Condizionatori di rete (e filtri)

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enne.effe
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Condizionatori di rete (e filtri)

#1 Messaggio da enne.effe »

"Re: Condizionatori di rete , si sempre utili o forse..
Messaggio da F.Calabrese » mercoledì 23 settembre 2020, 11:58
Piccola riflessione tecnica.
Un problema di rumore sulla rete potrebbe essere risolto con un filtraggio passivo ad alta pendenza, che lasci passare la fondamentale a 50 Hz ed attenui tutto il resto.
Il problema, con i filtri passivi, è che esigono impedenze a valle che siano certe e -soprattutto- stabili.
Questo significa che non sarebbe un problema fare un filtro per un amplificatore in vera Classe-A, con un assorbimento costante.
Però... c'è un grosso PERO'...!
Anche negli ampli in Classe A gli alimentatori caricano i condensatori durante la fase del ciclo in cui la tensione di rete (trasformata dal trasf. di alimentazione) supera il valore di tensione a cui sono caricati i condensatori di alimentazione. E questo avviene in un tempo tanto più breve quanto più alto è il valore dei condensatori di alimentazione...
Quindi un eventuale filtro passivo a monte vedrebbe un'impedenza bassissima durante quei pochi millisecondi ed una molto alta per il tempo restante, sino alla semionda di rete successiva.
Questo spiega il perché i filtri passivi sono una soluzione spesso inefficace, oltre che problematica.
Saluti
F.C."

Chi mi spiega il passaggio riguardante gli amplificatori in classe "A" anche in relazione all'articolo che segue?

https://docs.rs-online.com/56f8/0900766b81523832.pdf
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MarioBon
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Re: Condizionatori fi rete (e filtri)

#2 Messaggio da MarioBon »

la CISPR (Comité International Spécial des Perturbations Radioélectriques o International Special Committee on Radio Interference) fondata nel1934 per stabilire gli standard di misura per il controllo delle interferenze elettromagnetiche nei dispositivi elettrici ed elettronici. E' un settore della International Electrotechnical Commission (IEC).
Il documento descrive la tecnica di misura da applicare per i filtri di rete che prevede l'uso di impedenze del generatore e del carico diverse da quelle utilizzate per i cavi con impedenza di 50 Ohm. I risultati sono molto diversi e quelli proposti, secondo CISPR, più aderendi alla realtà.
Si parla di power line filter che, se non capisco male, sono i filtri di rete (a monte del trasformatore di un amplificatore).
In effetti l'efficacia dei filtri di rete è motivo di discussione e l'articolo spiega che la loro ridotta efficacia dipende da come vengono misurati (in condizioni lontane dalle effettive condizioni d'uso).
Chi desidera regolare e ripulire la linea elettrica in genere adotta un condizionatore di rete o un rigeneratore di rete che generano una sinusoide pulita a 50 Hz con una bassa impedenza di uscita. I filtri di rete vengono utilizzati sulle apparecchiature che assorbono meno corrente (lettori CD, convertitori DA, pre....). Ci sono ciabatte che hanno alcune prese filtrate e altre no.

Quello che scrive il sig. Fabrizio Calabrese (ammesso che abbia chiamato le cose con i loro nomi) mi sembra di capire si riferisca ai condensatori di livellamento a valle del trasformatore e del ponte rettificatore (ampli con alimentazione non regolata). Lo scopo dei condensatori di livellamento è, appunto, livellare (rendere costante) la tensione di alimentazione limitando il ripple (che con un rettificatore a ponte sta a 100Hz ed è presente negli ampli indipendentemente dalla classe A, B, AB, G, T, ecc.).
Il ripple può essere limitato
- aumentando il valore dei condensatori di filtro (se i diodi del ponte lo consentono)
- con un filtro di ordine superiore con una induttanza in serie (aumenta l'impedenza interna dell'alimentatore)
- adottando una alimentazione regolata (che costa).

Per limitare il ripple si sarebbero anche altri modi ma richiedono la trifase.
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Re: Condizionatori di rete (e filtri)

#3 Messaggio da carlochiarelli »

C'è sempre un poco di confusione sul sito citato quindi non prendere per oro quello che c'è scritto....
La EN61000 e suoi capitoli riguarda tutto quello inerente emc/emi.
Andando un po di "grosso" si può dire che:
I disturbi che un apparecchio emette si dividono in irradiati e condotti ( sul cavo di alimentazione). I disturbi condotti si dividono in alta frequenza , bassa frequenza e altri che adesso non serve vedere ( flicker ecc).
Quelli ad alta frequenza si filtrano ( verso la rete ) con i filtri che si vedono in giro ( quelli in scatola metallica), quelli a bassa frequenza sono più ostici e sopra i 300 watt ( circa) oramai conviene un pfc attivo.
Basta infatti vedere gli alimentatori per pc che sono ormai tutti con pfc attivo.
Il pfc passivo ( LC di solito) conviene sotto i 300 watt.
Il dimensionamento del filtro LC é alla portata di un qualsiasi ingegnere che sappia un minimo di reti elettriche , cosa che nel sito citato non sembra esserci.
Il limite dei 300watt lo metto io adesso ma al passare del tempo la convenienza del pfc attivo aumenta.
I limiti sono ovviamente legati alla caduta sull'induttanza e che bisogna stare sotto un certo valore di corrente per ogni armonica.

Fatte tutte le filtrature necessarie allora l'apparecchio é a posto con le emissioni, ma nulla si può dire dell'immunità ai disturbi che arrivano.
Sta di fatto che se irradia poco é comunque abbastanza immune a quello che gli arriva.

Quello che salva gli apparecchi audio, che per certi versi sono "preistorici" , é la ridotta potenza media assorbita e dichiarata, questo permette ai costruttori di applicare filtrature blande o addirittura nessuna .
Basta vedere che ci sono amplificatori che in accensione fanno addirittura scattare il termico di casa perché si é risparmiato perfino sulla precarica!
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