TEST: "preringing" del DRC

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TomCapraro
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TEST: "preringing" del DRC

#1 Messaggio da TomCapraro »

Molte volte è stato attribuito un difetto al DRC, quello di generare preringing, ovvero: dei segnali indesiderati che "anticipano" un transiente.
Il massimo impiego di campioni che vertono a correggere la risposta acustica (che è ad eccesso di fase) si piazza nella parte di spettro entro la frequenza di Schroeder e, man mano, al salire della frequenza, il sistema passa da correzione ad eccesso di fase a fase minima. (c'è una precisa finestra, peraltro anche regolabile tramite la window exponent)

A questo punto ho generato (tramite l'ottimo REW, che nelle ultime versioni fa un po tutto) dei burst a svariate frequenze.
I burst sono relativi ad una semionda positiva in modo che risulti simile ad un transiente con ampiezza massima, e sono distribuiti con una ripetizione temporale di 500ms (tra i primi due impulsi) e 1000ms
(tra i primi due impulsi e quelli successivi).

All'ascolto sembrano dei colpi di cannone poichè lo stimolo è nettissimo, vale a dire con il massimo tempo di salita in funzione della frequenza.

Naturalmente l'acquisizione è stata rilevata nel punto ascolto, e naturalmente i segnali di burst sono stati sottoposti a filtraggio con attivo il DRC

Come potete vedere, i transienti risultano pulitissimi, nettissimi, e senza alcun fenomeno di preringing. (lo si nota alla base dell'inizio dello stimolo)
Dopo il transiente si manifesta il naturale decadimento ambientale (circa mezzo secondo)-

Quando i transienti vengono avvicinati temporalmente (meno di mezzo secondo) una parte di inviluppo iniziale viene mascherato dai vari fenomeni di tempo di riverbero e/o decadimento.

E dunque questa leggenda metropolitana (e grossa inesattezza) del fatto che il DRC genera preringing viene smontata con questa prova.

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saluti, Tom
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Re: TEST: "preringing" del DRC

#2 Messaggio da TomCapraro »

Il nostro sistema uditivo, nonostante l'assenza di preringing, potrebbe anche permetterne piccole quantità in virtù della scarsa selettività e sensibilità alle frequenze basse.
Diverso invece quando un artefatto da preringing si manifesta alle medie e medioalte frequenze.
In quel caso i transienti, quale può essere una nota alta del pianoforte, verrebbero uditi in forma "stonata".
Ripetero' la prova con tutti i segnali che compongono lo spettro a terzi d'ottava.
Nelle simulazioni non compare nulla, ma completero' il test direttamente con reali acquisizioni acustiche come fatto con i transienti a bassa frequenza.
saluti, Tom
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TomCapraro
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Re: TEST: "preringing" del DRC

#3 Messaggio da TomCapraro »

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Re: TEST: "preringing" del DRC

#4 Messaggio da TomCapraro »

Da notare che al salire della frequenza il transiente diventa sempre piu ripido, e come il campo riverberato decresce in ampiezza e tempo di decadimento.
Di "preringing" nessuna traccia.
saluti, Tom
sventola
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Re: TEST: "preringing" del DRC

#5 Messaggio da sventola »

Stavo notando il diverso decadimento alle varie frequenze, man mano peggiora fino a circa 200Hz per poi migliorare di nuovo al crescere della frequenza.
Questo dipende solo dal diverso tempo di riverbero della stanza alle varie frequenze?
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TomCapraro
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Re: TEST: "preringing" del DRC

#6 Messaggio da TomCapraro »

sventola ha scritto:Stavo notando il diverso decadimento alle varie frequenze, man mano peggiora fino a circa 200Hz per poi migliorare di nuovo al crescere della frequenza.
Questo dipende solo dal diverso tempo di riverbero della stanza alle varie frequenze?
Ciao, dipende anche dai residui di risonanza.
Entro la zona di Schroeder dominano i modi della stanza, per cui spostando le varie frequenze è facile imbattersi in una diversa distribuzione modale il cui tempo di decadimento risulta essere diverso.
Per scelta di progetto la zona che comprende le fondamentali degli strumenti musicali e le voci risulta essere leggermente tendente al "luminoso".
Questo compromesso aiuta a rendere il sistema abbastanza "onnivoro" visto che i generi musicali spaziano tra il jazz, il blues, il vocalist e la classica.
Questa "accordatura" è stata eseguita con l'inserimento di materiale passivo (tappeti, arazzi, cuscini e, soprattutto, la scelta del tendaggio dietro il punto ascolto)
saluti, Tom
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Re: TEST: "preringing" del DRC

#7 Messaggio da TomCapraro »

Il nostro udito risulta essere "piu attento" agli artefatti da preringing piuttosto di quello che accade dopo il transiente. (con i dovuti distinguo affinchè il decadimento risulti razionale)

Questo è un colpo di rullante.

Se osserviamo la risposta in frequenza, i due segnali si sovrappongono alla perfezione (linea rossa e linea verde)

Ma successivamente, l'inviluppo mostra chiari segni di preringing (in base alla frequenza in cui si sviluppa la massima energia...attorno i 180/200hz)

All'ascolto si sente perfettamente.

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Re: TEST: "preringing" del DRC

#8 Messaggio da MarioBon »

il preringing dovrebbe essere almeno in in parte mascherto anche dal pre-mascheramento nel tempo (o Temporl Masking) che opera l'apparato uditivo http://www.mariobon.com/Glossario/___Ud ... amento.pdf
In pratica un suono debole che precede un transitorio violento non viene percepito.
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Re: TEST: "preringing" del DRC

#9 Messaggio da TomCapraro »

MarioBon ha scritto:il preringing dovrebbe essere almeno in in parte mascherto anche dal pre-mascheramento nel tempo (o Temporl Masking) che opera l'apparato uditivo http://www.mariobon.com/Glossario/___Ud ... amento.pdf
In pratica un suono debole che precede un transitorio violento non viene percepito.
Esatto Mario, il fenomeno del mascheramento include una serie di variabili che spaziano tra il tempo individuale di integrazione, l'ampiezza e la durate del preringing e l'ampiezza dei segnali transitori.
In pratica, prendendo come esempio quel colpo di rullante, il primo transiente mette in evidenza il preringing, (si sente eccome) ma se ci fosse una successione di transitori (specie se circa dello stesso livello) e se fossero distribuiti temporalmente entro i limiti d'integrazione, dal primo transiente in poi non avremmo la stessa capacità di poterlo piu distinguere.

E' cosa buona che il preringing non sia presente, ma per poterlo considerare nocivo dovrà anche apparire in forma non del tutto minuscola.

Per esperienza personale, le uniche volte in cui il fenomeno preringing ha potuto fare dei danni è quando si è trattato il segnale con i filtri Notch a banda stretta e a fase lineare, oppure quando sono stati utilizzati una serie di filtri a cascata con fattore di merito elevato.

"Se" il DRC (per come tratta il segnale, per l'utilizzo di un massiccio numero di campioni, la finestratura e il fattore di merito elevato...vedi ad esempio i profili piu spinti) non avesse adottato le dovute precauzioni per la prevenzione del preringing, la realizzazione dei filtri sarebbe stata molto difficile per coloro che non hanno i mezzi per effettuare determinate analisi.
saluti, Tom
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Re: TEST: "preringing" del DRC

#10 Messaggio da TomCapraro »

In pratica funziona cosi, (in special modo con questo tipo di segnale) il primo fenomeno di preringing è udibile nel primo transiente, mettendo in successione lo stesso segnale bisogna poi vedere quanto (peraltro soggettivo) tempo è necessario affinchè si riesca a percepire il secondo.
L'esperimento è di facile fattura, basta creare una coppia di segnali, il primo dovrà contenere il primo transiente senza il preringing e dopo un certo lasso di tempo (attorno i 200ms per iniziare) inserire il transiente con il preringing.
Il secondo segnale dovrà contenere entrambi i transienti senza preringing, spaziati temporalmente allo stesso modo del primo segnale.
Facendo il test ABX si dovrà individuare il segnale che contiene il preringing.
Se non vi si riesce bisogna allungare lo spazio temporale tra i vari transienti, se invece con 200ms si dovesse riuscire ad individuarli...provare ad accorciare lo spazio temporale fino a quando la distinzione diventa impossibile.
Visto che per i test ABX sono praticissimo, e visto che attualmente (causa coronavirus) si sta piu a casa che a lavoro...poi lo faccio io.

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