DRC: buchi in frequenza, vantaggi e svantaggi.(cc)

ho questo problema...questa è la soluzione
DRC, equalizzazione attiva e passiva
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TomCapraro
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DRC: buchi in frequenza, vantaggi e svantaggi.(cc)

#1 Messaggio da TomCapraro »

Come ben sappiamo i sistemi DRC, che non sono "semplici equalizzatori", non si comportano come normali regolatori in ampiezza, ovvero non esaltano o attenuano soltanto un determinato segmento di banda in frequenza, bensi operano in modo, non dico intelligente, poichè l'operatore dovrà sempre indirizzarli affinchè possano lavorare al meglio, ma aiutano l'integrazione acustica operando anche sull'eccesso di fase come (per quel che possono**) l'eliminazione (razionale) di alcune interferenze distruttive, quali possono essere le cancellazioni di fase.

Un normale equalizzatore grafico (che come sappiamo opera a fase minima) si limita, come detto prima, ad attenuare//esaltare la parte di spettro, e lo fa in modo facile, XdB in più, o XdB in meno.
Questi "apparecchi" (virgoletto apparecchi perchè al giorno d'oggi si opera quasi sempre tramite un software digitale) si comportano abbastanza egregiamente (e senza tante controindicazioni) quando vengono chiamati ad attenuare: basta regolare l'attenuazione in base al picco in ampiezza e il gioco è fatto.
Peccano però di un difetto (uno dei tanti) non sono affatto selettivi, perchè non possiamo regolare il fattore di merito (Q) e centrare bene il segmento su cui operare.
Ne viene fuori un attenuazione approssimativa, dove spesso viene inficiata anche la banda adiacente.
Più precisi e selettivi sono gli EQ parametrici con cui poter selezionare il fattore di merito e centrare perfettamente la banda in frequenza esaltata senza inficiare quella adiacente.
Ma come si comportano entrambi quando dovranno esaltare un segmento di frequenza che presenta una depressione (o buco come lo vogliamo definire) ????

I buchi in frequenza (...quasi sempre) sono frutto di interferenze distruttive, le famigerate cancellazioni di fase.
La cancellazione di fase avviene in questo modo: il segnale diretto "sbatte" contro una parete e crea una serie di riflessioni, sia in fase che in controfase.
Le riflessioni in fase se aggiunte al segnale diretto ne acuiscono l'ampiezza, mentre quelle in controfase cancellano (in parte, ma abbastanza da renderlo palese) il segnale diretto.

Se noi operassimo, per riempire un buco in frequenza, con un normale equalizzatore, e se questo buco scaturisce da una cancellazione di fase, incrementeremmo (richiedendo potenza all'amplificatore) la "forza" del segnale diretto che a sua volta crea una forza maggiore nel segnale riflesso in controfase: risultato = un nulla di fatto, un cane che si morde la coda, un loop acustico dal quale scaturisce un erogazione in tensione maggiore (ampli) rischiando il clip, diminuendone le capacità dinamiche dello stesso oltre ad uno sforzo meccanico maggiore per l'altoparlante chiamato ad oscillare all'impazzata senza un vero e proprio incremento di spl acustica, in soldoni queste operazioni NON vanno effettuate, nè con gli EQ grafici e nemmeno con gli EQ parametrici.

...continua
saluti, Tom
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TomCapraro
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Re: DRC: buchi in frequenza, vantaggi e svantaggi.

#2 Messaggio da TomCapraro »

...con i sistemi DRC (e affini) la cosa migliora di parecchio ma, non tutto è oro quel che luccica.
I sistemi DRC possono riempire anche questi buchi eliminando (per quanto possibile) l'interferenza distruttiva ma, chiamando SEMPRE l'ampli ad erogare potenza affinchè tale buco venga "riempito"
Spiego meglio, se come detto prima l'utilizzo degli EQ grafici e/o parametrici non sortisce un vero e proprio incremento acustico, il DRC chiama potenza, ma quantomeno la sfrutta integralmente, ovvero: elimina l'interferenza distruttiva che cancella il segnale diretto, ma chiama potenza su quello diretto affinchè venga ripristinata la depressione relativa ad una determinata ampiezza.
Questo è quanto accade. (misure alla mano)

A questo punto conviene riempire un buco ?
Una domanda alla quale poter dare tante risposte.
Vediamo se riesco a ricordarle tutte (si fa per dire)

Il nostro sistema di percezione è molto piu sensibile ai picchi, punto primo.
Il nostro sistema di percezione è molto -meno- sensibile ai buchi, punto secondo.

A questo punto se il buco è molto stretto, questo, NON viene percepito, e sarebbe sbagliato andarlo a ripristinare (in questo caso non ci piove)

"Se" invece il buco è ampio dico semplicemente dipende:

dipende da tanti fattori, dalla riserva di potenza dell'amplificatore (3dB chiamerebbero l'ampli ad erogare il doppio della potenza) dalla tenuta del diffusore perchè stiamo fornendo il doppio di watt in quel range di frequenze e quando ascolteremo ad alto volume sarà la prima parte di banda a distorcere. (si è sempre detto che i DRC non amano le configurazioni precarie).

Un azione sensata sarebbe quella di cercare un posizionamento del diffusore in ambiente in cui i buchi si riducono quantomeno come fattore di merito.

La "normalizzazione" in ampiezza di tutta la banda equivale ad aver amplificato la potenza per colmare la cancellazione stessa, vale a dire: se il sistema di correzione crea un filtro la cui ampiezza totale è per ipotesi -3dB, e nel responso acustico è presente un buco di -3dB a 100hz, il sistema può fare due cose:

1) esaltare di +3dB la zona di depressione a 100hz (senza toccare l'ampiezza totale, che però raggiungerà a 100hz lo 0dBfs)

2) normalizzare tutta la banda TRANNE la parte in cui è presente la depressione a 100hz, per cui l'ampiezza totale del filtro verrebbe ridotta a -6dB e i 100hz a -3dB.

continua...
saluti, Tom
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TomCapraro
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Re: DRC: buchi in frequenza, vantaggi e svantaggi.

#3 Messaggio da TomCapraro »

...come si evince, esaltando una parte (o piu parti) di frequenze in ampiezza, porta il sistema a tenersi più lontano dallo 0dBfs, ed è questo il motivo per il quale nei convolver viene richiesta una maggiore attenuazione del gain: diversamente il filtro saturerebbe (distorcerebbe).
Questo fa pagare un altro piccolo scotto: la riquantizzazione del segnale digitale (filtro/gain del convolver) comporta una minima perdita di risoluzione, ok si perde qualche Bit ma, a me, è sempre risultato che un filtro tenuto con ampiezza "piu alta possibile" conferisce all'ascolto (ma anche alle misure) una maggiore risoluzione- (Grisulea dovrebbe saperne qualcosa).

Insomma per concludere (e concludo il brevissimo resoconto) il DRC andrebbe usato cum grano salis partendo da una situazione "migliore possibile" evitando il piu possibile l'intervento in esaltazione, cercando un livello del filtro più alto possibile (in prossimità dello 0dBfs) e senza forzare troppo sulle finestrature che portano il sistema ad operare eccessivamente sull'eccesso di fase (scusate il gioco di parole).

Tutto quanto descritto, per lunga esperienza diretta, ha fatto si che la presenza del DRC abbia potuto soddisfare anche i palati più fini ed esigenti, senza fare rimpiangere in alcun modo la naturalezza e la risoluzione complessiva del sistema- (ma anche la dinamica)
Per quanto si legge in giro (lamentele sul drc) molti motivi dai quali ne scaturisce una cattiva implementazione derivano (in parte) da questo.

Fine.
saluti, Tom
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Re: DRC: buchi in frequenza, vantaggi e svantaggi.

#4 Messaggio da The_bastonator »

La situazione migliore di base con cui operare penso sia quella con i diffusori addossati alla parete, per cui si minimizzano gli effetti di filtraggio a pettine introdotti dalla parete posteriore, inoltre i diffusori sarebbe bene fossero a baffle largo più che tower.
Il rinforzo dato dalla parete posteriore, che indurrebbe il sistema ad una attenuazione delle basse frequenze permette di risparmiare potenza sull'amplificatore.
Questo è quello che penso io.

L'ideale sarebbe avere i diffusori montati a filo parete tipo quelli che si usavano negli studi.

Ciao

TB
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TomCapraro
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Re: DRC: buchi in frequenza, vantaggi e svantaggi.

#5 Messaggio da TomCapraro »

Hai menzionato il progetto del mio setup.
Opero in questo modo, e lo ritengo corretto ai fini della migliore implementazione del DRC.

Dimenticavo...per una corretta distribuzione del suono relativo alle pareti laterali (frequenze oltre quella di Schroeder) andrebbero usati diffusori con pattern polare semidirettivo, altrimenti le pareti andrebbero trattate affinche l'energia del suono riflesso rientri in un range ottimale
saluti, Tom
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Re: DRC: buchi in frequenza, vantaggi e svantaggi.

#6 Messaggio da TeoMarini »

The_bastonator ha scritto:La situazione migliore di base con cui operare penso sia quella con i diffusori addossati alla parete, per cui si minimizzano gli effetti di filtraggio a pettine introdotti dalla parete posteriore, inoltre i diffusori sarebbe bene fossero a baffle largo più che tower.
Il rinforzo dato dalla parete posteriore, che indurrebbe il sistema ad una attenuazione delle basse frequenze permette di risparmiare potenza sull'amplificatore.
Questo è quello che penso io.

L'ideale sarebbe avere i diffusori montati a filo parete tipo quelli che si usavano negli studi.

Ciao

TB
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Re: DRC: buchi in frequenza, vantaggi e svantaggi.

#7 Messaggio da The_bastonator »

TomCapraro ha scritto:Dimenticavo...per una corretta distribuzione del suono relativo alle pareti laterali (frequenze oltre quella di Schroeder) andrebbero usati diffusori con pattern polare semidirettivo, altrimenti le pareti andrebbero trattate affinche l'energia del suono riflesso rientri in un range ottimale
Nelle sale di regia degli studi di registrazione, si accetta una certa quantità di riflessione (anzi diffusione) sulle pareti laterali, per rendere la riproduzione "viva" (quanta, dipende da come la pensa il progettista della sala) perchè se troppo assorbente il suono si "attufa" e la sala non suona bene.
Se uno vuole isolarsi totalmente dai fenomeni ambientali, in quei casi utilizza la cuffia.

Ciao
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Re: DRC: buchi in frequenza, vantaggi e svantaggi.

#8 Messaggio da MarioBon »

Proviamo a capire con un disegnino (che ho corretto):
questo è quello che succede quando due sorgenti (altoparlante e riflessione su una parete) si annullano per interferenza distruttiva: quando arriva una riflessione in controfase questa potrebbe annullare completamente il segnale. In tal caso il sistema non può compensare nemmeno applicando un guadagno infinito. Quindi il "buco" deve essere "riempito" utilizzando le riflessioni dalle altre pareti (che per fortuna sono 6). In generale ci possono essere situazioni particolarmente sfortunate dove un "buco" non è correggibile (sempre in generale):
Immagine

Questo invece succede quando le due emissioni si sommano per interferenza costruttiva:
Immagine
In questo caso, invece, la riflessione è in fase con il segnale e la correzione è in controfase con il segnale => il woofer si muove di meno.
In entrambe i casi ho trascurato il fatto che la riflessione è sempre un po' più debole del segnale diretto. quindi c'è approssimazione.
Per correggere un picco la potenza richiesta all'ampli diminuisce.
Nella realtà le prime riflessioni sono almeno 6 e poi si ripetono (riflessione della riflessione, ecc.) in più il DRC deve annullare anche i suoi segnali di correzione...quindi l'esempio che ho portato è indicativo ma non esauriente.
Inutile dire che il woofer di questo esempio è ideale e perfetto (altrimenti non avrebbe una risposta al burst così precisa.
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Re: DRC: buchi in frequenza, vantaggi e svantaggi.

#9 Messaggio da Calbas »

Non mi è chiaro come si possa eliminare il suono riflesso usando lo stesso Ap che genera il suono diretto.
Forse si sovrappone un segnale con fase diversa?

Nell'esempio grafico il risultato corretto sembra partire con un ritardo rispetto al segnale originale, quindi si trova disallineato con gli altri AP.
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TomCapraro
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Re: DRC: buchi in frequenza, vantaggi e svantaggi.

#10 Messaggio da TomCapraro »

The_bastonator ha scritto: Nelle sale di regia degli studi di registrazione, si accetta una certa quantità di riflessione (anzi diffusione) sulle pareti laterali, per rendere la riproduzione "viva" (quanta, dipende da come la pensa il progettista della sala) perché se troppo assorbente il suono si "attufa" e la sala non suona bene.
Se uno vuole isolarsi totalmente dai fenomeni ambientali, in quei casi utilizza la cuffia.

Ciao
Ho fatto diverse battaglie per sostenere la tua osservazione, una "certa quantità" di suono riflesso ci vuole.
Ho stimato personalmente un Energy Time Curve a limite tra i -13dB/-16dB dal suono diretto, ovvero nella zona di limite tra il percepibile e non.
Aumenta una forma ragionevole e gradevole di ambienza, senza alterare il suono diretto che rimane chiaro ed intelligibile.
Da considerare che la rilevazione tramite microfono omnidirezionale non garantisce integralmente una ripresa a 90°, posizione effettiva dei nostri padiglioni, come dire: se puntassimo un microfono verso il diffusore e successivamente verso la direzione (parete) in cui i nostri padiglioni sono rivolti, incrementeremmo di qualche dB l'energia del suono riflesso, per cui, se la ETC presenta valori anche leggermente piu bassi dei canonici -15dB, significa che realmente le riflessioni saranno di qualche dB superiore.
saluti, Tom
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