Anche per i sistemi a ritardo di gruppo costante (fase lineare) sussiste la relazione tra risposta nel tempo e risposta in frequenza (un sistema a fase lineare si ottiene da uno a fase minima aggiungendo opportune reti all pass): cambiando la risposta in frequenza la forma dell'impuso cambia (anche se resta la condizione di fase lineare).
Un sistema sistema di altoparlanti, corretto con DSP per diventare a fase lineneare, conserva i difetti dei singoli altoparlanti (diffrazione ai bordi, break-up della membrana) ed al cabinet (mascheramento, risonanza interne) e, comunque, la condizione di fase lineare viene ottenuto in un punto o al massimo lungo un asse (per i sistemi a due vie). Questa è una questione geometrica alla quale non si sfugge. Per quanto riguarda le risonanza, in un sistema a fase minima, utilizzando un equalizzatore parametrico (analogico o digitale) sempre a fase minima, quando di aggiusta la risposta in frequenza si aggiusta anche la risposta nel tempo.
In generale, per qualsiasi sistema a più vie, quello che conta è che la sovrapposizione delle risposte di woofer, medio e tweeter dia come risultato una risposta complessiva piatta nella banda passante complessiva.
In un sistema a fase minima, il passa alto naturale del woofer ed il passa basso naturale del tweeter restano (con i loro andamenti di fase) ma non impediscono che di ottenere una regione (almeno tra tra 500 e 2000 Hz) dove la fase è nulla. Fase nulla o lineare è la stessa cosa. Fortunatamente l'apparato uditivo è sensibile alla fase proprio tra 500 e 2000 Hz.
(Bisognerebbe anche distinguere l'udibilità delle relazioni di fase con l'udibilità dell'eccesso di fase che sono due cose diverse).
Ne segue che le differenze tra un sistema a fase lineare ed uno a fase minima non sono così udibili. I sistemi fase minima conservano l'informazione (cosa non garantita, in generale per altri tipi di sistemi).
Per quanto riguarda la gamma bassa, in ambiente, esiste il DRC che si applica anche ai diffusori passivi (di qualsiasi genere). Per i sistemi a fase lineare, in ambiente, serve comunque il DRC perché il fatto che la sorgente sia a fase sia lineare non elimina le onde stazionarie causate dai modi normali dell'ambiente.
Quindi si può scegliere di realizzare un sistema a fase lineare ma questo non elimina più difetti di quanto non sia possibile eliminarne con un sistema a fase minima e non può nemmeno superare certi limiti (in particolare la diffrazione ai bordi, la necessità di fissare un punto di ascolto, i modi normali dell'ambiente).
I filtri cross-over elettronici (tipo Behringer per intendersi) consentono di scegliere la classe ed il tipo del filtro, la frequenza di taglio e la pendenza della attenuazione... vanno usati con altoparlanti che già presentano una risposta piatta nella banda di interesse.
Un altoparlante con una risposta come questa:

(abbastanza tipica) richiede una equalizzazione polo-zero che viene meglio con un filtro passivo o con un DSP ben programmato.
Il difetto maggiore dei filtri passivi, oggi, sono le perdite resistive. Per quanto riguarda la qualità dei componenti (tolleranze e distorsione) la situazione è molto migliorata. E' altrettanto fuori di dubbio che un sistema multiamplificato sia più facile da progettare.
In effetti i condensatori migliori sono ingombranti.
Una nota per quanto riguarda l'udibilità delle relazioni di fase descritta in letteratura: quasi tutti gli studi sono stati condotti alterando la fase con reti All-pass su sistemi che già soffrivano di problemi di fase quindi i risultati riguardano i diffusori utilizzati e le reti all pass utilizzate. L'andamento della fase (la risposta impulsiva) è un effetto del secondo ordine. Prima si deve ottenere un diffusore con le caratteristiche primarie a posto e poi si può affrontare il problema della fase. Se si fa così, con un commutazione rapida ed in un ambiente non troppo rverberante, allora la differenza si può sentire.