Il tempo di riverbero, ammesso che risulti quello reale della stanza, conta meno della ITG.
Come anticipato sopra, non ci si può aspettare un valore perfettamente in linea con il reale riverbero della stanza "se" misurato tramite i diffusori.
Il tempo di riverbero andrebbe misurato con diverse acquisizioni (relativamente alle dimensioni) che variano da 4 a 6 per i locali di piccola dimensione e oltre 6 per locali piu grandi.
La norma tecnica UNI EN ISO 3382-2-2008 stabilisce anche la posizione in cui si dovrebbe effettuare la rilevazione...diversamente (poichè servono anche gli strumenti/metodo adatti) ci si dovrà affidare all'esperienza giusto come faceva J.Sebastian Bach che, con l'ausilio del battito delle mani stimava il riverbero..
Sembra una sciocchezza ma, se il battito delle mani generasse una scia "abbastanza" lunga e udibile significherebbe che il locale, per l'ascolto della musica, necessiterebbe di un assorbimento maggiore.
Chi è in grado di farlo (non è poi cosi difficile) si risparmierebbe di acquistare (e studiare) una sorgente omnidirezionale, un buon setup microfonico, e una metodica che verte a portare la stanza (tramite rumore rosa) in regime stazionario, (in diversi punti) e con una dinamica che supera i 60dB oltre il rumore di fondo per poi venire "spenta" e stimarne la perdita di energia.
Le sale per la riproduzione musicale (dal vivo) hanno tempi di riverbero abbastanza lunghi, mentre generalmente le sale domestiche (se normalmente arredate) producono tempi di riverbero tra 0,3sec e 0,6sec. Il tempo di riverbero (che nelle sale d'ascolto NON ha uno standard) può assumere un valore "ottimale" a seconda della dimensione, ad esempio per circa 70 metri cubi, alla frequenza di 500hz, un tempo (effettivo) di riverbero di 0,5sec può definirsi ottimale, quindi non troppo spinto verso un suono "anecoico" e nemmeno tendente alla perdita d'intelligibilità del parlato. Sta di fatto che le sale utilizzate per le conversazioni vengono trattate affinchè il tempo di riverbero risulti il piu basso possibile. (l'ascolto della musica e relativo genere sono altra cosa).
Il tempo di riverbero è (se non l'ho specificato) anche legato alla frequenza...per cui: se in letteratura viene considerato un tempo di riverbero ottimale (0,5sec) attorno ai 500hz, sotto questa frequenza tenderà a salire, mentre oltre tenderà a scendere.
Generalmente in locali domestici arredati non si corre il rischio di imbattersi in un campo diffuso (oltre la F di Schroeder) problematico, in ambiente domestico domina un altro problema...la corretta (articolata ed intelligibile) riproduzione dei bassi, quindi nel campo in cui dominano i modi della stanza. (il DRC per questo aiuta parecchio...moltissimo...).
Nei locali domestici conta di piu (affinchè si percepisca una riproduzione di qualità, oltre al rispetto delle dimensioni della sorgente e relativa chiarezza) la ITG, che sta per Initial Time Gap, ovvero il tempo che intercorre tra il suono diretto e la sua riflessione. (personalmente nei grafici presto molta attenzione a questo parametro).
La ITG tende a correlare molto il grafico con le sensazioni percepite.
Una ITG molto alta la si trova nei locali di ampie dimensioni poichè la sorgente è abbastanza distante dalle pareti riflettenti.
La ITG si osserva tramite i grafici di ETC, basta espandere l'impulso e osservare i primi millisecondi relativamente all'ampiezza prodotta dalla riflessione.
Se la ITG risulta inferiore ai 4ms, e con ampiezza superiore ai -15dB dal segnale diretto inizia a provocare l'alterazione della dimensione, nonchè la perdita di chiarezza. Anche se PRESENTE, una riflessione sotto i 15dB, rispetto il suono diretto, e circoscritta alla zona di ITG, non risulta udibile. Le riflessioni comunque rimangono legate al tempo di ritardo in cui ci sopraggiungono, ad esempio basta oltrepassare la zona di ITG e spostarsi a 30ms per passare a 20dB sotto il segnale diretto affinchè una riflessione risulti inudibile.
Il tempo di riverbero.
- TomCapraro
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Re: Il tempo di riverbero.
Il problema è capire a quale intervallo di frequenze avviene la riflessione. Senza questa informazione è difficile impostare le adeguate contromisure, siano esse attive o passive.
In questo universo ogni oggetto ordinale o è una banana o non è una banana.
Ciao. Fabio
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Re: Il tempo di riverbero.
Ciao Fabio, sembra esserci corrispondenza tra i picchi misurati e la percezione che, se questi vanno fuori "range", provochino delle alterazioni.Ligo ha scritto:Il problema è capire a quale intervallo di frequenze avviene la riflessione. Senza questa informazione è difficile impostare le adeguate contromisure, siano esse attive o passive.
Questo con la posizione del microfono rivolta verso il diffusore, in modo che il pattern polare riceva abbastanza energia dalla parete senza possibili attenuazioni che avverrebbero con il posizionamento al centro.
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Re: Il tempo di riverbero.
Non mi sono spiegato
Intendevo dire che per intervenire sarebbe necessario sapere se la riflessione che viene evidenziata da un picco sulla ETC è generata da frequenze, ad esempio, intorno ai 1000 Hz piuttosto che 5000 o 500. Gli interventi a quel punto potranno essere mirati a assorbire/diffondere/attenuare quelle specifiche frequenze.
Intendevo dire che per intervenire sarebbe necessario sapere se la riflessione che viene evidenziata da un picco sulla ETC è generata da frequenze, ad esempio, intorno ai 1000 Hz piuttosto che 5000 o 500. Gli interventi a quel punto potranno essere mirati a assorbire/diffondere/attenuare quelle specifiche frequenze.
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Re: Il tempo di riverbero.
In ambiente la risposta in frequenza viene misurata escludendo con una finestra nel tempo il contributo delle riflessioni. Lo stesso metodo si può applicare per studiare lo spettro delle riflessioni: basta escludere l'impulso diretto e tenere le riflessioni.
Il problema è che la coda dell'impulso diretto si può estendere fino e oltre alla prima riflessione. Si può allora limitare la banda passante dell'impulso per esempio escludendo il woofer (se è tagliato abbatanza basso) o applicando un filtro passa alto allo stimolo.
Il tempo di riverberazione è definito per frequenze maggiori della frequenza di Schroeder
http://www.mariobon.com/Glossario/___Am ... roeder.htm
Quindi negli ambienti domestici oltre i 250 Hz.
Per quanto riguarda le riflessioni indesiderate si possono fare due cose:
- assorbire (se il tempo di riverberazione è "alto")
- diffondere (se il tempo di riverberazione è "giusto")
http://www.mariobon.com/Glossario/___Am ... terale.htm
A parità di tempo di riverberazione aumentare la diffusone è sempre positivo perchè, alla fine, quello che conta è la correlazione tra il campo diretto ed il campo riflesso. Per quanto riguarda il T60 ottimale qualche indicazione c'è:
Più la stanza è piccola e più il T60 deve essere basso ma non inferiore a 0.3 secondi. Dipende anche dal genere musicale: la musica gregoriana e l'organo tollerano T60 più "lunghi". L'intelligibilità del parlato richiede T60 più brevi.
Il problema è che la coda dell'impulso diretto si può estendere fino e oltre alla prima riflessione. Si può allora limitare la banda passante dell'impulso per esempio escludendo il woofer (se è tagliato abbatanza basso) o applicando un filtro passa alto allo stimolo.
Il tempo di riverberazione è definito per frequenze maggiori della frequenza di Schroeder
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Quindi negli ambienti domestici oltre i 250 Hz.
Per quanto riguarda le riflessioni indesiderate si possono fare due cose:
- assorbire (se il tempo di riverberazione è "alto")
- diffondere (se il tempo di riverberazione è "giusto")
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A parità di tempo di riverberazione aumentare la diffusone è sempre positivo perchè, alla fine, quello che conta è la correlazione tra il campo diretto ed il campo riflesso. Per quanto riguarda il T60 ottimale qualche indicazione c'è:
Più la stanza è piccola e più il T60 deve essere basso ma non inferiore a 0.3 secondi. Dipende anche dal genere musicale: la musica gregoriana e l'organo tollerano T60 più "lunghi". L'intelligibilità del parlato richiede T60 più brevi.
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Re: Il tempo di riverbero.
Mario ha anticipato quello che avrei scritto sull'isolamento degli impulsi relativi alle riflessioni.Ligo ha scritto:Non mi sono spiegato
Intendevo dire che per intervenire sarebbe necessario sapere se la riflessione che viene evidenziata da un picco sulla ETC è generata da frequenze, ad esempio, intorno ai 1000 Hz piuttosto che 5000 o 500. Gli interventi a quel punto potranno essere mirati a assorbire/diffondere/attenuare quelle specifiche frequenze.
Quindi prima capire se "persistono" anche tramite l'utilizzo di un segnale filtrato che esclude determinate frequenze, si parla di woofer, ma si può creare una finestra mirata decrescente affinchè si capisca meglio.
Anche tagliando fuori (lo puoi fare tramite un software di editing) la parte che precede la riflessione lasciando le ondulazioni che la susseguono fino a raggiungere una stabilità accettabile fornirà un indicazione abbastanza attendibile.
Alla fine (tramite l'analisi FFT) noterai la banda incriminata con maggiore ampiezza.
Considera che i pannelli assorbenti hanno un ampio margine di frequenza, per cui la precisione della rilevazione tramite impulso isolato non deve spaccare il singolo Hz, e nemmeno potrebbe farlo.
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Re: Il tempo di riverbero.
Visto che in questo caso non è richiesta grande precisione si potrebbe applicare una finestra non rettangolare tipo Hamming o simile.
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Re: Il tempo di riverbero.
...immagino relativa alla successiva analisi della FFT ???MarioBon ha scritto:Visto che in questo caso non è richiesta grande precisione si potrebbe applicare una finestra non rettangolare tipo Hamming o simile.
saluti, Tom
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Re: Il tempo di riverbero.
di solito si fa così:
- si fa una misura con rumore rosa
- si deconvolve la risposta con lo stimolo e si ottiene la risposta impulsiva
- a questo punto si applica una finestra per selezionare la parte di segnale che serve
- per catturare una riflessione la finestra può essere (anzi meglio che sia) tipo Hamming o simili (cioè simmetrica)
per riprendere la risposta impulsiva si usa una finestra asimmetrica che a sinistra ha un fronte tipo quadra mentre a destra ha una forma decrescente (più o meno "furba"). La vecchia Clio applicava una finestra rettangolare.
Nella risposta impulsiva si suppone che il segnale (nella parte sinistra sia nullo quindi la finestra asimmetrica elimina un aparte del rumore.
Nel caso di una riflessione il segnale è diverso da zero sia a sinistra che a destra e se si applica una finestra rettangolare si introducono due cuspidi che peggiorano il rapporto segnale rumore.
Se si acquisice direttamente la risposta all'impuso ... è lo stesso (ma non si fa la deconvoluzione)
- si fa una misura con rumore rosa
- si deconvolve la risposta con lo stimolo e si ottiene la risposta impulsiva
- a questo punto si applica una finestra per selezionare la parte di segnale che serve
- per catturare una riflessione la finestra può essere (anzi meglio che sia) tipo Hamming o simili (cioè simmetrica)
per riprendere la risposta impulsiva si usa una finestra asimmetrica che a sinistra ha un fronte tipo quadra mentre a destra ha una forma decrescente (più o meno "furba"). La vecchia Clio applicava una finestra rettangolare.
Nella risposta impulsiva si suppone che il segnale (nella parte sinistra sia nullo quindi la finestra asimmetrica elimina un aparte del rumore.
Nel caso di una riflessione il segnale è diverso da zero sia a sinistra che a destra e se si applica una finestra rettangolare si introducono due cuspidi che peggiorano il rapporto segnale rumore.
Se si acquisice direttamente la risposta all'impuso ... è lo stesso (ma non si fa la deconvoluzione)
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