Allora, dal basso della mia esperienza, vi dico la mia.
Punto primo:
per quanto riguarda la suddivisione della gamma audio da far riprodurre alle varie vie deputate alle frequenze basse e medio-basse, sono più che mai convinto, dopo tanti tentativi, che siano assolutamente necessarie:
a) una via “sub” capace di riprodurre la prima ottava, ottava e ½ (io ho due sub in “carico simmetrico, ciascuno dei quali ha due 12” in “push-pull”, con i 20 Hz flat e i 50 Hz a -6 dB);
b) una via “woofer” , dai 50 Hz in su (io adopero tre 12” in sospensione pneumatica dai 50 ai 112 Hz);
c) una via “medio-bassi “ (io adopero quattro wooferotti da 6,5”, in serie-parallelo, dai 112 ai 320 Hz).
Punto secondo:
Per quanto riguarda poi l’utilizzo di larghe membrane (elettrostatici o planari) o array, tutti noi riconosciamo i meriti di tali tipi di trasduttori.
Ma non bisogna dimenticare ASSOLUTAMENTE il principio della c.d. “PISTON BAND” che si riassume, in poche righe, così:
Da:
http://www.outline.it/rubri_tecnica/ITA ... L05_02.htm
"Piston Band" e “Frequenza normalizzata”.
La definizione di “Piston band” riferita ad un altoparlante, non necessariamente solo per i bassi, si attribuisce alla banda di frequenze in cui tale altoparlante ha un comportamento simile in tutto e per tutto a quello di un pistone, un disco rigido, che si muove uniformemente senza deformarsi ed avendo per questa ragione una risposta piatta e regolare.
Facendo uno sforzo di fantasia possiamo immaginare l’altoparlante di un dato diametro come una sorgente di dimensioni finite formata da un gran numero di piccole sorgenti infinitesimali che nella cosiddetta “Piston Band” vibrano in fase e con identica velocità ed ampiezza.
La frequenza in questione è definita anche “frequenza normalizzata”, la più alta alla quale si verifica una somma coerente d’energia, e si calcola con la semplice formula seguente: c/2pr, dove:
C = velocità del suono in aria = 344 m/sec a 21° C
r = raggio del pistone (pistone inteso come diaframma effettivo in movimento dell’altoparlante)
Oltre la “Frequenza normalizzata” tale comportamento cessa perché si determinano cancellazioni d’energia emessa dall’altoparlante a partire dalla frequenza avente lunghezza d’onda più piccola rispetto alle dimensioni del diaframma vibrante.
Per approfondimenti, leggete gli articoli di Guido Noselli-VLA che potete trovare qui:
http://www.mariobon.com/index_articoli_AES.htm
Ciao!