Pilotare un Altoparlante in corrente

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rollo
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Re: ...un **confronto** tra pianoforti da pazzi...

#1 Messaggio da rollo »

chiedo in questo post visto che prima avevo domandato con cosa pilotava il cortobanda: una volta secoli fa leggevo anche io di la , si vagheggiava di amplificatori in corrente. li hanno mai fatti, esistono ?
( a parte ultrasound che non so che fine abbia poi fatto ). vantaggi/svantaggi teorici ? grazie o voi che sapete.
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MarioBon
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Re: ...un **confronto** tra pianoforti da pazzi...

#2 Messaggio da MarioBon »

rollo ha scritto:
MarioBon ha scritto:O …. oppure si realizza un sistema con impedenza praticamente costante.
e come si potrebbe fare ? i tw planari sono abbastanza rettilinei, ma con un bel wf di quelli grossi ?
Per esempio compensando l'impedenza collegando in parallelo un impedenza opportuna.
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Re: ...un **confronto** tra pianoforti da pazzi...

#3 Messaggio da carlochiarelli »

Il pilotaggio in corrente funziona se la corrente in uscita è quella che va sull’altoparlante, se si mette qualche cosa in parallelo per compensare l’impedenza non funziona più bene. Conviene equalizzare a livello di segnale. Inoltre il pilotaggio in corrente funziona per frequenze superiori alla risonanza, per frequenze inferiori il regime è dominato dalle non linearità meccaniche ( sospensioni) per cui conviene il pilotaggio in tensione. In pratica bisogna progettare un amplificatore specifico per ogni applicazione.
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Re: ...un **confronto** tra pianoforti da pazzi...

#4 Messaggio da mario061 »

Quindi non sono tutte rose e fiori, o meglio, lo sono se il progetto comprende l'insieme ampli/diffusore.

Se non ho capito male, il pilotaggio in corrente sarebbe più indicato con sistemi multivia attivi e possibilmente nelle vie dove l'altoparlante lavora al di sopra della sua freq. di risonanza (vie medioalte/alte)?
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rollo
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Re: ...un **confronto** tra pianoforti da pazzi...

#5 Messaggio da rollo »

mario061 ha scritto:Quindi non sono tutte rose e fiori, o meglio, lo sono se il progetto comprende l'insieme ampli/diffusore.

Se non ho capito male, il pilotaggio in corrente sarebbe più indicato con sistemi multivia attivi e possibilmente nelle vie dove l'altoparlante lavora al di sopra della sua freq. di risonanza (vie medioalte/alte)?
si potrebbe fare un bel 4 vie con sub attivo e cassa a dipolo che ultimamente vanno di gran moda, pilotate in corrente.
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Re: ...un **confronto** tra pianoforti da pazzi...

#6 Messaggio da MarioBon »

rollo ha scritto:...si potrebbe fare un bel 4 vie con sub attivo e cassa a dipolo che ultimamente vanno di gran moda, pilotate in corrente.
Hai tutta la mia simpatia e ti faccio i migliori auguri. (si può fare ma non in cinque minuti...)
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Re: ...un **confronto** tra pianoforti da pazzi...

#7 Messaggio da MarioBon »

carlochiarelli ha scritto:Il pilotaggio in corrente funziona se la corrente in uscita è quella che va sull’altoparlante, se si mette qualche cosa in parallelo per compensare l’impedenza non funziona più bene. Conviene equalizzare a livello di segnale. Inoltre il pilotaggio in corrente funziona per frequenze superiori alla risonanza, per frequenze inferiori il regime è dominato dalle non linearità meccaniche (sospensioni) per cui conviene il pilotaggio in tensione. In pratica bisogna progettare un amplificatore specifico per ogni applicazione.
Vero, se ci metti qualche cosa in parallelo il risultato non è più lo stesso.

Il pilotaggio in corrente rende la corrente che scorre nella bobina mobile indipendente dalla linearità del fattore di forza BL (quindi la forza=BLi non è "meno distorta"). Per contro le non linearità appaiono nella tensione ai capi dell'altoparlante (dove non interessano più se il fattore di smorzamente è nullo). Quindi funziona anche alla frequenza di risonanza. Ma alla frequenza di risonanza l'ampiezza del picco non deve esser tale da saturare l'uscita dell'ampli.
Per esempio se il picco ha un massimo di 50 Ohm e l'ampli eroga un Amper la tensione sul carico diventa di 50 Volt, con due Amper diventa 100 Volt.
Quindi un amplificatore in corrente deve consentire una escirsone di tensione in uscita molto più ampia rispetto ad un amplificatore in tensione.
I woofer professionali presentano Qms particolarmente alti e picchi di risonanza altrettanto alti
quindi sono un po' complicati da pilotare in corrente. Gli isodinamici o i tweeter di Heil invece vanno benissimo (ma con questi trasduttori èmolto meno utile...).
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Re: ...un **confronto** tra pianoforti da pazzi...

#8 Messaggio da MarioBon »

Immagine
questi qui sopra sono due schemi classici per pilotare un carico in corrente.
Il principio è abbastanza semplice:
Nel caso A l'altoparlante è all'interno del loop di retroazione. La corrente è determinata da R e vale Vin x Gain/R (dove Gain è il guadagno dell'amplificatore). La resistenza R conviene che sia piccola perchè è percorsa dalla stessa corrente che attraversa l'altoparlante e la caduta di tensione ai suoi capi limita l'escursione di tensione ai capi dell'altoparlante stesso.
Ricalcando questo schema non è difficile modificare un amplificatore "normale" per alimentare in corrente un altoparlante:
- l'amplificatore deve avere il loop di controreazione chiuso all'iscita
- si "stacca" la controreazione e la si collega a valle dell'altoparlante
- si usa una come carico una resistenza di valore piccolo (0.22 Ohm) e potenza adeguata oltre che di ottima qualità.
Se si fa come in figura (con R1 e R2) si limita il rumore.

Il caso B è una configurazione invertente, con altoparlanti dinamici a bobina mobile con Qms non esagetati non ci sono problemi di stabilità. Anche in questo caso la resistenza R deve essere "piccola" per i motivi visti prima. Modificare un ampli già fatto per adattarlo a questa configurazione è più difficile. Meglio usare la A.
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#9 Messaggio da MarioBon »

ho corretto il mio post di risposta a carlochiarelli.
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Re: Pilotare un Altoparlante in corrente

#10 Messaggio da Lemmy »

A parte Ultrasound, col suo delirante sito, ho visto che Lector ha in catalogo un amplificatore in transconduttanza... Se a qualcuno serve...
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