fab0 ha scritto:Parlando di tempi molto brevi, l'energia è molto bassa. Il valore dei watt potrebbe essere fuorviante sia per chi legge sia per il significato che talvolta viene dato ai datasheet. Per "i picchi" A mio avviso è più significativo tenere d'occhio il valore della tensione di clipping e quello dell'escursione.
Integrando su tempi più lunghi invece so possono ottenere informazioni utili per l'energia da erogare, sostenere e smaltire (dall'alimentatore, dal finale, dai dissipatori, dalle bobine).
Il nocciolo credo sia distinguere tra potenza (W) ed energia (Wh o J).
Peri ipotesi, una percussione continua dalla cima al fondo del brano, potrebbe non avere dei picchi molto alti quindi poca potenza, ma essere sostenuta nel tempo quindi molta energia.
Viceversa una botta singola e fortissima potrebbe avere una potenza molto alta, ma implicare poca energia totale.
Per inciso, come accennavo prima, non metterei in secondo piano l'efficienza dei trasduttori. Non diciamo nulla di nuovo se diciamo che possono esserci notevoli differenze tra tweeter e subwoofer. Dire che un diffusore ha una efficienza X è un po riduttivo, soprattutto se pensiamo di correggere con dsp, eq o quel che sarà.
Un diffusore e la relativa sensibilità possiamo provarla in camera anecoica, oppure a casa.
Entrambe forniranno un risultato contestuale, entrambe presenteranno una determinata caratterizzazione dello spettro poiché, a quanto si nota, nemmeno in camera anecoica il diffusore presenta una linearità teorica, si manifesta spesso una gobba attorno i 100hz.
In ambiente domestico è peggio ancora, perché lo spettro risulta ancora più alterato.
In entrambi i casi possiamo applicare il nostro watt sul carico e stimarne, aggiungo grossolanamente, la resa (sensibilità)
L'applicazione di una correzione (attiva, passiva o entrambe) rende la misura più credibile, potendo contare su uno spettro più lineare.
Nel punto ascolto, perché è li che interessa, possiamo acquisire qualsiasi forma di segnale musicale, come possiamo farlo ai morsetti dell'amplificatore, ergo stimare, rispetto lo stimolo originale, in quale punto si manifesta la limitazione, sia di tipo elettrico che di tipo elettroacustico. (infatti non è detto che l'amplificazione non possa farcela e il diffusore no)
Sempre in questa sezione troveremo una prova simile, ma stavolta portando a limite il sistema.
Potrebbe essere legato al tipo di elettronica ma, creando un impulso in corrente (simulando un transiente di percussione a frequenza bassa) e un impulso in tensione, l'amplificazione ha fatto segnare il medesimo valore senza comparse di distorsione di forma.
La distorsione di forma, nei picchi, è il primissimo "campanello d'allarme" che indica il raggiungimento del limite massimo.
A questo punto bisognerebbe fissare un obiettivo del tipo: cosa deve poter dare l'impianto, poi misurandolo opportunamente vedere se è in grado di farlo.
Se non è in grado di farlo, individuare l'anello più debole e fare in modo che possa rimpiazzare questa limitazione.
Ad esempio se il mio sistema avesse avuto una sensibilità di 81dB (parlo di punto ascolto) per poter riprodurre i massimi picchi (senza distorsione di forma...perché ci tengo...) sarebbero stati necessari altri 500watt istantanei a canale.
Ovviamente stiamo parlando nel rispetto dei picchi massimi e la relativa assenza di distorsione di forma.
P.s mi chiedo: chissà quanti sistemi ci sono in giro che clippano.