Adams, Calabrese e le tre pareti. (*)

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Re: Adams, Calabrese e le tre pareti.

#11 Messaggio da MarioBon »

Per tornare un attimo all'articolo di Adams, il tipo di calcolo implementato è valido solo dove risulta applicabile il calcolo statistico ovvero al di sopra della frequenza di Schroeder e non nella regione di frequenze dove sono presenti modi normali.
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Re: Adams, Calabrese e le tre pareti.

#12 Messaggio da MarioBon »

(ora i link funzionano...)
Fabrizio Calabrese è tornato sull'argomento e quindi corre obbligo di commentare. Ho copiato i suoi post in un pdf per non farla troppo lunga e ho anche ridotto le immagini tratte dall'articolo di Adamas che ho linkato. Ora l'AES potrà farmi causa quindi scaricatelo in fretta.
Riporto anche un articolo di Allison (spesso citato anche da Calabrese) e altri meno conosciuti di Ballagh e Walker.
La risposta di un diffusore in ambiente non è determinata solo dalle tre pareti vicine ma anche dalle altre pareti e dalla posizione dell'ascoltatore (Allison, Walker). Dato che l'articolo di Ballagh è stato publicato prima di quello di Adams, si deve supporre che Adams non lo abbia letto.
Questi sono i post di Calabrese:
http://www.mariobon.com/Articoli_storic ... abrese.pdf

Articolo di Ballagh (pubblicato prima dell'articolo di Adams): riporta l'impedenza di radiazione per una sfera pulsante posta in prossimità di tre pareti perpendicolari calcolata già nel 1958 ( [4] in bibliografia). Per calcolare la potenza acustica basta conoscere l'impedenza di radiazione e la velocità di vibrazione delle sorgente.
Allison: vedere la seconda parte dell'articolo dove spiega che si deve tenere conto del punto di ascolto:
http://www.mariobon.com/Articoli_storic ... llison.pdfAltro aricolo di Allison (1970) da dove Calabrese a preso le misure dalla AR:
http://www.mariobon.com/Articoli_storic ... s_in_l.pdf
2 articoli di R. Walker (BBC) dove è descritto un metodo per calcolare la risposta in ambiente tenendo conto dei modi normali a bassa frequenza della posizione della sorgete e dell'ascoltatore. Teoria e verifica sperimentale. Serve solo a ribadire che si deve tenere conto della posizione dell'ascoltatore:
http://www.mariobon.com/Articoli_storic ... ses_08.pdf
http://www.mariobon.com/Articoli_storic ... ses_09.pdf

Per quanto riguarda l'Articolo di Adams (e di conseguenza i commenti di Calabrese):
- Adams (espressione (3) pag.204) calcola l'impedenza di radiazione per ka quadro è <<1
- ciò è vero a bassa frquenza
- applica il metodo della sovrapposizione delle sorgenti riflesse che vale solo quando il campo riflesso è perfettamente diffuso (metodo statistico)
- tale metodo vale al di sopra della frequenza di Schroeder
- nell'ambiente scelto da Adams tale frequenza sta a 210 Hz circa
- applica il metodo (inadatto) in un range di frequenze dove non è applicabile
- non tiene conto del punto di ascolto
- l'ambiente considerato da Adams misura 6x5x3.5: non è un ambiente tipico
- l'ambiente di Adams presenta modi normali trasversali prossimi a 99 e 102 Hz
- Adams esegue una simulazione ma non una verifica sperimentale (vedere per esempio Walker).
In sostanza Adams esegue una simulazione basata su ipotesi non applicabili e senza controprova sperimentale. Questo dovrebbe bastare almeno per far sorgere dei dubbi. Se poi si va a leggere Allison, Ballagh e Walker i dubbi diventano certezze. In particolare vanno confrontati ipotesi, calcoli e i risultati ottenuti da Ballagh e Adams.
Le conclusioni Adams sono smentite proprio da Allison nella seconda parte di questo articolo: http://www.mariobon.com/Articoli_storic ... llison.pdf (basta leggere le conclusioni).

Sulle misure fatte da Calabrese, presentate nei post successivi rispetto a quelli che ho raccolto, non mi pronuncio perchè non sono descritte con sufficiente dettaglio. Tuttavia avrebbe potuto misurare la risposta del diffusore usato in campo vicino o con uno dei tanti sistemi che sopprimono le riflessioni (per esempio TES).
Prendere un diffusore, misurarne la risposta a un metro con rumore rosa, equalizzarla per renderla "piatta" per poi usare il diffusore come sorgente "calibrata", non è proprio il massimo della vita (proprio perché equalizzata e l'equalizzazione vale solo dove è stata ottenuta). Caso mai si fa il contrario: si misura la risposta anecoica del diffusore e la si deconvolve (la si "toglie") dai risultati delle misure.
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Re: Adams, Calabrese e le tre pareti.

#13 Messaggio da MarioBon »

Nell'articolo di Adams è riportata una figura ripresa, probabilmente, da un testo di Oson. Dato che è di un certo interesse la riporto qui di seguito con le scritte tradotte (http://www.mariobon.com/Glossario/___Q_DI/Q__Olson.htm).
Immagine
Si noti che, in questa tabella, Olson moltiplica la potenza acustica emessa dalla sorgente. In realtà la potenza acustica è sempre la stessa ed è, caso mai, il fattore di direttività che aumenta (da 1 a 8). Il fattore di direttività fa aumenta l'SPL ma non la potenza acustica.
Faccio anche notare che nella espresssione della impedenza di radiazione proposta da Ballagh ((4) a pag. 459) sono presenti 8 termini (uno per la sorgente, tre per le riflessioni primarie, due per le riflessioni di secondo ordine e uno per la riflessione di terzo ordine). Mandando la distanza dalle parti all'infinito, ovvero diminuendo il numero di pareti, l'espressione (4) si semplifica e fornisce l'impedenza di radiazione per una, due e tre pareti. Inutile dire che disponendo della impedenza di radiazione si calcola anche la risposta nel tempo (per quanto possa servire in una situazione "poco realistica").
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Re: Adams, Calabrese e le tre pareti.

#14 Messaggio da MarioBon »

Per quanto riguarda le spiegazioni di Fabrizio Calabrese, che si richiama alla logica, se le tre pareti "lontane" non avessero effetti importanti non ci sarebbero nemmeno le onde stazionare o sarebbero trascurabili. In realtà in acustica, il concetto di "vicino" e "lontano" , "grande" e "piccolo" è relativo e va commisurato alle lunghezza d'onda in gioco. Ma non basta: nello spazio libero il suono si propaga per onde sferiche e si attenua di 6 dB per ogni raddoppio della distanza. All'interno di un tubo, di sezione costante, il suono si propaga per onde piane e non si attenua con la distanza (se non a causa dell'attrito con le pareti e l'umidità dell'aria...). In un ambiente chiuso (che non è spazio libero e nemmeno un tubo) il suono si propaga per onde sferiche finchè non entra in contatto con le pareti, poi si riflette e forma le onde stazionarie che producono picchi localizzati parecchi dB "maggiori" (e "minori") del suono diretto (a bassa frequenza) e "campo riflesso" alle frequenze più alte (oltre la frequenza di Schroeder). Superata la distanza critica il campo riflesso è più intenso del campo diretto. Onde stazionarie e campo riflesso diventano trascurabili negli ambienti molto vasto (e lati) o molto assorbenti (camera anecoica dove qualche onda stazionaria si forma comunque). Allison può essere di avviso contrario ma la realtà delle cose non cambia. In un ambiente domestico la distanza critica non supera i due metri (e tende a ridursi alle alte frequenze). Tra l'altro un corretto bilanciamento tra suono diretto e suono riflesso è necessario quindi il campo riflesso non può essere trascurabile (per fortuna il DRC riduce sensibilmente il problema delle onde stazionarie).
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Re: Adams, Calabrese e le tre pareti.

#15 Messaggio da MarioBon »

Calabrese, per la sua verifica, ha preso un diffusore e lo ha misurato con rumore rosa a terzi di ottava in ambiente ad un metro di distanza e quindi ha equalizzato per ottenere questa riposta:
Immagine
Se, come mi sembra di aver capito, il diffusore è in cassa chiusa, le frequenze basse dovrebbero calare di 4 dB per ogni terzo di ottava (12dB/ott). Invece nel grafico si vede un salto di circa 15 dB (invece di 4) tra il terzo dei 40Hz ed il successivo. Questo significa che è stata apportata una equalizzazione che compensa sia la risposta naturale del woofer che l'effetto dell'ambiente nel punto dove è stata fatta la misura. Quindi quello che si vede quando si porta il diffusore più vicino alle pareti (il pavimento ed il soffitto restano sono presenti anche in mezza alla stanza) non è imputabile alle sole pareti. Se il pavimento non avesse influito sulla risposta non ci sarebbe stata necessità di equalizzazione almeno fino a circa 500Hz e la risposta mostrerebbe il tipico andamento sulle basse di una cassa chiusa. Per mettere in evidenza l'effetto della vicinanza delle pareti, come ho già detto) si sarebbe dovuto misurare la risposta del woofer in condizioni anecoiche (e ci sono i sistemi per farlo anche in ambiente...) e quindi deconvolverla dalle misure ottenute vcino alle pareti.
Come è stato fatto qui ("Building HiFi Speakers System" Philips - ELCOMA - prima edizione dicembre 1969):
Immagine
Il manoscritto dell'articolo di Allison "The Sound Field in Home Listening Room" e stato presentato il 3 ottobre 1970. Quindi la pubblicaziione di Allison era stata "anticipata" dalla Philips (che analizza diversi sistemi in quattro ambienti domestici e posizioni diverse).
Il libro della Philips non compare nella bibliografia di Allison nemmeno negli articoli del 1974 e 1975.
Questo non per sminuire Allison (USA) ma per rimarcare l'opera della Philips (Olanda). Come dire, non esiste solo la AES.
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