La fase assoluta e la fase relativa

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MarioBon
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Re: La fase assoluta e la fase relativa

#11 Messaggio da MarioBon »

Va ribadito che l'udibilità di un certo fenomeno è una cosa (che dipende dalle capacità dell'orecchio umano ed è soggettiva) mentre quello che mostra l' analizzatore di spettro è oggettivo (se l'analisi è fatta rispettando le opportune condizioni).
Il fatto che una modifica alla forma d'onda corrisponda ad una modifica dello spettro (in modulo e/o fase o entrambe) e che una modifica allo spettro (in modulo e/o fase o entrambe) comporti una modifica (più o meno evidente "a occhio") nella forma d'onda è gatantito dal Teorema della Unicità della trasformazione di Fourier.
Del resto si ricorre all'analizzatore di spettro proprio perchè l'oscilloscopio non consente di apprezzare "a occhio" i dettagli di una forma d'onda.
Per esempio osservando una sinusoide all'oscilloscopio si riesce ad apprezzare la distorsione della forma d'onda solo quando è prossima al 2 o 3%. Con l'analizzatore di spettro si misura una distorsione anche oltre 1000 volte inferiore.
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TomCapraro
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Re: La fase assoluta e la fase relativa

#12 Messaggio da TomCapraro »

MarioBon ha scritto:Va ribadito che l'udibilità di un certo fenomeno è una cosa (che dipende dalle capacità dell'orecchio umano ed è soggettiva) mentre quello che mostra l' analizzatore di spettro è oggettivo (se l'analisi è fatta rispettando le opportune condizioni).
Il fatto che una modifica alla forma d'onda corrisponda ad una modifica dello spettro (in modulo e/o fase o entrambe) e che una modifica allo spettro (in modulo e/o fase o entrambe) comporti una modifica (più o meno evidente "a occhio") nella forma d'onda è gatantito dal Teorema della Unicità della trasformazione di Fourier.
Del resto si ricorre all'analizzatore di spettro proprio perchè l'oscilloscopio non consente di apprezzare "a occhio" i dettagli di una forma d'onda.
Per esempio osservando una sinusoide all'oscilloscopio si riesce ad apprezzare la distorsione della forma d'onda solo quando è prossima al 2 o 3%. Con l'analizzatore di spettro si misura una distorsione anche oltre 1000 volte inferiore.
Ed infatti, nonostante il modulo dello spettro risulti sovrapponibile, l'analisi del delta dello spettro produce differenze evidentissime.
Le FFT sul dominio della frequenza possono essere visualizzate (ed interpretate) in diversi modi, perchè le informazioni relative allo spettro nel tempo non possono essere inglobate dentro un unico grafico, l'unica cosa che si riesce a vedere dello spettro è l'intensità delle frequenze in un dato istante.
Diverso se si utilizza lo spettrogramma (o sonogramma), in quel modo è possibile ottenere informazioni in "3D" intensità-tempo-frequenza.

Il delta dello spettro tiene conto di tutte le differenze distribuite sull'intero spazio temporale del segnale in esame...compreso il rumore.

Alcuni software di analisi forniscono dei dati di FFT che vanno ben interpretati.


Alcuni (vedi Audition/Cool Edit Pro) prendono in esame la FFT relativa al centro del segmento (forma d'onda) esaminato, e dunque se un segnale avesse durata complessiva di 10 secondi, il risultato sarebbe di una FFT estrapolata nel preciso istante il campione della waveform si trova a 5 secondi.
Gli stessi software offrono poi la "scansione" e da questa si ottiene il modulo dello spettro.
Dunque in entrambi i casi non otteniamo le informazioni globali dello spettro, ma soltanto...o il modulo dello spettro...o la FFT dello spettro che circoscrive soltanto un frammento temporale.

Se per ipotesi un brano musicale contenesse all'inizio una nota tenuta a bassa frequenza, e questa poi non si ripetesse piu avanti...con la FFT calcolata al centro del segmento non si vedrebbe nulla.
E qui partirebbero le "critiche" sul fatto che le misure non confermerebbero quello che "sente l'udito".
Nel modulo dello spettro la nota tenuta a bassa frequenza si vedrebbe però.
Al contempo il modulo dello spettro non può fornire tutte le informazioni relative allo spettro nel tempo.
saluti, Tom
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