Fabrizio Calabrese: Ripartizione della Potenza

...per non dimenticare i problemi lessicali di Calabrese che ha tradotto "sensibilità" con "efficienza" (e non solo...)
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MarioBon
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Re: Fabrizio Calabrese: Ripartizione della Potenza

#11 Messaggio da MarioBon »

Otala non parla di impedenza dinamica ma di assorbimento di corrente di un carico reattivo rispetto ad un carico resistivo puro. Un altro problema lessicale?

Evidentemente non ha letto questi:
http://www.mariobon.com/Articoli_storic ... a_1983.pdf
http://www.mariobon.com/Articoli_amplif ... namica.htm
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Re: Fabrizio Calabrese: Ripartizione della Potenza

#12 Messaggio da carlochiarelli »

Infatti anche Montanucci ha scritto che dalla curva di impedenza si può ricavare il coefficiente di extracorrente ( che probabilmente qualcuno confonde con impedenza dinamica) . Gli articoli bisogna studiarli non guardare le figure!
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mario061
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Re: Fabrizio Calabrese: Ripartizione della Potenza

#13 Messaggio da mario061 »

http://www.hifi-forumlibero.it/phpBB3/v ... 42#p143942

Certo che le cene a Bracciano durano parecchio.... :mrgreen:
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MarioBon
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Re: Fabrizio Calabrese: Ripartizione della Potenza

#14 Messaggio da MarioBon »

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in effetti questo post è del 25 e oggi è il 27. Bisogna anche dire che è stato scrittto"dopo cena" ma non quale cena: potrebbe anche essere la cena di Natale ...
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Re: Fabrizio Calabrese: Ripartizione della Potenza

#15 Messaggio da mario061 »

E si, hai ragione, non c'è scritto la data della cena, del resto, non è certo la prima e nemmeno l'ultima "meraviglia tecnica" che disattende.

Se si va indietro nel suo forum ci sono un bel pò di dichiarazioni di progetti vari e recensioni di apparecchi che mai sono stati portati avanti.
Del resto, con tutto il tempo che deve dedicare a leggere i vari forum e FB, e aggiungi 8 ore di sonno (magari qualcuna in meno data l'età), non gli resta molto altro tempo per lavorare...un giorno sono 24 ore per tutti...
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Re: Fabrizio Calabrese: Ripartizione della Potenza

#16 Messaggio da MarioBon »

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Questo P.S. è la prova che i problemi lessicali del Sig.Calabrese sono reali.
Se il Sig. Calabrese non riesce a farsi capire dovrebbe ricercarne il motivo nell'utilizzo improprio che fa dei termini. In altre parole non si possono confondere i termini e poi lamentarsi di non essere compresi. Definire "parallele" delle curve che si intersecano è solo uno dei tanti esempi di "problemi lessicali" che si possono portare a carico del Sig. Calabrese. Le definizioni ed il vocabolario sono stati inventati proprio per rendere possibile la comunicazione: chi non si adegua è destinato a rimanere incompresoe perde il diritto di lamentarsi. Nel caso del Sig. Calabrese l'ignoranza non è una colpa ma una scelta consapevole.

Impedenza dinamica significherebbe "impedenza che cambia con le cause".
Extra-corrente significa corrente assorbita in più rispetto ad un carico di riferimento non dipendente dalla frequenza (ma dipende dal valore dal riferimento scelto).

In regime lineare l'impedenza non cambia (per definizione) mentre il coefficiente di extra-corrente può assumere virtualmente qualsiasi valore.
Se come valore di riferimento nel calcolo della extra-corrente si assume il minimo della parte reale del carico, il coefficiente di extra-corrente risulta sempre minore od uguale a uno. Non per nulla è stato proposto di assumere come "impedenza nominale" di un sistema di altoparlanti il minimo della parte reale della sua impedenza. Lascio al Sig. Calabrese questa triviale dimostrazione.

Se un sistema di diffusori da 4 ohm nominali, conforme alla norma, presenta uno svasamento di 60° in corrispondenza del minimo di impedenza, presenterà un coefficiente di extracorrente inferiore o uguale a 5 (dipendendo dal particolare segnale scelto per la misura).
Il coefficiente di extra-correne di una Apogee Scintilla potrebbe essere nell'ordine di 10
(a seconda del segnale utilizzato per misurarlo).

Il coefficiente di extra-corrente dipende:
- dal valore di riferimento scelto
- dalla forma nel tempo del segnale utilizzato per misurlo.

Il minimo della parte reale dell'impedenza di un diffusore acustico,in regime lineare, è sempre la stesso. E' il concetto di "impedenza dinamica" che non può esistere e chi lo utilizza non solo manifesta dei (seri) problemi lessicali ma anche una scarsa conoscenza della Teoria dei Segnali.
Lascio al sig. Calabrese anche questa seconda triviale dimostrazione.

Ma per comprenderlo si devono considerare (e accettare) le definizioni.
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Re: Fabrizio Calabrese: Ripartizione della Potenza

#17 Messaggio da MarioBon »

Qualche cosa è successo: questi sono i brani scelti dal Sig. Calabrese a sostegno delle sue ipotesi
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Quello che si può osservare è che si tratta di brani "compressi" ma il Sig. Calabrese non specifica nè il fattore di cresta nè lo spettro. Quindi non sappiamo bene di cosa stia parlando e non abbiamo quelle informazioni che potrebbe dare, per esempio, unafigura di Lissajouss.
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Re: Fabrizio Calabrese: Ripartizione della Potenza

#18 Messaggio da MarioBon »

Questa è l'analisi. La prima cosa che si nota è che non c'è nemmeno uno dei "numeri effettivi" promessi il 24 luglio scorso. Gli unici numeri sono le date dei brani.
Evidentemente c'è una certa confusione tra "numeri" e "chiacciere". Ma dei problemi lessicali del Sig. Calabrese abbiamo già parlato abbastanza anche se tornano continuamente a riproporsi in ogni contesto.
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Re: Fabrizio Calabrese: Ripartizione della Potenza

#19 Messaggio da MarioBon »

I brani analizzati sono tre, tutti appartenenti allo stesso genere musicale, tutti compressi seppur con tecniche diverse. Questa analisi quindi non può ritenersi valida se non in questo ristretto ambito.
In realtà quello che servirebbe sarebbe analizzare dei brani non compressi (cioè ben registrati) dove la "qualità" è più importante della "quantità". In discoteca è fuori dubbio che la "quantità" sia predominante anche sulla "qualità". Il Sig. Calabrese non ci sta parlando di Altà Fedeltà domestica ma di come amplificare la musica da discoteca.
Il Sig. Calabrese predilige la pesatura A (nata per confrontare la percezione del rumore nell'ambiente di lavoro). In questo caso, vista la finalità della misura, mi sembra più corretto equiparare i livelli RMS (ovvero i livelli SPL) anche perchè il fattore di cresta dei brani scelti non è alto (sono compressi). Calcolare il valore RMS non è difficile: noto il fatore di cresta ed il modulo del valore di picco massimo:
SPL = picco/FC
Bastava calcolare l'SPL per i tre brani e ricavare due fattori di scala. La pesatura A "taglia" proprio la parte bassa che si vorrebbe indagare (il Sig. Calabresse ipotizza un sub tagliato a 90 Hz).

L'affermazione più particolare è questa:
[quote=Fabrizio Calabrese"]In multiamplificazione le cose si complicano, appunto perché si perde una parte della compressione dei picchi, specie quella dei brani più moderni, limitati digitalmente...[/quote]
E' vero che limitando la banda passante di un segnale, per esempio su tre vie, il fattore di cresta di ogni via è diverso ed è diverso dal fattore di cresta del brano "compleo" ma, a parità di risposta in frequenza dei filtri, ciò avviene per un sistema passivo o attivo allo stesso modo. La dimostrazione è triviale e la lasciamo al Sig. Calabrese. L'ascotatore percepisce la somma delle diverse vie e questa deve essere conforme a quello che c'è registrato nel supporto. In particolare il fattore di cresta del campo diretto (sovrapposizione delle tre vie) deve essere uguale al fattore di cresta del programma musicale (altrimenti il sistema non è fedele).

A parte le chiacchiere (perchè numeri non se ne vedono) l' analisi del Sig. Calabrese dice molto poco e quel poco (criticabile) riguarda la musica da discoteca. Del resto lo stesso Calarese ha scritto:
"In un ambiente domestico la dinamica di qualsiasi tipo di segnale audio (voce, effetti, spot, ecc.) deve essere necessariamente compressa entro limiti molto angusti."
Immagino che "qualsiasi tipo" significhe "qualsiasi tipo" e che "ecc." stia per "eccetera" ovvero tutto quanto non elencato.
La distorsione percepita nei brani compressi: se la compressione viene attuata con un brick-wall (ovvero tagliando di brutto i picchi del segnale) corrisponde alla saturazione ideale di un ampli a stato solido. Se invece viene fatta con apparecchiature analogiche a valvole allora assomiglia molto alla distorsione di forma tipica degli amplificatori a valvole ed è più tollerabile. Ciò non significa che la distorsione non ci sia perchè la modulazione di ampliezza (comunque venga realizzata) produce sempre intermodulazione. Se è fatta solo sui picchi l'alterazione del segnale dura poco tempo e questo la rende tollerabile (entro certi limiti).
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Re: Fabrizio Calabrese: Ripartizione della Potenza

#20 Messaggio da MarioBon »

Per comprendere meglio la valenza dell'analisi del Sig. Calabrese possiamo osservare l'analisi statistica dello spettro dei generi musicali disco, pop e rock eseguita da Noselli che non ha usato la pesatura A ma ha allineato gli spettri rispetto al centro banda (630Hz) per mettere in evidenza la diversa richiesta di potenza:
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lo spettro della musica disco è in blu.
Quello che segue è simile (riguarda sempre lo spettro medio dei generi musicali ma il contenuto energetico è confrontato con la curva IEC). La musica disco è quella con il contenuto maggiore di basse frequenze tra 50 e 60 Hz (e molto meno oltre i 300 Hz). Sotto 40 Hz c'è poco
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Lo spettro non dice nulla in merito al fattore di cresta che va misurato caso per caso ma che, come tendenza generale, si riduce limitando la banda passante verso le frequenze basse come si vede in questo esempio
http://www.mariobon.com/Articoli_nuovi/ ... ne2vie.htm.
Chi vuole aprire una discoteca dovrà tenerne debito conto dello spettro della musica disco gli altri possono farne a meno.
L'ultima cosa che si può dire è che la maggiore potenza richiesta dalla musica disco riguarda quasi esclusivamente il sub-woofer.
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