Seguo con interesse.
Leggo che l'intervento è ragionato/ragionevole sopra la frequenza di Schroeder, allora implicitamente diciamo che non serve a controllare i modi di risonanza della stanza (almeno non la prima decina ).
Presumo quindi che il tutto sia funzionare a combattere le prime riflessioni (nel punto di ascolto).
Ammesso di aver capito la logica, mi viene spontaneo "preoccuparmi" riguardo al fatto che l'ottimizzazione nel punto di ascolto potrebbe avere un effetto deleterio appena fuori dallo "sweet spot". In ambito domestico non è propriamente trascurabile.
Non sempre, intrinsecamente, a fronte di una cancellazione si manifesta un decadimento corto.
A volte, dando "energia" (anche pochi db) in determinati segmenti cancellati, si innescano delle code.
Osserviamo qui a fronte di una forte cancellazione nella risposta in frequenza come la coda non subisce la medesima attenuazione, specie se raffrontata con quella del picco in prossimità dei 90hz.
Questo per dire che una cancellazione può nascondere anche un campo riverberato.
Tutte cose comunque che si vedono alle misure, specie con due diffusori in funzione.
fab0 ha scritto:Seguo con interesse.
Leggo che l'intervento è ragionato/ragionevole sopra la frequenza di Schroeder, allora implicitamente diciamo che non serve a controllare i modi di risonanza della stanza (almeno non la prima decina ).
Presumo quindi che il tutto sia funzionare a combattere le prime riflessioni (nel punto di ascolto).
Ammesso di aver capito la logica, mi viene spontaneo "preoccuparmi" riguardo al fatto che l'ottimizzazione nel punto di ascolto potrebbe avere un effetto deleterio appena fuori dallo "sweet spot". In ambito domestico non è propriamente trascurabile.
A parte la stereofonia, che obbliga uno sweet spot.
Il DRC, correggendo in fase di eccesso, crea un punto di massima ottimizzazione, ovvio.
Che succede oltre questo punto ?
Al ritorno scrivo qualche riga in più di quelle poche che per mancanza di tempo posso permettermi.
Il mio Impianto: PC con Jriver 30, Dirac Live, MSB Analog Dac, Mutec MC3+ USB, Gamut Di150, Diffusori AUDES Blues MKII, Sub SVS SB1000, Cavetteria di buona qualità. Giradischi EAT e-Flat, testina Benz Micro Wood, Pre Phono Benz Micro PP1 T9, Scheda audio Motu M2.
fab0 ha scritto:Seguo con interesse.
Leggo che l'intervento è ragionato/ragionevole sopra la frequenza di Schroeder, allora implicitamente diciamo che non serve a controllare i modi di risonanza della stanza (almeno non la prima decina ).
Presumo quindi che il tutto sia funzionare a combattere le prime riflessioni (nel punto di ascolto).
Ammesso di aver capito la logica, mi viene spontaneo "preoccuparmi" riguardo al fatto che l'ottimizzazione nel punto di ascolto potrebbe avere un effetto deleterio appena fuori dallo "sweet spot". In ambito domestico non è propriamente trascurabile.
L'intervento può essere modulato, fino ad un certo punto, tramite opportuni parametri di finestratura, introducendo più o meno correzione (sia minimum phase sia excess phase) alle diverse frequenze. Servono comunque prove e misurazioni perché non è affatto semplice determinare con precisione quali saranno gli effetti al variare dei parametri anche se in generale il risultato è coerente con i parametri variati. Chiaramente più si corregge verso le frequenze alte più la correzione è sensibile alla posizione e, come in tutte le cose, buon senso ed esperienza sono imprescindibili.
In questo universo ogni oggetto ordinale o è una banana o non è una banana.
Il mio Impianto: PC con Jriver 30, Dirac Live, MSB Analog Dac, Mutec MC3+ USB, Gamut Di150, Diffusori AUDES Blues MKII, Sub SVS SB1000, Cavetteria di buona qualità. Giradischi EAT e-Flat, testina Benz Micro Wood, Pre Phono Benz Micro PP1 T9, Scheda audio Motu M2.
TomCapraro ha scritto:Parlando di "buchi" e decadimenti.
Non sempre, intrinsecamente, a fronte di una cancellazione si manifesta un decadimento corto.
A volte, dando "energia" (anche pochi db) in determinati segmenti cancellati, si innescano delle code.
Osserviamo qui a fronte di una forte cancellazione nella risposta in frequenza come la coda non subisce la medesima attenuazione, specie se raffrontata con quella del picco in prossimità dei 90hz.
Questo per dire che una cancellazione può nascondere anche un campo riverberato.
Tutte cose comunque che si vedono alle misure, specie con due diffusori in funzione.
Da me succede che alcune frequenze con decadimento lungo non corrispondono a picchi nella risposta, anzi in un caso una coda molto lunga attorno ai 44Hz corrisponde ad un buco. Insomma, non sempre c'è una corrispondenza tra SPL e tempo di decadimento.
In questo universo ogni oggetto ordinale o è una banana o non è una banana.
Come anticipato prima, la stereofonia obbliga comunque ad una posizione privilegiata.
Il DRC, ovviamente, ne acuisce il fenomeno.
Il DRC rende micrometricamente simmetrica l'emissione dei canali (SX+DX) come anche l'allineamento acustico dei drivers.
Questo comporta, nel punto ascolto, l'ottenimento di una focalizzazione estrema.
Nessun impianto, privo di tali ottimizzazioni, può restituire la stessa focalizzazione che si ottiene con il DRC. (specifico...ben usato)
I motivi sono evidenti: differenze di tolleranza tra i livelli uscita dell'elettroniche, differenze di tolleranza tra i due diffusori, differenza di emissione (fase acustica) tra i vari driver, asimmetria del locale ascolto.
Già basta questo per notare delle differenze spostandocisi dal punto in cui è stato posizionato il microfono per l'acquisizione della risposta impulso.
Però si tende ad esagerare, perchè fuori dallo sweet spot non si sente affatto male, si sente soltanto meno bene del punto privilegiato.
Quanto sopra riguarda la parte relativa alla focalizzazione e alla formazione del palcoscenico virtuale.
Andando sui bassi, diciamo che si manifesta circa la medesima cosa, grande articolazione-precisione-intelligibilità del basso nel punto privilegiato, meno bene fuori dallo sweet spot (paradossalmente il "meno bene" corrisponde ad un "più bene" rispetto il basso che si otterrebbe senza DRC nonostante questo lo si ascoltasse dentro l'area di privilegio).
Il "meno bene" che si ascolta fuori dallo sweet spot viene determinato dall'intervento di correzione del DRC, vale a dire: più si aggredisce con la excess phase, e più si sentiranno gli effetti della correzione fuori dallo sweet spot, più il DRC opera con segnali sintetizzati in controfase, e più artefatti si sentiranno fuori dallo sweet spot.
In soldoni, dentro un locale domestico normalmente arredato (con un coefficiente di assorbimento sufficiente) quanto paventato non si manifesterebbe, almeno in modo cosi drasticamente deleterio.
Per far si che questo accada, si dovrà utilizzare il DRC dentro un ambiente vuoto, o quantomeno abbastanza spoglio e riverberberante, il cui decadimento alle basse risulterebbe talmente lungo da richiedere profili di correzione molto aggressivi.
Ma facciamo anche un ipotesi estrema, ammettiamo che in una stanza vuota (lo abbiamo provato!) il DRC riesca (con un profilo di correzione molto aggressivo) a rendere la gamma bassa intelligibile, ecco, rimarrebbero tutti gli altri problemi relativi al campo diffuso poichè oltre la frequenza di Schroeder si avvertirebbe una sorta di gradino...ovvero: si passerebbe in modo brusco da un suono articolato in basso ad un suono riverberato nel medio-medio-alto.
Ci ritroveremmo (se ascoltassimo un basso e una voce) con un basso articolato e la voce la cui intelligibilità viene mascherata dal riverbero.
Giustamente con il DRC avete spesso consigliato una posizione degli speaker ad angolo. Questo con speakers convenzionali.
Cosa succede, invece, con pannelli isodinamici a dipolo quali Magnepan?
Qual'è la posizione consigliata per consentire di correggere la gamma bassa dando la massima attenuazione?
Tom, hai esperienza di DRC con le Magnepan?
Parlando di solo woofer, se lo si addossa alla parete ad angolo, il basso non è boomy, bensì sottile. Nella mia esperienza, solo staccandolo dalla parete di circa 50cm, il basso assume coerenza e vigore.
bibo01 ha scritto:Giustamente con il DRC avete spesso consigliato una posizione degli speaker ad angolo. Questo con speakers convenzionali.
Cosa succede, invece, con pannelli isodinamici a dipolo quali Magnepan?
Qual'è la posizione consigliata per consentire di correggere la gamma bassa dando la massima attenuazione?
Tom, hai esperienza di DRC con le Magnepan?
Parlando di solo woofer, se lo si addossa alla parete ad angolo, il basso non è boomy, bensì sottile. Nella mia esperienza, solo staccandolo dalla parete di circa 50cm, il basso assume coerenza e vigore.
1000 Hz sono "lunghi" 34 centimetri circa, quindi mezza lunghezza d'onda è già pari alla distanza tra le orecchie.
500 Hz sono lunghi 68 centimetri quindi è più facile che la testa dell'ascoltatore ci "stia dentro".
Il microfono, di contro, misura la pressione solo in un punto. E' normale che spingendo la correzione oltre i 500 Hz lo sweet spot diventi "troppo stretto".
Ne segue che il DRC aiuta fino ad un certo punto (una certa frequenza) oltre il quale l'ambiente deve poter fare da solo.
Certo è che correggere un ambiente da 300-500 Hz in su non è come affrontare delle correzioni a bassa frequenza.
Vorrei aggiungere che correggere l'eccesso di fase è importante tra 500 e 2000 Hz.
In un sistema a due o a tre vie di solito in quella regione lavora il midrange e l'eccesso di fase è contenuto (se non assente). In un sistema con un taglio che cade tra 500 e 2000 Hz (per esempio a 1000 Hz) il discorso è diverso perché l'eccesso di fase potrebbe essere notevole.
Mario Bon http://www.mariobon.com
"Con delizia banchettiamo con coloro che volevano assoggettarci" (Adams Family)