pino.pitone ha scritto: 24/08/2021, 13:19
In questo hobby con tutta la tecnica finora sviluppata siamo in era geologica tra le più antiche Siamo ancora in mano agli stregoni
Per comprare un apparecchio ci affidiamo a riviste, guru, gruppi di discussione, forum
Ma la macchinetta, a cui collegare un ampli o un preampi o un qualunque articolo per ascoltare musica, che mi faccia la valutazione "suona bene" / "suona male" non l'ho ancora vista. Non la vogliono inventare?
Mi dispiace tu ti senta in balia di stregoni, guru e affini. Se è così hai bisogno di formare il tuo senso critico e per farlo c'è solo un modo: studiare. Sconsiglio la rete, meglio qualche buon libro di un autore conosciuto (per esempio Beranek, Everest, Toole. ecc.).
Se non hai tempo o voglia di studiare allora affidati pure a guru e stregoni il più interessante è un certo Belt.
P.S. Quello che per te è un hobby per altri è una professione e c'è anche chi fa la profezzione per hobby.
Mario Bon http://www.mariobon.com
"Con delizia banchettiamo con coloro che volevano assoggettarci" (Addams Family)
Interference ha scritto: 24/08/2021, 13:30
Sulla correlazione tra misure e ascolto è stato scritto moltissimo (cfr. Floyd Toole) e sarebbe buona norma aver letto qualcosina e criticare a ragion veduta anziché riproporre le solite banalità sul fatto che "non tutto si può misurare", no?
Non è affatto una banalità! Possiamo per caso misurare ciò che potremmo definire una eleaboarzione percettiva derivante da un ascolto?
Scusa Polin ma le percezioni sono fuori dal campo di interesse delle misure audio. Quello che interessa sono solo gli stimoli: si cerca di riprodurre lo stimolo ovvero il campo di pressione (acustica) nell'ambiente dove si trova il soggetto nel punto dove si trova il soggetto. Sentirà quello che sentirà e percepirà quello che percepirà. A me interessa fargli arrivare uno stimolo fatto in un certo modo (diciamo conforme all'originale tento per capirci). Nulla oltre questo. Le differenze tra gli individui cominciano con la forma del padiglione auricolare e cambiano anche se sono in piedi o seduti figuriamoci cosa succede a livello di percezione.
Mario Bon http://www.mariobon.com
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TomCapraro ha scritto: 24/08/2021, 14:04
La scorrelazione tra misure e percezione non scaturisce da un errore dello strumento...purtroppo...
La natura dei due elementi è diversa...
Le misure servono per stabilire gli errori di percezione.
Se percepisco cose diverse a fronte di segnali identici c'è un errore di percezione, sto percependo (o elaborando...) qualcosa che fisicamente non esiste.
Si può convivere tranquillamente con questo "errore".
Al contempo non lo si può classificare come fenomeno certo solo perchè qualcuno lo ha percepito.
TomCapraro ha scritto: 24/08/2021, 14:43
Le misure servono per stabilire gli errori di percezione.
Anche le misure audiometriche servono a capire i limiti della capacità uditiva!
La percezione,per come va intesa nella sua correttezza, non si limita alla sola sfera uditiva ma comprende ben altro !
Uno strumento di misura non potrebbe percepire e sostituirsi all'essere umano e non potrebbe ascoltare della musica e relazionarci su di essa...
TomCapraro ha scritto: 24/08/2021, 14:43
Se percepisco cose diverse a fronte di segnali identici c'è un errore di percezione, sto percependo (o elaborando...) qualcosa che fisicamente non esiste
Quale sarebbe in questo caso il metodo usato per l'indagine?
MarioBon ha scritto: 24/08/2021, 14:18
Mi dispiace tu ti senta in balia di stregoni, guru e affini. Se è così hai bisogno di formare il tuo senso critico e per farlo c'è solo un modo: studiare.
Direi di no.
MarioBon ha scritto: 24/08/2021, 14:18
Sconsiglio la rete, meglio qualche buon libro di un autore conosciuto (per esempio Beranek, Everest, Toole. ecc.).
Se non hai tempo o voglia di studiare allora affidati pure a guru e stregoni il più interessante è un certo Belt.
Esiste la macchinetta che mi permetta di entrare in negozio e mi indichi quale aggeggio audio suona bene? I vari Beranek, Everest, Toole hanno dato soluzione al problema? Non mi sembra.
MarioBon ha scritto: 24/08/2021, 14:18
P.S. Quello che per te è un hobby per altri è una professione e c'è anche chi fa la profezzione per hobby.
TomCapraro ha scritto: 24/08/2021, 14:43
Le misure servono per stabilire gli errori di percezione.
Se percepisco cose diverse a fronte di segnali identici c'è un errore di percezione, sto percependo (o elaborando...) qualcosa che fisicamente non esiste.
Si può convivere tranquillamente con questo "errore".
Al contempo non lo si può classificare come fenomeno certo solo perchè qualcuno lo ha percepito.
Interference ha scritto: 24/08/2021, 13:30
Un segnale elettrico come quello ai capi dei morsetti dei diffusori si può misurare con una precisione estremamente elevata, ben al di là della risoluzione con cui questo viene tradotto in pressione sonora. La fedeltà al contenuto inciso sì può ragionevolmente determinare entro margini di errore piuttosto piccoli
Le misure con microfono in ambiente sono una questione diversa, diventa complicato farne una questione di fedeltà al segnale inciso sul supporto per via dell'interazione tra campo diretto e campo riverberato.
Anche qui si può affermare - credo - che il microfono ha una risoluzione maggiore dell'orecchio. Il microfono copre l'intera banda audio con un singolo trasduttore, mentre l'orecchio produce segnali elettrici mediante l'eccitazione di strutture a frequenze di risonanza diverse, quindi in qualche modo il suono viene "campionato" in frequenza (credo i più esperti del forum possano spiegarlo meglio di me).
Sulla correlazione tra misure e ascolto è stato scritto moltissimo (cfr. Floyd Toole) e sarebbe buona norma aver letto qualcosina e criticare a ragion veduta anziché riproporre le solite banalità sul fatto che "non tutto si può misurare", no?
La metti sul piano quantitativo. Di quello che succede ai capi di due fili attaccati a un sistema di altoparlanti a un ascoltatore poco importa. A un ascoltatore della risoluzione di un microfo interessa poco.
Questo ascoltatore quando entra in negozio trova un numero di diffusori che suonano in maniera diversa. Eppure i progettisti di questi diffusori hanno usato microfoni e altri strumenti eccazionali. Oltre ad aver letto tutta la letteratura sull'argomento. Boh.
pino.pitone ha scritto: 24/08/2021, 16:43
La metti sul piano quantitativo. Di quello che succede ai capi di due fili attaccati a un sistema di altoparlanti a un ascoltatore poco importa. A un ascoltatore della risoluzione di un microfo interessa poco.
Questo ascoltatore quando entra in negozio trova un numero di diffusori che suonano in maniera diversa. Eppure i progettisti di questi diffusori hanno usato microfoni e altri strumenti eccazionali. Oltre ad aver letto tutta la letteratura sull'argomento. Boh.
Non tutti i diffusori seguono la stessa filosofia di progetto e non tutti seguono il solco tracciato dalla letteratura.
TomCapraro ha scritto: 24/08/2021, 14:43
Le misure servono per stabilire gli errori di percezione.
Anche le misure audiometriche servono a capire i limiti della capacità uditiva!
La percezione,per come va intesa nella sua correttezza, non si limita alla sola sfera uditiva ma comprende ben altro !
Uno strumento di misura non potrebbe percepire e sostituirsi all'essere umano e non potrebbe ascoltare della musica e relazionarci su di essa...
TomCapraro ha scritto: 24/08/2021, 14:43
Se percepisco cose diverse a fronte di segnali identici c'è un errore di percezione, sto percependo (o elaborando...) qualcosa che fisicamente non esiste
Quale sarebbe in questo caso il metodo usato per l'indagine?
La realtà fisica passa per un microfono (registrazione del segnale musicale trasferito sul supporto da commercializzare) da una catena di riproduzione (elettroniche e diffusori) e arriva ai nostri timpani.
Da qui il segnale acustico viene elaborato dal cervello e viene percepito come musica.
Le misure possono stabilire quanto questo messaggio elettrico/acustico viene inquinato da componenti non facenti parte del messaggio originale.
Piu viene alterato il messaggio originale (distorsioni di varia natura) e meno fedele risulta, in forma oggettiva.
Che poi la percezione dell'uomo aggiunga o sottragga qualcosa non fa parte del discorso oggettivo.
Dipende, se l'obbiettivo è quello di stabilire la differenza tra segnali elettrici (in modo certo) basta un semplice null-test.
Se al confronto speculare tra segnali la risultante è il rumore di fondo significa che i segnali sono "identici".
pino.pitone ha scritto: 24/08/2021, 16:25
Errori di percezione???!!!
Il nostro sistema di percezione non commette errori ?
Non conosci casi in cui un ascoltatore "sente" differenze senza esserci alcuna variazione nel segnale ?
L'elenco sarebbe lunghissimo.