Aleandro Tour 2018: studio o live?

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Alessandro Cioni
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Aleandro Tour 2018: studio o live?

#1 Messaggio da Alessandro Cioni »

riporto per intero il post iniziale, dalla fogna con furore.
Come anticipato da @Miseno, nei giorni scorsi ho avuto l’eccezionale fortuna di ascoltare entrambi gli Aleandri: prima a casa sua l’Aleandro Bianco, e poi, il giorno dopo, l’Aleandro Nero a casa del suo proprietario. Con questi, ho completato il Sacro Graal degli ascolti: Paragon (ormai piu’ di un anno fa), Aleandro Bianco e Nero. In mezzo, una valanga di km ma ne e’ veramente valsa la pena!

Ci sono tantissime cose da raccontare: la parte emotiva, la parte piu’ razionale, ed anche la parte strumentale. Partiro’ da quella emotiva, perche’ poche storie, inutile girarci attorno, questi impianti prima di tutto emozionano. Esattamente come un evento dal vivo. Ma sanno anche radiografare il materiale ascoltato come probabilmente solo un tecnico del suono e’ in grado di fare. E da qui il titolo del thread: un Tour, perche’ di fatto sono andato a due eventi. Studio, perche’ mi sono sentito proiettato in uno studio di registrazione. E live, perche’ quando si ruota la manopola, questi impianti muovono aria come capita solo ai concerti.

E quindi, per chi non ha voglia di leggere tutto il mio post, alla domanda studio o live?, rispondo: ENTRAMBI!!! L’Aleandro (bianco o nero che sia) unisce le due cose, chiudendo il cerchio tra pro, live e home: qui c’e’ tutto.

NOTA: e’ passato troppo tempo dall’ascolto del Paragon in quel di Bracciano, difficile fare confronti. Ma se quel sistema, per quanto incredibile, aveva qualche difetto (note alte maschili e basse femminili un po’ nasali, e forse un po’ di gigantismo, anche se da quanto ne so risolte da una successiva versione dell’xover passivo), gli Aleandri mi sembrano essere una spanna piu' in alto.

LE EMOZIONI

Chiunque abbia partecipato ad un evento musicale live (dalla classica agli stadi al jazz a...), avra’ provato, piu’ di qualche volta, quel momento “Brividi sulla collottola” o “Mi sono commosso al punto da versare la lacrimuccia”. Con gli Aleandri, preparatevi a vivere molti di questi momenti anche a casa, specialmente al primo ascolto. In realta’ va detto che i proprietari dei due impianti erano piu’ cool di me: segno che avere dei giocattoli del genere a disposizione ogni giorno crea un po’ di assuefazione.

Che dire: l’Aleandro Bianco, complice una sistemazione temporanea su una parete in una stanza un po’ troppo stretta, presenta una scena stretta, quasi da jazz club sottoterra, ma un rigore timbrico che fa fluire le note, soprattutto contrabbassi e voci, senza soluzione di continuita’. Si chiudono gli occhi, e la solita “coniglia” Jessica Rabbit e’ li a farvi innamorare, Gilmour con le sue chitarre ed i suoi assoli, le atmosfere di Sting, Knopfler con il suo Private Investigations.

Ecco, proprio di Private Investigations voglio parlare. Avete presente il tipico ascolto audiofilo? Il tunz a destra il vibrafono a sinistra, l’attacco il bla bla. L'ascolto sull’Aleandro, invece, e' tutt'altro: la prima parte, senza percussioni aggressive, vi fara’ quasi addormentare cullandovi nella melodia. E cosi’, quando arriva il primo tunz (che vi eravate dimenticati di aspettare), vi fara’ fare un salto, quasi vi spaventera’, tanto forte ed improvviso sara’ rispetto alla melodia ascoltata fino a quel momento. Per non parlare delle corde di chitarra, pizzicate quasi violentate, degli sdeng che mai avevo sentito uscire da un impianto.

O prendiamo Dune Mosse di Zucchero & Miles Davis. Lo sapete come una tromba, anche se suonata dolcemente, ha comunque un che di aggressivo, di graffiante? E soprattutto, come la voce di Zucchero contenga anni e anni di sregolatezza in quel compromesso tra dolcezza ed effetto raspa? E come il basso in questo brano faccia muggire qualunque impianto, rompendo la magia al primo Don’t cry peromuuUUUUU? Beh, qui la magia continua, nessuna mucca e la musica continua!

Per finire con The Wall Pt. 1, elicottero, The Wall Pt. 2. E 0dB di DCX. Qui le emozioni sono quelle di un concerto. Ed anche un po’ del Vietnam, visto come l’elicottero sia li, a muovere veramente aria con le sue pale. Le botte di grancassa che massaggiano lo sterno, quel ghigno che solo quando fai donuts con una trazione posteriore e ti si riempie l’abitacolo di fumo, quell’effetto 500HP sotto le chiappe di un Delta preparato in accelerazione... Oooops, ma non parlavamo di The Wall? Beh, lo sappiamo tutti dal file wav che il picco di dB lo si ha sul coro dei bambini. Adesso finalmente lo so anche dall’ascolto.

Grazie @Miseno per l’esperienza indimenticabile. E grazie Fabrizio per aver creato questo capolavoro di oggetto per riprodurre la musica. Non e’ un impianto, e’ un riproduttore di emozioni.

Nuovo giorno, nuovo Aleandro, quello Nero questa volta. Qui la seduta e’ stata molto piu’ tecnica (con @Miseno a dare una mano al suo compare dark per la messa a punto dell’impianto), con esperimenti su fasi, allineamento tra sub, misure con Rew... Ma anche qui c’e’ stato spazio per una breve carrellata di brani.

Qui l’impianto e’ sistemato meglio: stanza molto piu’ grande, casse molto piu’ distanziate, i sub (quelli di nuova generazione) strategicamente “sparsi in tutta la stanza”. Ed anche una TV in mezzo, per godersi un po’ di AV (vedi sotto il gran finale). Ma mentre il Bianco e' stato circa quattro anni nelle mani di Fabrizio e dei suoi fonometri, qui Fabrizio e' passato solo una volta, e c'e' ancora del lavoro da fare per tirare fuori tutto il potenziale.

Le emozioni del Bianco ci sono tutte, ma mentre il Bianco e’ un animale piu’ riflessivo, piu’ analitico e rifinito, ma che al momento giusto tira fuori la grinta, il Nero e’ un diavolo da domare. I bassi sono “tanti”, scendono di piu’ e con piu’ watt sono in grado di muovere piu’ aria, gli alti godono di hardware migliore, e cosi’ le stesse canzoni vengono presentate in modo piu’ maestoso, incutendo timore e rispetto. Forse le emozioni sono piu’ da live e meno da studio, ma non sempre.

Il Nero, pero’, e’ ancora giovane, scalpita, a volte si scompone, e la gamma medio-bassa ha ancora qualcosa che non regge il confronto con il resto. E cosi’, il Nero e’ forse ancora un po’ piu’ impianto e meno generatore di emozioni. Se sul Bianco si ascolta musica e basta, sul Nero, complici le mille prove fatte, i primi brani hanno emozionato meno. Fino a quando... DCX del Nero a -6dB (che gia’ suonano piu’ forte dei 0dB del Bianco, siamo al limite del troppo forte), dagli con The Wall e via. Qui l’effetto live era completo. Dimenticati i piccoli difettucci da mettere a posto, godiamoci i dB. Mai, dico mai, avevo sentito un The Wall cosi’ potente, cosi’ forte, ma allo stesso tempo cosi’ secco e senza distorsioni. Elicottero che tira vento, bambini al limite del fastidio alle orecchie, ed il ghigno ancora piu’ pronunciato. Wow!!!

GRAN FINALE

A questo punto, quando credevo che lo show fosse finito, il proprietario dell'Aleandro Nero ha tirato fuori una faccia come con dire: e adesso vogliamo divertirci? Accende la TV, accende il BDP, ed eccoci sulla prima scena di Dunkirk. Soldati nel paese, pompa dell'acqua, sigaretta nel portacenere, e BAM! Non scherzo, un colpo di proiettile talmente fisico da essere vero. In passato qualche amico mi ha trascinato al poligono. Mi aveva colpito quanto secchi e "d'impatto" fossero I colpi di pistola. Non il boom boom a cui i film ci avevano abituato. Qui i colpi di mitra sul portone di legno li percepisci, il legno che si rompe, il terrore di essere colpiti... Fino al bombardamento in spiaggia.

Si passa a Live in Pompeii del 2016. Volume a palla e via, proiettati dentro al concerto. Mezz'ora filata dimenticandomi del mondo, tra laser, assoli di chitarra, tastiere, batterie. Impressionante l'inizio di Sorrow, con la chitarra distorta che ti entra nelle viscere. Spaziale l'inizio di Run Like Hell, con la chitarra talmente palpabile da sembrare li, un pizzicato fisico sulla pelle piuttosto che nelle orecchie. Ed un Comfortably Numb con collottola, lacrima e applauso finale. E poi, ad impianto spento, quell'atmosfera ovattata post-concerto, rintronato ma felice. Mancava solo la piada dal furgone del ristoro per ritornare alla macchina.

Grazie @proprietariodellaleandronero. E di nuovo grazie Fabrizio!!!

Mi rimane solo un dubbio, ora. A fine Aprile mi aspetta Roger Waters con i suoi line arrays. Sara’ all’altezza di Fabrizio e dei suoi Aleandri?
Finalmente abbiamo un vero reportage, una prova che questo "per Aleandro" quantomeno esiste, e promette pure mirabilie.

Io però avrei una domanda, solo una: "qual'è lo scopo di questo sistema?"
Nella scaletta non c'è una sinfonia, neanche un quartetto d'archi, anzi non si parla mai neanche di un solo violino, del suo timbro, dei fraseggi, della separazione tra sezioni, dei piani sonori, della poesia e via dicendo.
Mi pare invece che quì la musica sia proposta in un'accezione piuttosto terrorizzante, in un clima di chi-va-là.
Però, se lo scopo è questo... è probabilmente il non plus ultra, anche se ritengo che sarebbe più semplice e meno oneroso infilare direttamente la testa in una lavatrice.

Mi rimane solo un dubbio, ora. A fine Aprile mi aspetta Roger Waters con i suoi line arrays. Sara’ all’altezza di Fabrizio e dei suoi Aleandri?
come farà a sopravvivere con questo dubbio fino a fine Aprile?
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Grisulea
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Re: Aleandro Tour 2018: studio o live?

#2 Messaggio da Grisulea »

Pare che due "banali" German Phisic + sub suonino uguali così come gli ultimi Dufay. Quindi al pari di un autocostrutture o di un normale produttore. Potremmo definirlo autocostruttore con partita iva. Del resto i marziani stanno ancora su marte ed limite sta nei dischi e nell'ambiente.
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Danik
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Re: Aleandro Tour 2018: studio o live?

#3 Messaggio da Danik »

Un mio pensiero.
Credo che questo spazio, gli admin, l'abbiano creato come una sorta di autodifesa per controbattere le fregnacce che lo stellare scrive e/o contesta.

Andare oltre mi sembra fuori luogo.

"se mi ami sono nel tuo cuore, se mi odi sono nel tuo cervello"
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Re: Aleandro Tour 2018: studio o live?

#4 Messaggio da Alessandro Cioni »

Danik ha scritto:Un mio pensiero.
Credo che questo spazio, gli admin, l'abbiano creato come una sorta di autodifesa per controbattere le fregnacce che lo stellare scrive e/o contesta.

Andare oltre mi sembra fuori luogo.

"se mi ami sono nel tuo cuore, se mi odi sono nel tuo cervello"
:)
Quindi sarebbe inopportuno valutare le sue realizzazioni atteaverso il feedback di chi va ad ascoltarle?
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Re: Aleandro Tour 2018: studio o live?

#5 Messaggio da Danik »

Ripeto, a me non sembra sia lo scopo di questo spazio.
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Re: Aleandro Tour 2018: studio o live?

#6 Messaggio da Alessandro Cioni »

Io invece ritengo di si.
Mi pare che le premesse erano del tipo "pan per focaccia".
Percui, poiché egli ha sempre espresso pubblicamente e liberamente il proprio parere su impianti che non solo non ha mai sentito, ma di cui non ha mai neanche letto alcun feedback, definendoli come l'accrocco più accroccato di tutti gli accrocchi mai accroccati,...
permettimi, l'esistenza questo spazio sembra essere essenziale per poter esprimere liberamente il proprio parere di fronte alla banalissima questione: "io accrocco? tu di cosa sei capace?"
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Re: Aleandro Tour 2018: studio o live?

#7 Messaggio da Alessandro Cioni »

naturalmente la replica non si è fatta attendere troppo.
mi sono dimenticato della classica...
Ohibo'!! come mai?
... e delle cose acustiche.
propongo il Nobel alla letteratura.
Almeno ai concerti ci vado
Bene!
Sarò all'auditorium a Roma domattina. Vogliamo incontrarci lì verso le 11:00?
Purtroppo in materia di musica classica sono una capra: mi piace ma cultura vera zero. Riferiro’ come posso...
Sei una persona sincera. Dammi retta, vieni via di lì...
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landscape12
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Re: Aleandro Tour 2018: studio o live?

#8 Messaggio da landscape12 »

Senza polemica,
Io l'impianto per Aleandro l'ho ascoltato un paio di volte.
Tra i pochissimi che avevano in casa un full horn (assemblato nel mio caso). La precisazione è d'obbligo, in quanto i possessori di impianti hifi domestici non possono che rimanere scioccati da tale immanenza, al punto da perdere di vista molti altri parametri altrettanto importanti. Non io.
Ebbene, le mie considerazioni, concernenti tutti gli aspetti del progetto - non solo come suona - sono state cancellate dai forum sui quali le avevo postate!
Mi sembra che ogni altro commento sia superfluo.

P.s. Non si commette due volte lo stesso errore: attualmente è pressoché impossibile ascoltare quegli impianti da persone che potenzialmente potrebbero avere qualcosa da ridire.
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rollo
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Re: Aleandro Tour 2018: studio o live?

#9 Messaggio da rollo »

potresti per favore invece postare qui in sintesi pregi e difetti e/o qualche tua considerazione che è stata cancellata ? grazie.
Alessandro Cioni
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Re: Aleandro Tour 2018: studio o live?

#10 Messaggio da Alessandro Cioni »

se non altro sai che quì non sarà cancellato.
Il compito non è tanto di vedere ciò che nessun altro ha ancora visto; ma pensare ciò che nessun altro ha ancora pensato riguardo a quello che chiunque vede. (E. Schrodinger)
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