Se hai voglia, completa il tuo profilo
Il mio nickname, comunque, dovrebbe essere già abbastanza conosciuto.
Trovandomi attualmente in altro continente, purtroppo a causa del fuso differente, non sarà possibile avere repliche immediate.

Devo complimentarmi innanzitutto con Alessandro, per essere riuscito a divulgare finalmente in modo esauriente le sue teorie.
Lo conosco, e nonostante le nostre molteplici conversazioni, mai fino ad ora i concetti erano stati così chiari.

Vorrei sottolineare che Alessandro - come sostiene lui stesso - ha dedicato la sua vita a perfezionare questo progetto. Non è assolutamente il caso di sottovalutare le sue idee: io stesso, appassionato di hifi da quarant'anni, ho dovuto riconoscere ben presto la sua preparazione del tutto originale e tremendamente efficace. Parlo con cognizione di causa, avendo avuto il privilelgio di ascoltare questo sistema, raffrontandolo a moltissimi sistemi top level che ho avuto modo di ascoltare.

Francamente, non ho alcuna remora ad affermare che, dopo quarant'anni, ho dovuto radicalmente riformulare il concetto di alta fedeltà, grazie all'ascolto di questo impianto.

Tuttavia, non mi sento di escludere a priori di poter riuscire ad ottenere analoghi risultati riducendo - seppur non di molto - il numero delle vie impiegate. Ne ho ovviamente parlato anche con Alessandro.
Io penso che con altoparlanti planari - che per la loro caratteristica di essere sollecitati su tutta la superficie e non solo su alcuni punti hanno intrinsecamente minor inerzia - si può cercare di estendere la banda passante da una a due ottave (forse). Si può poi cercare di capire se nella banda audio in cui il nostro orecchio è meno sensibile, sia assolutamente indispensabile frazionare così tanto il messaggio sonoro. E allora ben vengano le sperimentazioni!

Mario Bon poi ha finalmente chiarito tecnicamente (almeno a me) come aumentando il numero degli altoparlanti di una stessa via si possa scendere con la frequenza di utilizzo: concetto non proprio banale, alla luce del principio secondo cui è imprescindibile ricercare la più elevata leggerezza possibile delle membrane in rapporto alla frequenza riprodotta.

Un'ultima osservazione, questa volta sui grafici pubblicati, in merito alla tormentata risposta in frequenza sulle vie alte: mi permetto di ricordare che le cancellazioni rappresentate avvengono in presenza di trasduttori che emettono onde curve, mentre in caso di emissione di onde piane non vedo francamente come ciò sia possibile. Ciò è ampiamente spiegato in diversi testi sui line array che ho avuto modo di consultare e che si possono trovare agevolmente anche in rete.

Per il momento mi fermo qui, con l'auspicio che questo thread, se sapientemente sviluppato, possa aprire gli occhi (e anche le orecchie) a più appassionati possibile.
Alessandro Cioni
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Re: IL REGIME STATICO, un sistema da 300 trasduttori

#50 Messaggio da Alessandro Cioni »

landscape12 ha scritto: Francamente, non ho alcuna remora ad affermare che, dopo quarant'anni, ho dovuto radicalmente riformulare il concetto di alta fedeltà, grazie all'ascolto di questo impianto.
ti ringrazio anzitutto per il tuo contributo.
Poi prendo spunto da quanto affermi per enunciare il mio personalissimo concetto di alta fedeltà:

L'alta fedelta è la ricerca di una soluzione a un problema di natura squisitamente meccanica.
Il compito non è tanto di vedere ciò che nessun altro ha ancora visto; ma pensare ciò che nessun altro ha ancora pensato riguardo a quello che chiunque vede. (E. Schrodinger)
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