Certificazione del Master (e situazione imbarazzante)

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organist
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Certificazione del Master (e situazione imbarazzante)

#1 Messaggio da organist »

Buondi a tutti. Posto qui sullo spazio di Velut Luna pur non trattandosi di incisioni Velut Luna per chiedere a Marco Lincetto, quali sono le certificazioni che si devono presentare per stampare un Master.

Mi spiego meglio e segnalo un antefatto.

Qualche giorno fa, un pianista e critico musicale ha scoperto che un'incisione di un disco brahmsiano, incisa a nome di Maurizio Moretti per l'etichetta Inviolata del 2012, suona identica (si si esclude una maggiore ampiezza e un secondo in piu di silenzio alla fine) ad una incisione di Marc Pantillon per la Claves del 2005.

Maggiori informazioni qui

http://slippedisc.com/2017/05/reports-o ... yce-hatto/

Ora, dando per scontato che si tratti della stessa incisione lievemente modificata nell'ampiezza e con l'aggiunta di un secondo di piu, e senza voler entrare nel merito del chi ha copiato chi, anche se pare che Moretti abbia dei pregressi su storie simili (ha inciso a suo nome anche un disco edito da Decca nel 2015 che un tecnico del suono ha smascherato riconducendo l'incisione ad un altro disco di un altro pianista edito anni prima, con grandissimo imbarazzo per la Decca che ha ovviamente subito messo fuori commercio il suo cd "apocrifo"), mi chiedo:
quali sono le garanzie che una casa discografica dovrebbe pretendere nell'acquisizione di un master? E sopratutto, per quale ragione la casa non ha effettuato l'incisione nei suoi studi ma ha accettato un master gia inciso? Chi garantisce e certifica la provenienza del master?
Capite che se perfino la Decca ci è cascata...
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Felix
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Re: Certificazione del Master (e situazione imbarazzante)

#2 Messaggio da Felix »

Simpatico. :D
Che io sappia, sicuramente il codice ISRC è uno di questi: http://www.fimi.it/isrc
Non è comunque prassi obbligatoria che un disco si registri negli studi della casa discografica. Per esempio, io posso avvalermi di personale estraneo alla casa discografica per la produzione e poi presentare il master. Spetta poi alla casa che pubblica a fare i dovuto controlli e accettarlo o meno. In questo caso l'unica soluzione per cavarne fuori qualcosa è aprire un procedimento giudiziario per plagio (con i conseguenti tempi di attesa) e l'iniziativa spetta comunque al detentore dei diritti (l'interprete o la casa).
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organist
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Re: Certificazione del Master (e situazione imbarazzante)

#3 Messaggio da organist »

Purtroppo l'ISRC credo sia facilmente aggirabile. Altrimenti anche il soggetto di cui sopra non avrebbe potuto facilmente pubblicare materiale audio registrato da un'altra persona...
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Felix
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Re: Certificazione del Master (e situazione imbarazzante)

#4 Messaggio da Felix »

organist ha scritto:Purtroppo l'ISRC credo sia facilmente aggirabile. Altrimenti anche il soggetto di cui sopra non avrebbe potuto facilmente pubblicare materiale audio registrato da un'altra persona...
Per me se n'è infischiato e basta. Ha fatto il suo album col suo bel nuovo ISRC mettendoci dentro quella traccia effettata.
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organist
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Re: Certificazione del Master (e situazione imbarazzante)

#5 Messaggio da organist »

Beh, che se ne sia infischiato è certo.. ne paghera sicuramente le conseguenze legali e artistiche.
Velut Luna
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Re: Certificazione del Master (e situazione imbarazzante)

#6 Messaggio da Velut Luna »

Per prima cosa è bene sottolineare come le grandi etichette non dispongono più da anni di proprie strutture produttive e quindi acquisiscono master realizzati da terzi.
Io stesso ho realizzato nell'areco degòli ultimi 20 anni circa 15 master per DECCA e circa altri 300 per varie altre label.

Qual è la cautela che deve tenere un'etichetta discografica quando acquisisce un master?
Sicuramente far sottoscrivere un contratto scritto in cui, fra le varioe clausole, chi fornisce il master sottoscrive l'originalità e l'unicità del medesimo, pena, nel caso questo sia falso, pagarne le conseguenze sul piano civile e a volte anche penale.
Ed infatti temo che sarà quello che succederà al protagonista negativo di questa vicenda, che senza dubbio sarà chiamato a rispondere di questa presunta falsità, se e quando verrà certificata e dimostrata davanti ad un giudice in tribunale.

Confermo, comunque, che nei contratti DECCA è presente la clausola di salvaguardia che ho qui citato per sommi capi.

Certo, la cosa migliore sarebbe, da parte di tutte le etichette, tornare alla produzione diretta del master; come del resto faccio io per Velut Luna, fa Ricci per Fonè, fa David Chesky per Chesky Records, fa Jared Sachs per Channel Classic, etc.etc.etc.etc.
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Re: Certificazione del Master (e situazione imbarazzante)

#7 Messaggio da organist »

Come mai le grandi case discografiche non hanno piu impianti di produzione? È una precisa scelta commerciale oppure una conseguenza del mercato?
Velut Luna
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Re: Certificazione del Master (e situazione imbarazzante)

#8 Messaggio da Velut Luna »

organist ha scritto:Come mai le grandi case discografiche non hanno piu impianti di produzione? È una precisa scelta commerciale oppure una conseguenza del mercato?
CONSEGUENZA DEL MERCATO, ma anche una certa ottusità che le ha portate a rinunciare alle grandi professionalità che avevano coltivato e allevato in casa, demandando all'esterno la produzione, per presunte convenienze economiche.
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Re: Certificazione del Master (e situazione imbarazzante)

#9 Messaggio da Flavio »

organist ha scritto:Buondi a tutti. Posto qui sullo spazio di Velut Luna pur non trattandosi di incisioni Velut Luna per chiedere a Marco Lincetto, quali sono le certificazioni che si devono presentare per stampare un Master.

Mi spiego meglio e segnalo un antefatto.

Qualche giorno fa, un pianista e critico musicale ha scoperto che un'incisione di un disco brahmsiano, incisa a nome di Maurizio Moretti per l'etichetta Inviolata del 2012, suona identica (si si esclude una maggiore ampiezza e un secondo in piu di silenzio alla fine) ad una incisione di Marc Pantillon per la Claves del 2005.

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Ora, dando per scontato che si tratti della stessa incisione lievemente modificata nell'ampiezza e con l'aggiunta di un secondo di piu, e senza voler entrare nel merito del chi ha copiato chi
Sembra improbabile che chi ha pubblicato nel 2005 abbia copiato una futura registrazione del 2012 :)

In ogni caso leggo che questa è stata la difesa di Maurizio Moretti:
“La mia risposta arriverà con i mezzi dovuti nei luoghi appropriati – scrive Maurizio Moretti -. Il tribunale dell’inquisizione e la caccia alle streghe credevo fossero passati di moda ma vedo che Facebook per alcuni sta svolgendo questa funzione. Con questo vi saluto cordialmente prendendo atto di tutti i vostri commenti”.
Da qui: https://www.blogosocial.com/maurizio-mo ... identiche/

Ciao, Flavio
Warning: I miei posts possono essere di parte anche se in buona fede.. io lavoro per Dirac Research :-)
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Re: Certificazione del Master (e situazione imbarazzante)

#10 Messaggio da LLLLeonardo »

Che storia intrigante e prezzemolina :mrgreen:

Incuriosito dal fatto se fosse vero o meno, ho cercato qua e là in rete il primo album incriminato, ma della versione del pianista italiano nisba (anche l'etichetta sembra essere scomparsa).
Poi sono passato a quella citata dal tecnico russo, ma anche questa versione del pianista italiano della DECCA (che topica fotonica!) è fuori catalogo.
Caso curioso il terzo citato, perché credevo al "non c'è 2 senza 3", invece su Spotify ci sono plagiato e plagio (la scio il forse, anche se...). L'album originale dovrebbe essere questo (https://open.spotify.com/album/3jG8KtaZv9vgLpoPrSGsbd), quello dell'italiano invece questo (https://open.spotify.com/album/0eXw97q2rPDJH5aWTp6OPA). Notare sotto le tracce del secondo concerto la descrizione degli artisti dell'album accusato di plagio :mrgreen: Avranno consegnato lo stesso materiale "bit perfect" :shock: o Spotify ha un sistema di rilevamento automatico in cui fan fede i dati delle tracce più anziane?
Onestamente mi chiedo il perché di tutto ciò. Cioè, una leggerezza può anche capitare, anche se nelle settimane a seguire dovrebbe arrivare la correzione, ma qua sembra esserci un modello.
Chissà se esistono altri casi del genere.
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