Re: Comparazione SACD con CD
Inviato: 08/08/2019, 19:46
Dunque….oggi avevo tempo e l’argomento mi ha acceso l’interesse…...ho rippato le tracce pcm dai SACD e le ho masterizzate su CDR tramite un masterizzatore Yamaha in grado di scrivere a 1x (per cercare di minimizzare gli errori).
Come detto ho messo i due supporti ottici in confronto su due lettori, Onkyo DX 6800 per i CDR e il SACDP della Sony per i dischetti in HD.
Comincio con il dire che è stata una piacevole sorpresa fare questa prova, e ringrazio “Markrates” per l’idea che a mè non era proprio mai venuta in mente…..mai dare niente per scontato.
JS Bach – Concerti Branderburghesi – (Harmonia Mundi – USA)
Qui la comparativa non si può proprio fare. I tecnici del suono che hanno lavorato a questa produzione sono intervenuti pesantemente credo durante la fase di conversione e missaggio, enfatizzando oltremodo le tracce da dsd a pcm al punto che dopo pochi minuti di ascolto viene voglia di abbassare il volume. Appena messo in play il CDR sembra suonare meglio del SACD, il suono è brillante direi quasi scintillante. L’opera di Bach poggia sugli archi barocchi ed il clavicembalo e non si sentiva proprio il bisogno di enfatizzare i toni degli strumenti che già primeggiano nell’esecuzione. Veramente impossibile fare una comparativa.
Felix Mendelssohn – Midsummer night’s dream (Channel Classic – Germania)
Qui è l’esatto opposto e bisogna fare i complimenti a chi per il comparto tecnico ci ha lavorato. La versione CDR a volumi compatibili con un ambiente domestico è praticamente indistinguibile dal SACD. Solo nei passaggi di grande salto nella dinamica (dal piano pianissimo al pieno orchestrale) le tracce SACD mantengono la capacità di distinguere gli strumenti mentre su CDR la riproduzione và un po' in crisi. Ma siamo veramente ad un ascolto molto molto attento, se passate questi due supporti ad un ascolto da compagnia sono indistinguibili.
Frederick Chopin – Piano Sonatas nr.2 e 3, scherzo nr.2 e Notturno nr.13 e 14 (Octavia Records – Giappone)
Su queste tracce la differenza tra i due supporti è molto evidente. In particolare il SACD nei Notturni dove il “piano solo” cadenza le note con ampi spazi (in tempo), restituisce la capacità di riprodurre tutta una scala di suoni derivanti dal decadimento della nota battuta in precedenza, cosa che chiunque abbia sentito un pianoforte di persona non può non ricordare. Nella versione CDR questi suoni semplicemente non ci sono, o sono rappresentati in maniera “asciutta” come un decadimento lineare della nota battuta in precedenza. La trasposizione delle tracce DSD su PCM non è fatta male, semplicemente mi sembra che il supporto non arriva a riprodurre quello che c’è nel SACD.
Antonio Vivaldi – Le 4 stagioni (Fonè – Italia)
Di quest’opera credo esisteranno migliaia di versioni e credo tutti conosciamo a memoria tutti i brani. Dispongo di versioni in analogico oltre ad un’altra in liquida e questa su SACD.
Questa è fatta molto bene, la trasposizione su pcm rende l’ascolto anche su CDR veramente piacevole. Relativamente all’estensione in frequenza le due trascrizioni (SACD e CDR) sono indistinguibili. E finché si resta a volumi da compagnia pari sono…..
Però qui il SACD rende proprio al meglio. Qui di dinamica ce n’è da vendere e all’ascolto non puoi non fare wow……
Su alcuni brani come quello iniziale dell’Estate, ed il secondo e terzo dell’Inverno (i miei preferiti) il volume inevitabilmente sale e arrivo a far accendere i led di “warning” delle mie kef (l’avviso è che sono arrivato e se vado oltre friggo qualcosa……)
Qui la versione SACD ha veramente una marcia in più, se si spinge forte il volume la riproduzione rimane sempre coerente e non senti proprio il desiderio di diminuire il volume. Fantastico.
Sabato e Domenica proverò anche Bruckner e Grieg però già un’idea me la sono fatta.
Come aveva anticipato “TomCapraro” a volumi da compagnia, distinguere le due versioni (a patto che non abbiano pasticciato in fase di conversione e missaggio) risulta molto difficile.
Quindi tornando alla domanda iniziale direi che la migliore sensazione che restituisce un SACD (con una registrazione nativa dsd) rispetto ad un CDAudio, direi che suona come una ottima registrazione analogica con una iniezione di dinamica che il disco nero non ha. Ho fatto riferimento all’analogico e non al CD perché all’ascolto il supporto SACD nativo più che ad un CD molto ben registrato, mi restituisce questa sensazione. Questo per la “morbidezza” che si apprezza, in molti casi durante l’ascolto sono li ad aspettare qualche TOC e TAC che arriva di solito quando metto su un LP…..ma non arrivano mai. A volumi di ascolto moderati mi sono comunque sorpreso di dover constatare che distinguere un SACD da un CD è molto improbo…..
Rimangono delle considerazioni sul fatto che questo supporto è sopravvissuto grazie alle ingenti risorse economiche delle produzioni della classica (che in molti paesi godono anche di contributi pubblici) ma ha praticamente cessato il proprio sviluppo. Inoltre è penalizzato dall’impossibilità di eseguire il rip dei supporti ottici (a meno di operazioni tecniche più o meno legali) che di fatto ne limitano il gradimento tra gli utenti. Io dispongo solo di una trentina di produzioni e onestamente avendo adesso un buon dac per la liquida non credo (a meno di offerte a prezzo stracciato) di acquistare altri titoli in SACD. Se dovessi poi cominciare da zero adesso un SACD Player non lo comprerei sicuramente.
Tutto quello che ho scritto chiaramente è relativo alle mie sensazioni in rapporto al mio ambiente di ascolto e all'hardware disponibile. Un altro con altra catena audio ed un diverso ambiente magari ti darebbe indicazioni diverse.....
Francesco
Come detto ho messo i due supporti ottici in confronto su due lettori, Onkyo DX 6800 per i CDR e il SACDP della Sony per i dischetti in HD.
Comincio con il dire che è stata una piacevole sorpresa fare questa prova, e ringrazio “Markrates” per l’idea che a mè non era proprio mai venuta in mente…..mai dare niente per scontato.
JS Bach – Concerti Branderburghesi – (Harmonia Mundi – USA)
Qui la comparativa non si può proprio fare. I tecnici del suono che hanno lavorato a questa produzione sono intervenuti pesantemente credo durante la fase di conversione e missaggio, enfatizzando oltremodo le tracce da dsd a pcm al punto che dopo pochi minuti di ascolto viene voglia di abbassare il volume. Appena messo in play il CDR sembra suonare meglio del SACD, il suono è brillante direi quasi scintillante. L’opera di Bach poggia sugli archi barocchi ed il clavicembalo e non si sentiva proprio il bisogno di enfatizzare i toni degli strumenti che già primeggiano nell’esecuzione. Veramente impossibile fare una comparativa.
Felix Mendelssohn – Midsummer night’s dream (Channel Classic – Germania)
Qui è l’esatto opposto e bisogna fare i complimenti a chi per il comparto tecnico ci ha lavorato. La versione CDR a volumi compatibili con un ambiente domestico è praticamente indistinguibile dal SACD. Solo nei passaggi di grande salto nella dinamica (dal piano pianissimo al pieno orchestrale) le tracce SACD mantengono la capacità di distinguere gli strumenti mentre su CDR la riproduzione và un po' in crisi. Ma siamo veramente ad un ascolto molto molto attento, se passate questi due supporti ad un ascolto da compagnia sono indistinguibili.
Frederick Chopin – Piano Sonatas nr.2 e 3, scherzo nr.2 e Notturno nr.13 e 14 (Octavia Records – Giappone)
Su queste tracce la differenza tra i due supporti è molto evidente. In particolare il SACD nei Notturni dove il “piano solo” cadenza le note con ampi spazi (in tempo), restituisce la capacità di riprodurre tutta una scala di suoni derivanti dal decadimento della nota battuta in precedenza, cosa che chiunque abbia sentito un pianoforte di persona non può non ricordare. Nella versione CDR questi suoni semplicemente non ci sono, o sono rappresentati in maniera “asciutta” come un decadimento lineare della nota battuta in precedenza. La trasposizione delle tracce DSD su PCM non è fatta male, semplicemente mi sembra che il supporto non arriva a riprodurre quello che c’è nel SACD.
Antonio Vivaldi – Le 4 stagioni (Fonè – Italia)
Di quest’opera credo esisteranno migliaia di versioni e credo tutti conosciamo a memoria tutti i brani. Dispongo di versioni in analogico oltre ad un’altra in liquida e questa su SACD.
Questa è fatta molto bene, la trasposizione su pcm rende l’ascolto anche su CDR veramente piacevole. Relativamente all’estensione in frequenza le due trascrizioni (SACD e CDR) sono indistinguibili. E finché si resta a volumi da compagnia pari sono…..
Però qui il SACD rende proprio al meglio. Qui di dinamica ce n’è da vendere e all’ascolto non puoi non fare wow……
Su alcuni brani come quello iniziale dell’Estate, ed il secondo e terzo dell’Inverno (i miei preferiti) il volume inevitabilmente sale e arrivo a far accendere i led di “warning” delle mie kef (l’avviso è che sono arrivato e se vado oltre friggo qualcosa……)
Qui la versione SACD ha veramente una marcia in più, se si spinge forte il volume la riproduzione rimane sempre coerente e non senti proprio il desiderio di diminuire il volume. Fantastico.
Sabato e Domenica proverò anche Bruckner e Grieg però già un’idea me la sono fatta.
Come aveva anticipato “TomCapraro” a volumi da compagnia, distinguere le due versioni (a patto che non abbiano pasticciato in fase di conversione e missaggio) risulta molto difficile.
Quindi tornando alla domanda iniziale direi che la migliore sensazione che restituisce un SACD (con una registrazione nativa dsd) rispetto ad un CDAudio, direi che suona come una ottima registrazione analogica con una iniezione di dinamica che il disco nero non ha. Ho fatto riferimento all’analogico e non al CD perché all’ascolto il supporto SACD nativo più che ad un CD molto ben registrato, mi restituisce questa sensazione. Questo per la “morbidezza” che si apprezza, in molti casi durante l’ascolto sono li ad aspettare qualche TOC e TAC che arriva di solito quando metto su un LP…..ma non arrivano mai. A volumi di ascolto moderati mi sono comunque sorpreso di dover constatare che distinguere un SACD da un CD è molto improbo…..
Rimangono delle considerazioni sul fatto che questo supporto è sopravvissuto grazie alle ingenti risorse economiche delle produzioni della classica (che in molti paesi godono anche di contributi pubblici) ma ha praticamente cessato il proprio sviluppo. Inoltre è penalizzato dall’impossibilità di eseguire il rip dei supporti ottici (a meno di operazioni tecniche più o meno legali) che di fatto ne limitano il gradimento tra gli utenti. Io dispongo solo di una trentina di produzioni e onestamente avendo adesso un buon dac per la liquida non credo (a meno di offerte a prezzo stracciato) di acquistare altri titoli in SACD. Se dovessi poi cominciare da zero adesso un SACD Player non lo comprerei sicuramente.
Tutto quello che ho scritto chiaramente è relativo alle mie sensazioni in rapporto al mio ambiente di ascolto e all'hardware disponibile. Un altro con altra catena audio ed un diverso ambiente magari ti darebbe indicazioni diverse.....
Francesco