
Questo libro tratta della nostra percezione del tempo e, nel farlo, descrive il processo di memorizzazione, le cause dello stress, ecc.
Tra le altre cosa parla anche dell'udito.
Forse Galileo lesse il libro di Archimede sul "metodo meccanico" (andato perduto, ritrovato nel 1906, riperduto e ritrovato). http://matematica.unibocconi.it/articol ... -archimedeMarc1 ha scritto:Beh, anche Galilei sembra che potè attingere parecchio a testi, oggi perduti, di Archimede e altri ellenisti precedenti, grazie alle sue buone amicizie fiorentine ai lincei.
Lo stesso Archimede probabilmente essendo più tardo (temporalmente parlando) dei vari Erone ecc avrebbe preso molto da questi...
Insomma anche nella scienza a quanto pare nulla si crea e nulla si distrugge!
Per chi fosse interessato all'argomento consiglio una ottima lettura adesso che arriva l'estate, Lucio Russo - La rivoluzione dimenticata: il pensiero scientifico greco e la scienza moderna.
Me lo ha appena regalato mia moglie quindi lo leggerò durante le ferie. Al momento gli ho dato una scorsa (ho cercato Newton nell'indice analitico)... è stato Galileo Galilei a introdurre il tempo come variabile indipendente, e sempre Galileo ha definito l'accelerazione. Newton ha seguito Galileo. Il tempo, in Fisica Classica, è la variabile indipendente.Zapuan ha scritto:Io ho appena finito la prima passata di "L'ordine del Tempo, di Carlo Rovelli"
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estremamente interessante...
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