MarioBon ha scritto:E' opinione comune che i woofer "grandi" producano una BackEMF maggiore dei woofer piccoli.
Dato che la BackEMF è pari al prodotto della velocità del diaframma per il fattore BL viene spontaneo pensare che un altparlante con BL=20 produca più BackEMF di un altoparlante con BL=6.
In certe codizioni questo succede ma i confronti vanno sempre fatti a parità di SPL prodotto e qui vengono le sorprese come si vede nella figura qui sotto:

Infatti, a parità di SPL un woofer piccolo deve spostarsi di più per muovere la stessa quantità d'aria di un woofer grande e quindi deve farlo a velocità maggiore.
Ne segue che i woofer "grandi" non richiedono, a parità di SPL, amplificatori particolarmente potenti (anche perchè in genere sono più efficienti dei "woofer piccoli") e non è quindi questo il motivo per non pilotarli con amplificatori a valvole (un buon motivo potrebbe essere il fattore di smorzamento basso).
Se invece valutiamo la BackEMF di due woofer a parità di velocità del diaframma, quello con il BL maggiore ne produrrà di più.
La BackEMF non esiste solo nei woofer ma per tutti gli altoparlanti dinamici midrange e tweeter compresi (in misura proporzionale al BL ed alla velocità del diaframma).
Noto solo ora questo interessante thread.
Dopo averlo rapidamente letto ho ritenuto opportuno riportare all’attenzione il concetto a cominciare dai primi post, quelli aderenti al titolo.
Scrivo da smartphone quindi la forma sarà poco curata.
Mario ci ha dimostrato, numeri alla mano, che il wf grande produce solamente 10,21V a dispetto dei 16,7V dei due wooferini in parallelo.
Contro ogni aspettativa il wooferone (a parità di spl) genera meno!
Benissimo, ma c’è un problema, anzi due.
Datemi tempo.
L’ampli e l’altoparlante sono due generatori accoppiati tra loro (per semplicità escludiamo ogni filtro passivo).
Ora immaginiamo in un ambiente perfettamente anecoico, un altoparlante con condizioni ideali, quelle cioè in cui non c’è nessuna forza che si oppone al motore, cioè azzeriamo l’inerzia, la forza elastica, gli attriti e tutto quello che vi può venire in mente.
Dimenticavo, bisogna eliminare anche l’aria.
In sostanza abbiamo un trasduttore completamente inutile....
Ecco, questo dispositivo sarà l’unico a seguire perfettamente il segnale e genererà, in ogni istante, una tensione identica a quella generata dall’amplificatore.
Come è noto, tra due potenziali identici non scorre corrente.
Ora cominciamo a reintrodurre quelle forze tipiche di un sistema reale, come massa e elasticità, e inizieremo a osservare uno scostamento tra il segnale generato dall’ampli e la posizione della bobina mobile.
In altre parole, i due segnali non coincidono più, come non coincidono più le tensioni e qualcosa comincia a tornare indietro.
Tornando all’esempio numerico di Mario, il valore calcolato in 10V è solamente la tensione teorica di una specifica bobina che si muove ad una specifica velocità; non tiene conto né della tensione generata dall’ampli, né dei parametri dell’altoparlante.
Non ci dice affatto cosa e quanto torna indietro.
Ci dice solo che a quella velocità corrisponde quella tensione.
In realtà non è il valore assoluto di tensione a generare le correnti di ritorno, ma la differenza (istante per istante) tra tale valore e quello generato dall’ampli.
Tale differenza dipende dalla somma delle forze che si contrappongono al motore.
Certo è che se quell’ap, con quel BxL si sta muovendo a quella velocità allora la sua tensione è di 10V, ma la domanda è:
QUANDO?
Cosa sta facendo intanto l’ampli?
Quindi per rispondere al titolo...
Si, a parità di spl, l’altoparlante più grande genera meno correnti di ritorno solo se è sufficientemente morbido e leggero.
Se poi reintroduciamo la microfonicità il discorso di complica ulteriormente, perché un altoparlante più grande è anche più efficiente.
Il compito non è tanto di vedere ciò che nessun altro ha ancora visto; ma pensare ciò che nessun altro ha ancora pensato riguardo a quello che chiunque vede. (E. Schrodinger)