Grisulea ha scritto:
Non direi che sono divergenti, dico che per ascoltare bene, basta poco, poi si può provare..... Così come "non" sono passato alle trombe, sto finendo il giro, ora ho provato tutto. La convinzione resta che l'orecchio è di bocca buona, che i difetti dell'ambiente te li tieni qualsiasi sia la tecnologia usata, che un impianto suona bene se non ha grossolani difetti, che un impianto suona alla grande se suona bene i primi 300 hz. Che l'ambiente conta almeno il 50% e sotto i 100 hz forse anche il 75% (nel senso che se è sbagliato nulla lo farà suonare bene). Che i diffusori efficienti e dal carico facile sono avvantaggiati. Che se vuoi alta efficienza dalla rd devi fare degli array. Che "il" difetto dell'array viene abbondantemente compensato dai pregi. Che qualsiasi impianto usi, nello stesso ambiente, a parità di rif nel punto di ascolto, la differenza di suono è veramente poca, sempre che l'impianto suoni entro i suoi limiti. Infine...se vuoi fare baccano servono grandi diffusori tanta potenza. Forse altro che ora mi sfugge. Insomma, tutto condivisibile, anche da te credo.
condivido solo in parte.
Certamente fino ai 300hz siamo nel regno delle riflessioni domestiche, e se riusciamo a "domarle" abbiamo ammutolito il nostro ambiente, impedendogli di mettere bocca sul messaggio musicale introducendo una colorazione che rimane tale quasi a prescindere dal tipo d'impianto utilizzato.
Per usare un linguaggio matematico direi che è una condizione necessaria ma non suffficiente.
Se preferite è un po' come avere gli operai in strada che usano il martello pneumatico; una volta riusciti a chiudere la finestra potremmo iniziare ad ascoltare la musica, e allora, solo allora capiremo di che pasta è fatto il messaggio musicale.
La difficoltà non finisce affatto a 300Hz.
Anzi, andando a scavare sempre di più nei meandri del segnale ci si rende conto che ottenere la trasparenza è tanto più difficile quanto più sale la frequenza.
Questo sostanzialmente per due motivi; il primo è di natura fisica, poiché a frequenze più alte corrispondono accelerazioni maggiori; il secondo riguarda il segnale, che diventa progressivamente più ricco di armoniche, di informazioni.
Quindi come consumatore di musica sinfonica, la mia "nomination" per le frequenze critiche riguarda la zona medio-alta, tra 2000 e 8000 Hz. Sopra tale frequenza l'insensibilità alle altissime frequenze dell'orecchio umano ci viene in aiuto, evitandoci di dover "sbrigliare" il segnale.