Tratto da qui:
http://www.hifi-forumlibero.it/phpBB3/v ... &start=120
Le cose non stanno proprio così. Purtroppo dobiamo partire da lontano. La trasformata di Fourier richiede la conoscenza dell'intera storia del segnale nel tempo (o di un intero periodo). Quando il segnale viene trasfomato se ne ricava lo spettro attraverso una serie di calcoli (che prevedono l'integrazione su tutto l'intervallo acquisito). In sostanza il calcolo dello spettro avviene a "tempo fermo" ed è calcolato contemporaneamente su tutti i campioni di segnale acquisiti. Ergo non si può dire, in un certo istante, quali frequenze siano presenti e quali no. Lo spettro del segnale acquisito, all'interno dell'intervallo di acquisizione, non è una funzione del tempo. Lo spettro è una funzione complessa ma nel seguito ci occuperemosolo del suo modulo.Ora invece riesaminiamo la tecnica di Giussani/GPM che prevede l'impiego di due generatori di Rumore Rosa scorrelati tra loro. Ebbene, in questi casi sia l'ampiezza che la fase delle emissioni dei due diffusori saranno casuali, cioé RANDOM, per cui in ogni singolo istante ogni frequenza potrà essere presente o meno nell'emissione di ciascun diffusore, e potrà avere qualsiasi rapporto di fase relativo tra i due canali.
Si potrebbe obbiettare che il segnale analitico è il prodotto dell'inviluppo per la frequenza istantanea. Ma, anche in questo caso, per ottenere lo spetrro si deve trasformare tutto il segnale (dall'inizio alla fine).
Si potrebbe allora dire che è possibile generare un segnale così composto:
5 periodi di una sinusoide a 100H, seguito da 10 periodi di sinusoide a 300 Hz, seguito da 10 periodi di sinusoide a 680 Hz, seguito da....
In questo caso si potrebbe isolare un singolo periodo di una sinusoide ed ottenere uno spettro composto da una singola riga. Quello però non è lo spettro del segnale (nella sua interezza) ma solo di un frammento di segnale che, incidentalmente è una sinusoide. Si noti che, in questo caso, lo spettro dipende da una scelta soggettiva dell'operatore e, se dipende da una scelta soggettiva, la misura non è oggettiva (non è una misura). Non è comunque il caso di un rumore casuale o pseudocasuale.
Per concludere il ragionamento del Sig. Calabrese è fondato su ipotesi non vere. Il rumore casuale si somma in potenza (quindi calcolando il valore RMS su un intervallo di tempo prefissato) e la somma non può essere superiore a 3 dB o inferiore a 0 dB rispetto al segnale più potente. E questo perchè, mancando la correlazione, non c'è interferenza che è un fenomeno che riguarda l'ampiezza e non la potenza (la potenza richiede sempre una ntegrazione nello spazio, l'ampiezza no perchè è dipende dalle coordinate e dal tempo).
La verifica è facile:
Si prendono due sorgenti pilotate da due generatori di rumore rosa incoerenti.
si fissa il punto di misura
si misura il livello SPL dovuto a una sorgente (l'altra spenta)
si misura il livello SP dovuto all'altra sorgente (l'altra spenta)
si misura l'SPL dovuto alla somma dei due segnali (tutte e due accese).
Si verifica che la somma è sempre compresa tra 0 e +3dB ripetto all'SPL più lato.
Se non risulta così si è sbagliato qualche cosa.
Consiglio la lettura di un buon libro in italiano e l'uso di un vocabolario.