Fabrizio Calabrese e l'impedenza dinamica
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"Dove sussistono problemi lessicali non è possibile formulare ragionamenti logici" (P.A.M. Kistanami). Niente insulti e parolacce. A quelle ci pensa già il Sig. Fabrizio Calabrese.
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Re: Fabrizio Calabrese e l'impedenza dinamica
Con un poco di sforzo bastano le basi matematiche del liceo.
Con un poco di intuito e di trigonometria si capisce la sostanza della questione.
.... prrrrr...( mi mancava di fargli i pernacchioni alla burina)
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Re: Fabrizio Calabrese e l'impedenza dinamica
Mo caccia fuori la fotocopia dal giornalino AES e vi sputtana.
finto professionista che non ha coraggio di firmarsi con nome e cognome - anonimo & incompetente & nullita' - il peggiore di tutti - pataccaro difensore di pataccari - feccia maleodorante [cit. "il progettista VERO (since 1972)"]
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Re: Fabrizio Calabrese e l'impedenza dinamica
Come se quello che ha scritto fosse una novità...poi se non ricordo male le Linn Sara Isobarik avevano una impedenza minima di 3 Ohm...
Cit Fabrizio Calabrese da qui..... https://www.audiofaidate.org/forum/viewtopic.php?t=6077
Gli insulti sono -semplicemente- la risposta di chi ammette la propria inconsistenza, prima umana, poi culturale: diciamoglielo tutti.
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Re: Fabrizio Calabrese e l'impedenza dinamica
Ammesso che lo faccia, può solo dimostrare di non aver capito quello che c'è scritto: la Legge Generalizzata di Ohm è la stessa anche in Canada.NomeUtente ha scritto: 04/12/2024, 20:44 Mo caccia fuori la fotocopia dal giornalino AES e vi sputtana.
Parlai di Impedenza Dinamica, la prima volta, in una lettera pubblicata da SUONO n. 123 del 1983 a pagg 42 e 43 (in risposta ad un articolo apparso nel numero 119). Non so chi commentò il mio scritto ma ne condivise le conclusioni. Per un po' di anni non si parlò di impedenza dimanica. Periodicaamente viene tirato fuori e qualcuno ci casca.
http://www.mariobon.com/1983_Disto_Impe ... rioBon.pdf
Capire quanta corrente succhia un altoparlante è un argomento di un certo interesse. Keith Howard in un articolo pubblicato da Stereophile, ha definito l' EPDR (Equivalent Peak Dissipation Resistance) o Resistenza Equivalente del Picco di Dissipazione. L’EPDR è il rapporto tra la parte reale dell’impedenza misurata e l’impedenza nominale (fissata a 8 Ohm). L’EPDR è il carico resistivo che darebbe luogo alla stessa dissipazione di picco negli stadi di uscita dell’amplificatore se fosse collegato al diffusore in esame.
https://www.stereophile.com/reference/7 ... index.html
https://www.stereophile.com/content/hea ... ers-page-2
https://www.stereophile.com/content/hea ... ers-page-3
La parte reale dell'impedenza dell'altoparlante (o del sistema di altoparlanti) esiste e non è frutto di magia.
Re{Z} = |Z| cos(alfa)
la parte reale di una impedenza è pari al modulo (dell'impedenza) moltiplicato per il coseno dell'angolo di fase.
EPDR = Re{Z}/8
Se fosse riferito di volta in volta alla impedenza nominale (per esempio 4 o 6 Ohm) avrebbe più senso.
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Re: Fabrizio Calabrese e l'impedenza dinamica
Se la tensione in ingresso ad uno speaker è limitata, il massimo picco di corrente che si può avere si ottiene moltiplicando il limite di tensione per l’integrale del valore assoluto della risposta impulsiva (da tensione applicata a corrente).
Credo che il lavoro di cui FC mostra l’abstract si riferisca a questo (da quel che si può capire leggendo solo l’abstract).
Mi spiego meglio: se caratterizziamo la tensione applicata solo con il picco Vmax, la corrente avrà un comportamento che dipende dalla forma d’onda della tensione e potrà essere espressa come integrale di convoluzione della risposta impulsiva con la tensione.
Qualunque sia la forma d’onda della tensione, la corrente non potrà però superare un picco Imax =K Vmax dove K è uguale al integrale del valore assoluto della risposta impulsiva.
Quindi I<=K Vmax, e la disuguaglianza non è conservativa nel senso che si può trovare una forma d’onda di tensione (limitata a Vmax) che consente ad I di avvicinarsi di quanto si vuole ad Imax (in un certo istante di tempo).
A questo punto si può definire una impedenza minima Vmax/Imax=1/K che però non ha nulla a che vedere con un rapporto istantaneo tra tensione e corrente, ma è un rapporto tra picchi nell’ipotesi che la tensione sia la peggiore possibile (una forma d’onda che oscilla tra -Vmax e Vmax costante a tratti con cambi di segno in istanti scelti sulla base della risposta impulsiva).
Credo che il lavoro di cui FC mostra l’abstract si riferisca a questo (da quel che si può capire leggendo solo l’abstract).
Mi spiego meglio: se caratterizziamo la tensione applicata solo con il picco Vmax, la corrente avrà un comportamento che dipende dalla forma d’onda della tensione e potrà essere espressa come integrale di convoluzione della risposta impulsiva con la tensione.
Qualunque sia la forma d’onda della tensione, la corrente non potrà però superare un picco Imax =K Vmax dove K è uguale al integrale del valore assoluto della risposta impulsiva.
Quindi I<=K Vmax, e la disuguaglianza non è conservativa nel senso che si può trovare una forma d’onda di tensione (limitata a Vmax) che consente ad I di avvicinarsi di quanto si vuole ad Imax (in un certo istante di tempo).
A questo punto si può definire una impedenza minima Vmax/Imax=1/K che però non ha nulla a che vedere con un rapporto istantaneo tra tensione e corrente, ma è un rapporto tra picchi nell’ipotesi che la tensione sia la peggiore possibile (una forma d’onda che oscilla tra -Vmax e Vmax costante a tratti con cambi di segno in istanti scelti sulla base della risposta impulsiva).
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Re: Fabrizio Calabrese e l'impedenza dinamica
e comunque quello che conta è la parte reale dell'impedenza che potrebbe anche essere inferiore. Molti sistemi presentano minimi attorno a 2 Ohm sotto alla frequenza di accordo reflex.mario061 ha scritto: 05/12/2024, 8:36 Come se quello che ha scritto fosse una novità...poi se non ricordo male le Linn Sara Isobarik avevano una impedenza minima di 3 Ohm...
Se Otala avesse utilizzato il riferimento a 16 Ohm la corrente della Linn Sara sarebbe stata 10.6 volte più alta rispetto al riferimento (invece di 5.3). Se avessa utilizzato il riferimento a 4 Ohm avrebbe trovato 2.65.
Per definizione l'impedenza nominale è pari a 1.25 volte il modulo minimo. Adottando l'impedenza nominale del sistema come riferimento il picco di corrente sarebbe 1.25 (o poco più) volte il riferimento.
Otala non parla di impedenza dinamica. Per quento riguarda Vanderkooy, il sig. Fabrizio Clabrese dovrebbe studiare tutto l'articolo e non solo l'abstarct. Quardare solo le figure non basta.
P.S. per qualche motivo si vuol far credere che gli altoparlanti siano "diversi" dalle normali impedenze. Questo è in contrasto con quanto stabilito dalle analogie elettro-meccaniche che consentono di trattare un altoparlane (o sistema di altoparlanti) come una rete di elementi passivi.
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Re: Fabrizio Calabrese e l'impedenza dinamica
il rapporto Vmax/Imax=1/K ha le dimensioni di una impedenza ma non è l'impedenza del dispositivo (anche perchè Vmax e Imax si verificano in istanti diversi). Il significato fisico di una quantità così definita è alquanto dubbio.alfredop ha scritto: 05/12/2024, 11:55 ....
A questo punto si può definire una impedenza minima Vmax/Imax=1/K che però non ha nulla a che vedere con un rapporto istantaneo tra tensione e corrente, ma è un rapporto tra picchi nell’ipotesi che la tensione sia la peggiore possibile (una forma d’onda che oscilla tra -Vmax e Vmax costante a tratti con cambi di segno in istanti scelti sulla base della risposta impulsiva).
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Re: Fabrizio Calabrese e l'impedenza dinamica
Possiamo fare le cose in modo rigoroso. Indichiamoalfredop ha scritto: 05/12/2024, 11:08 Se la tensione in ingresso ad uno speaker è limitata, il massimo picco di corrente che si può avere si ottiene moltiplicando il limite di tensione per l’integrale del valore assoluto della risposta impulsiva (da tensione applicata a corrente).
Credo che il lavoro di cui FC mostra l’abstract si riferisca a questo (da quel che si può capire leggendo solo l’abstract).
dispositivo = altoparlante o sistema di altoparlanti
vin(t) la tensione applicata ai morsetti del dispositivo (vin(t) ha un inizio e una fine e si può applicare FFT)
Z(jw) l'impedenza complessa del dispositivo
V(jw) la FFT di vin(t)
i(t) la corrente che attraversa il dispositivo nel tempo
[i(t0)]max calore di picco della corrente (nell'istante t0)
I(jw) la FFT di i(t)
Per calcolare la corrente i(t) servono due passi: prima si calcola la FFT della corrente e poi si antitrasforrma.
primo passo: I(jw)=V(jw)/Z(jw) ===> Legge Generalizata di Ohm
secondo passo: antitrasformo I(jw) e ottengo i(t)
Nota i(t) calcoliamo il valore del picco massimo di i(t) (che dipende sia dalla forma di v(t) che da Z(jw) ) e confrontiamo con il valore che avrebbe se il dispositivo fosse una pura resisteza Rrif da 8 Ohm ( piuttosto che 2, 4, 6 ecc.).
rapporto = [i(t0)]max / Rrif
In tutto ciò Z(jw) non è mai cambiata.
Ci si limita a dire che il picco di corrente è n volte quello che si osservebbe se il carico fosse un resistore di X Ohm.
Questo non significa in nessun modo che l'impedenza del dispositivo è cambiata per diventare X/n (come si legge nell'abstract).
Dire che l'impedenza del dispositivo è cambiata crea confusione (specie nel sig. Fabrizio Calabrese).
Per questo, insisto, gli articoli vanno studiati e non solo data una occhiata alle figure traducendo le didascalie circa meno quasi.
Se serve sono disposto a fare dei disegnini.
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Re: Fabrizio Calabrese e l'impedenza dinamica
Mi piace di più questo metodo che è indipendente dalla forma d’onda di tensione:MarioBon ha scritto: 05/12/2024, 13:11Possiamo fare le cose in modo rigoroso. Indichiamoalfredop ha scritto: 05/12/2024, 11:08 Se la tensione in ingresso ad uno speaker è limitata, il massimo picco di corrente che si può avere si ottiene moltiplicando il limite di tensione per l’integrale del valore assoluto della risposta impulsiva (da tensione applicata a corrente).
Credo che il lavoro di cui FC mostra l’abstract si riferisca a questo (da quel che si può capire leggendo solo l’abstract).
dispositivo = altoparlante o sistema di altoparlanti
vin(t) la tensione applicata ai morsetti del dispositivo (vin(t) ha un inizio e una fine e si può applicare FFT)
Z(jw) l'impedenza complessa del dispositivo
V(jw) la FFT di vin(t)
i(t) la corrente che attraversa il dispositivo nel tempo
[i(t0)]max calore di picco della corrente (nell'istante t0)
I(jw) la FFT di i(t)
Per calcolare la corrente i(t) servono due passi: prima si calcola la FFT della corrente e poi si antitrasforrma.
primo passo: I(jw)=V(jw)/Z(jw) ===> Legge Generalizata di Ohm
secondo passo: antitrasformo I(jw) e ottengo i(t)
Nota i(t) calcoliamo il valore del picco massimo di i(t) (che dipende sia dalla forma di v(t) che da Z(jw) ) e confrontiamo con il valore che avrebbe se il dispositivo fosse una pura resisteza Rrif da 8 Ohm ( piuttosto che 2, 4, 6 ecc.).
rapporto = [i(t0)]max / Rrif
In tutto ciò Z(jw) non è mai cambiata.
Ci si limita a dire che il picco di corrente è n volte quello che si osservebbe se il carico fosse un resistore di X Ohm.
Questo non significa in nessun modo che l'impedenza del dispositivo è cambiata per diventare X/n (come si legge nell'abstract).
Dire che l'impedenza del dispositivo è cambiata crea confusione (specie nel sig. Fabrizio Calabrese).
Per questo, insisto, gli articoli vanno studiati e non solo data una occhiata alle figure traducendo le didascalie circa meno quasi.
Se serve sono disposto a fare dei disegnini.
1) Antitrasformo 1/Z(jw) ed ottengo la risposta impulsiva h(t);
2) Calcolo l’integrale tra 0 ed infinito di |h(t)| ottenendo K.
A questo punto Imax è minore uguale a KVmax ed esiste una forma d’onda di tensione con |v|<Vmax per la quale vale l’uguaglianza (non è proprio cosi, sarebbe più corretto dire che ci si può avvicinare all’uguaglianza di quanto si vuole), quindi
rapporto=Imax/(Vmax/8)=8K (assumendo una Rrif di 8 Ohm)
più è grande K più è grande il rapporto.
Questo metodo rispetto al tuo da risultati pessimistici perché basato proprio sulla tensione che massimizza il picco.
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Re: Fabrizio Calabrese e l'impedenza dinamica
mi va bene tutto purchè si metta in evidenza che l'impedenza del dispositivo, nell'ipotesi di linearità, rimane quella che è (e non cambia).
Poi sappiamo che, nella realta, l'impedenza aumenta causa dell'aumento della temperatura della bobina mobile, ma questa è un'altra storia.
Vorrei fare ancora una considerazione. Matti Otala usa, come stimoli, onde quadre. Saranno anche le più adatte per mostrare certi effetti ma non rappresentano le effettive condizioni d'uso. I programmi musicali non sono fatti di onde quadre. Ne segue che i risultati proposti da Otala sono sempre un po' esagerati e non si riscontrano nelle normali condizioni di utilizzo.
Poi sappiamo che, nella realta, l'impedenza aumenta causa dell'aumento della temperatura della bobina mobile, ma questa è un'altra storia.
Vorrei fare ancora una considerazione. Matti Otala usa, come stimoli, onde quadre. Saranno anche le più adatte per mostrare certi effetti ma non rappresentano le effettive condizioni d'uso. I programmi musicali non sono fatti di onde quadre. Ne segue che i risultati proposti da Otala sono sempre un po' esagerati e non si riscontrano nelle normali condizioni di utilizzo.
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