Commenti all’articolo di Adams:
“Time Dependence of loudspeakers Power Output in small rooms” spesso citato da Fabrizio Calabrese a sostegno del "problema delle tre pareti".
Questo articolo (che in italiano titola:Dipendenza dal tempo della potenza di uscita in piccoli ambienti) è stato presentato da Glyn Adams nel 1988 e pubblicato l’anno dopo.
Questo articolo riporta il risultato di una simulazione (non di misure) eseguita in certe condizioni e applicando delle semplificazioni che, alla fine, non rappresentano le effettive condizioni d’uso. Cominciamo dall’introduzione dove si legge:
Quindi Adams premette che i risultati che sta per mostrare non tengono conto delle onde stazionarie dell’ambiente. Ma vediamo l’ambiente simulato da Adams: la stanza ha dimensioni 6x5x3.5, le pareti presentano un coefficiente di riflessione pari a 0.9 (fonoassorbimento del 10%) e la sorgente è posta in angolo alla distanza di 1 metro dalle tre pareti confluenti. Il tempo di riverberazione calcolato con l’espressione di Eyring (con il 10% di fonoassorbineto medio) risulta di 1.2 secondi (Adams dice circa 1 secondo). La posizione della sorgente, equidistante dalle pareti, nella pratica è la peggiore immaginabile.Adams, traduzione ha scritto:“L’estensione dei risultati (ottenuti) in questo modo per le pareti vicine a quelli delle pareti lontane è sfortunatamente erroneo perché fallisce nel tenere conto del fatto che le sei pareti della stanza formano una camera risonante. Le risonanze della camera hanno influenzano significativamente la potenza di uscita delle sorgente sonora ed in particolare alle basse frequenze.”
Quindi l’ambiente:
- ha un altezza di 3.5 metri che non è usuale almeno in Europa,
- il tempo di riverberazione è il doppio (o più) di quello consigliato
- la sorgente è posizionata come peggio non si può.
Queste condizioni non possono essere considerate “normali”. Manca la posizione del punto di misura. Infatti Adams valuta la potenza acustica nell’ambiente e non la risposta in frequenza in un punto quindi il punto di ascolto non ha importanza. Questo perché nella simulazione di Adams non ci sono le onde stazionarie. Nella realtà interessa determinare la risposta in frequenza del sistema nel punto di ascolto.
I risultati di Adams non sono riferibili alle effettive condizioni d’uso: riguardano una sorgente omnidirezionale posta nella peggior posizione possibile in un ambiente poco adatto alla riproduzione della musica e senza tenere conto delle onde stazionarie.
Ne segue che i risultati proposti da Adams, come questo che segue:
Non sono praticamente utilizzabili e rappresentano solo un esercizio matematico su un modello incompleto. In buona sostanza i "problema delle tre pareti", nei termini proposti, non esiste. Ma anche se i risultati di Adams fossero validi ci sarebbe da chiedersi: cosa succede se si posiziona la sorgente un modo diverso in un ambiente diverso? A questa domanda aveva già risposto Allison nel 1976 mostrando che la risposta in ambiente dipende sia dalla posizione della sorgente che dalla posizione dell’ascoltatore. Le conclusioni di Allison fanno parte dell’esperienza giornaliera di chiunque possieda un sistema di riproduzione.
Per il calcolo Adams utilizza la tecnica del ray-tracing che vale quando la lunghezza d'onda è piccola rispetto alle dimensioni dell'ambiente, il campo riflesso è perfettamente diffuso ed in assenza di onde stazionarie. Poi però sceglie di operare proprio alle basse frequenze dove il metodo non è applicabile e, per superare l'ostacolo, trascura le onde stazionarie.
Adams sostiene che l’andamento delle potenza acustica nei primi istanti di radiazione è molto vicina a quella simulata con il suo modello semplificato. Se anche fosse, l’apparato uditivo non valuta solo la potenza acustica.
All’ascoltatore
- prima arriva il suono diretto (con le caratteristiche primarie del suono)
- poi trascorre l’ITG (ritardo tra suono diretto e prima riflessione)
- poi arriva la prima riflessione
- poi ancora (distanziate nel tempo) le riflessioni successive.
L’effetto, sulla qualità dell’ascolto, della prima riflessione proveniete da una (una) parete liscia (che genera comb-filtering) o diffondente (che non lo genera) è diversa. Così come è profondamente diversa la sensazione prodotta, alle basse frequenze, causata dalle onde stazionarie.
Conclusioni
L'articolo di Adams ha un interesse accademico ma i risultati, per sua stessa ammissione, non sono applicabili alla realtà perché non rappresentano le effettive condizioni d’uso. Anche dal punto di vista teorico-matematico ci sarebbe da discure.
Per concludere, prendere stralci dell'articolo di Adams ed elevarli a principi per giudicare i sistemi di altoparlanti (chissà perchè solo del tipo "a torre") è una forzatura ingiustificata. Bata leggere l'intero articolo per rendersene conto.
P.S. se qualcuno vuole larticolo in questione, visto che non posso pubblicarlo sul mio sito, glielo leggo per telefono.