Non vorrei sembrare il solito "intruso", ma quindi tutto ciò che dite non conferma la mia... "teoria" che le Magneplanar, ma anche gli ottimi nastri, piuttosto che le elettrostatiche a banda intera, siano da preferire agli altroparlanti dinamici?
Per lo meno dai 100Hz in su posso avere una superficie radiante ed una coerenza di emissione da primato ...
Sbaglio?
Ascolto del sistema array di Alessandro Cioni..
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Re: Ascolto del sistema array di Alessandro Cioni..
Più che alla "vastità" della superficie radiante la qualità della riproduzione degli elettrostatici o isodinamici (in certa misura anche dei nastri) è dovuta:Haydn ha scritto:Non vorrei sembrare il solito "intruso", ma quindi tutto ciò che dite non conferma la mia... "teoria" che le Magneplanar, ma anche gli ottimi nastri, piuttosto che le elettrostatiche a banda intera, siano da preferire agli altoparlanti dinamici?
Per lo meno dai 100Hz in su posso avere una superficie radiante ed una coerenza di emissione da primato ...
Sbaglio?
- alla distribuzione uniforme della forza sul diaframma (che impedisce i break up della membrana nelle regioni di frequenza più critiche);
- alla assenza del mascheramento prodotto dal volume alle spalle del diaframma;
- alla radiazione bipolare (ridotte riflessioni laterali);
- alla assenza (o alla semplicità) del cross-over.
La coerenza di emissione significa che tutto il diaframma si muove come un tutto unico ma la risposta all'impulso non è il punto di forza delle sorgenti estese. La marcata direttività può piacere o non piacere. Per quanto mi è capitato di sentire i pannelli sono più adatti a certi generi musicali piuttosto che ad altri (e anche questo può piacere o meno).
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Re: Ascolto del sistema array di Alessandro Cioni..
Stavo per scriverlo, in tutte le cose alla fine si trovano compromessi.MarioBon ha scritto: la risposta all'impulso non è il punto di forza delle sorgenti estese.
saluti, Tom
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Re: Ascolto del sistema array di Alessandro Cioni..
per chiudere il discorso sulla direttività degli array ho fatto questa simulazione dello stesso array a alla stessa frequenza ma distanze crescenti (da 1.25 metri fino a 200 metri). L'array è alto 2.489 metri circa. Il comportamento della dispersione verticale mi sembra evidente come è evidente che la dispersione diventa molto stretta a distanze notevoli (molto maggiori della dimensione dell'array). Quindi l'effetto c'è ma si sente solo molto lontano dalla sorgente (dove lontano significa 10-20 volte la dimensione verticale dell'array).
Detto per inciso queste simulazioni sono ben attendibili perchè le singole sorgenti sono molto più piccole della distanza di misura e possono essere considerate puntiformi.
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Re: Ascolto del sistema array di Alessandro Cioni..
da tutta questa discussione, visto che parliamo di un sistema che strutturalmente non può avere una risposta impulsiva strumentale perfetta, dovremmo proprio capire, sulla base dei giudizi di ascolto, quanto incide (sulla qualità sonora percepita) la risposta all'impulso rispetto ad un tasso di distorsione molto basso (che è una caratteristica innegabile del sistema stesso).TomCapraro ha scritto:Stavo per scriverlo, in tutte le cose alla fine si trovano compromessi.MarioBon ha scritto: la risposta all'impulso non è il punto di forza delle sorgenti estese.
Abbiamo dei giudizi che riguardano la musica sinfonica (molto positivi). Se avessimo dei giudizi anche per altri generi musicali potremmo trarre delle conclusioni (per esempio il Jazz, musica da camera, pop. rock, ecc.).
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Re: Ascolto del sistema array di Alessandro Cioni..
Puoi simulare anche un nastro lungo due metri?MarioBon ha scritto:per chiudere il discorso sulla direttività degli array ho fatto questa simulazione dello stesso array a alla stessa frequenza ma distanze crescenti (da 1.25 metri fino a 200 metri). L'array è alto 2.489 metri circa. Il comportamento della dispersione verticale mi sembra evidente come è evidente che la dispersione diventa molto stretta a distanze notevoli (molto maggiori della dimensione dell'array). Quindi l'effetto c'è ma si sente solo molto lontano dalla sorgente (dove lontano significa 10-20 volte la dimensione verticale dell'array).
Detto per inciso queste simulazioni sono ben attendibili perchè le singole sorgenti sono molto più piccole della distanza di misura e possono essere considerate puntiformi.
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Re: Ascolto del sistema array di Alessandro Cioni..
Se si dovesse fare una scelta "obbligata" è meglio preferire la distorsione bassa.MarioBon ha scritto:da tutta questa discussione, visto che parliamo di un sistema che strutturalmente non può avere una risposta impulsiva strumentale perfetta, dovremmo proprio capire, sulla base dei giudizi di ascolto, quanto incide (sulla qualità sonora percepita) la risposta all'impulso rispetto ad un tasso di distorsione molto basso (che è una caratteristica innegabile del sistema stesso).
Abbiamo dei giudizi che riguardano la musica sinfonica (molto positivi). Se avessimo dei giudizi anche per altri generi musicali potremmo trarre delle conclusioni (per esempio il Jazz, musica da camera, pop. rock, ecc.).
Certamente quando in entrambi i casi si manifesta una buona risposta all'impulso unita ad una bassa distorsione si può considerare ideale, appunto anche in base a determinati generi musicali.
Le risposte impulso determinano la "reattività" del sistema con segnali che dovranno anche poterlo garantire.
Molto materiale registrato presenta andamenti "lenti", quindi non sempre la migliore risposta impulso trova riscontri nella realtà.
saluti, Tom
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Re: Ascolto del sistema array di Alessandro Cioni..
Può simulare solamente un array di sorgenti discrete. Immagino che il nastro sia sostanzialmente uguale, l'unica differenza è nella "morbidezza" della rappresentazione, che apparirà con una curva priva di microondulazioni.Grisulea ha scritto:Puoi simulare anche un nastro lungo due metri?MarioBon ha scritto:per chiudere il discorso sulla direttività degli array ho fatto questa simulazione dello stesso array a alla stessa frequenza ma distanze crescenti (da 1.25 metri fino a 200 metri). L'array è alto 2.489 metri circa. Il comportamento della dispersione verticale mi sembra evidente come è evidente che la dispersione diventa molto stretta a distanze notevoli (molto maggiori della dimensione dell'array). Quindi l'effetto c'è ma si sente solo molto lontano dalla sorgente (dove lontano significa 10-20 volte la dimensione verticale dell'array).
Detto per inciso queste simulazioni sono ben attendibili perchè le singole sorgenti sono molto più piccole della distanza di misura e possono essere considerate puntiformi.
Il compito non è tanto di vedere ciò che nessun altro ha ancora visto; ma pensare ciò che nessun altro ha ancora pensato riguardo a quello che chiunque vede. (E. Schrodinger)
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Re: Ascolto del sistema array di Alessandro Cioni..
avevo cominciato a scrivere il programma per farlo e non l'ho finito. Comunque potrei simulare solo il campo lontano (che serve a poco).Grisulea ha scritto:Puoi simulare anche un nastro lungo due metri?
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Re: Ascolto del sistema array di Alessandro Cioni..
Domanda da ignorante: perché nei diffusori "estesi", vedi planari e elettrostatici, la risposta all'impulso sarebbe carente?
Ho sempre pensato che la ridottissima massa delle loro membrane assicurasse delle ottime, se non eccezionali, prestazioni da quel punto di vista.
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Carlo da Firenze
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