Naturalezza.

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Polin
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Re: Naturalezza.

#51 Messaggio da Polin »

TomCapraro ha scritto:
Un evento dal vivo è realtà. (nel vero senso del termine)
Un segnale creato da un software (fosse anche rumore rosa) è realtà.
Un disco registrato è realtà (nel senso che contiene un segnale definito, sebbene possa anche derivare da manipolazioni)
Non credo sia corretto utilizzare il termine "realta"in modo così disomogeneo dato che il fulcro del discorso verte su aspetti "qualitativi"riferibili a valutazioni derivanti dalla sola percezione...
Un fenomeno dal vivo può condiderarsi "reale"per definizione dato che rappresenta il primo evento (non quello registrato ovviamente);tale accadimento è conoscibile ( Il termine conoscibile comporta in sè comunque una "selezione del fenomeno definibile reale) essenzialmente dalla partecipazione attiva dell'osservatore/ascoltatore.
E' possibile oggettivare tale realta,cioè trasformarla in grandezze fisiche perfettamente equivalenti al puntio da poterle "antitrasformare?
Le altre realtà da te evidenziate non hanno attinenza con l'argomento che intendevo proporre!
Saluti
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MarioBon
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Re: Naturalezza.

#52 Messaggio da MarioBon »

Polin ha scritto:
TomCapraro ha scritto:
Un evento dal vivo è realtà. (nel vero senso del termine)
Un segnale creato da un software (fosse anche rumore rosa) è realtà.
Un disco registrato è realtà (nel senso che contiene un segnale definito, sebbene possa anche derivare da manipolazioni)
Non credo sia corretto utilizzare il termine "realta"in modo così disomogeneo dato che il fulcro del discorso verte su aspetti "qualitativi"riferibili a valutazioni derivanti dalla sola percezione...
Un fenomeno dal vivo può condiderarsi "reale"per definizione dato che rappresenta il primo evento (non quello registrato ovviamente);tale accadimento è conoscibile ( Il termine conoscibile comporta in sè comunque una "selezione del fenomeno definibile reale) essenzialmente dalla partecipazione attiva dell'osservatore/ascoltatore.
E' possibile oggettivare tale realta,cioè trasformarla in grandezze fisiche perfettamente equivalenti al puntio da poterle "antitrasformare?
Le altre realtà da te evidenziate non hanno attinenza con l'argomento che intendevo proporre!
Si, con il sistema WFS (già realizzato e funzionante) e, in misura più approsimata, con le registrazioni eseguire con testa artificiale e ascolto in cuffia (ma c'è appunto la cuffia che è una limitazione). Quest'ultima provata personalmente.
Il Wave Field Synthesis è indistinguibile dall'originale: le sorgenti virtuali (per esempio) non cambiano posizione anche se si cambia il punto di ascolto.
http://www.holophony.net/Wavefieldsynthesis.htm

Comunque, se posso dire la mia, la realtà sono le variazioni di pressione atmosferica che raggiungono i timpani e producono una sensazione. Tutto quello che viene dopo non può essere misurato direttamente ma solo descritto (è personale e privato). Sempre che non si trovi qualcuno disposto a farsi piantare qualche sonda nel cervello.
La catena di riproduzione, nel caso di uno strumento acustico, comincia con il microfono (eccitato da onde di pressione) e finisce con l'altoparlante (che riproduce onde di pressione).
A rigore solo i trasduttori (microfono e altoparlante) introducono modificazioni (le elettroniche non trattano "suono" ma segnali elettrici perfettamente controllabili).
Il problema dei trasduttori è il seguente:
- il microfono opera in un campo tridimensionale ma lo riduce ad un segnale monodimensionale (perdendo due dimensioni):
- l'altoparlante riceve un segnale monodimensionale e lo trasforma in un campo di pressione tridimensionale (aggiungendo due dimensioni a modo suo).

Per limitare i "danni" si usano un numero variabile di microfoni, di canali e di altoparlanti (per esempio 2 nella stereofonia, fino a 7 nell'Home Theatre, centinaia nel WFS). I risultati sono quelli che conosciamo. Come già ricordato ci sono casi come la musica elettronica o la musica generata con i campionatori (come ha giustamente ricordato Alessandro Cioni) dove non c'è uno strumento ed un microfono ma il segnale nasce direttamente come segnale elettrico (quindi "l'originale" è ignoto e deve essere assunto per originale quello che esce dall'altoparlante).

Tutto però si basa su un assunto (sperimentalmente verificato):
lo stesso stimolo, in individui diversi, produce sensazioni simili.
mentre:
lo stesso stimolo può produrre percezioni diverse anche nello stesso individuo.
Quest'ultima cosa (sperimentalmente provata) avviene a causa della anisotropia del tempo (il tempo va solo in una direzione) e della natura della percezione.
La prova è semplice: ascoltate un brano musicale. Riascoltatelo mangiando le patatine fritte (quelle che scrocchiano in bocca). Poi ditemi se avete sentito le stesse cose.
Se vogliamo mettere in dubbio queste cose allora è meglio che chiudiamo tutto e andiamo a giocare a bocce al circolo degli anziani.
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TomCapraro
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Re: Naturalezza.

#53 Messaggio da TomCapraro »

Polin ha scritto: Non credo sia corretto utilizzare il termine "realta"in modo così disomogeneo dato che il fulcro del discorso verte su aspetti "qualitativi"riferibili a valutazioni derivanti dalla sola percezione...
Un fenomeno dal vivo può condiderarsi "reale"per definizione dato che rappresenta il primo evento (non quello registrato ovviamente);tale accadimento è conoscibile ( Il termine conoscibile comporta in sè comunque una "selezione del fenomeno definibile reale) essenzialmente dalla partecipazione attiva dell'osservatore/ascoltatore.
E' possibile oggettivare tale realta,cioè trasformarla in grandezze fisiche perfettamente equivalenti al puntio da poterle "antitrasformare?
Le altre realtà da te evidenziate non hanno attinenza con l'argomento che intendevo proporre!
Facciamo finta di non aver scritto e letto tutto quanto, quindi se tu dovessi valutare una serie di impianti audio, sapresti riconoscere una voce naturale?

Focalizziamo ancora di più: secondo te, se Lincetto, usando le SUE registrazioni, dovesse valutare la naturalezza della voce, quanto pensi possa essere attendibile?
saluti, Tom
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Re: Naturalezza.

#54 Messaggio da TomCapraro »

Alessandro Cioni ha scritto:Ieri sera ho conosciuto un tizio interessante.
Per mestiere produce colonne sonore.
Nel suo studio compone e registra all'occorrenza diversi strumenti che egli stesso suona, compreso il Teremin.
Tuttavia la pratica di suonare gli strumenti è sempre meno necessaria poiché, sostiene, il suono reale è ormai indistinguibile da quello campionato, tranne per il violino e in qualche caso la tromba.
Ritengo che questo sia molto attinente al thread, e torno a puntare il dito sulla difficile riproduzione degli archi.
Credo anche i cori.
saluti, Tom
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Giovanni71
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Re: Naturalezza.

#55 Messaggio da Giovanni71 »

TomCapraro ha scritto:
Alessandro Cioni ha scritto:Ieri sera ho conosciuto un tizio interessante.
Per mestiere produce colonne sonore.
Nel suo studio compone e registra all'occorrenza diversi strumenti che egli stesso suona, compreso il Teremin.
Tuttavia la pratica di suonare gli strumenti è sempre meno necessaria poiché, sostiene, il suono reale è ormai indistinguibile da quello campionato, tranne per il violino e in qualche caso la tromba.
Ritengo che questo sia molto attinente al thread, e torno a puntare il dito sulla difficile riproduzione degli archi.
Credo anche i cori.
Alla fine, tralasciando gli estremismi di qualsiasi natura, tecnica, lessicale o filosofica, la voce umana rimane il parametro che meglio permette di entrare o meno in sintonia con un impianto.
Secondo me ovviamente
Buona domenica e gustosi ascolti!
Gustosi Ascolti!
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Re: Naturalezza.

#56 Messaggio da TomCapraro »

Giovanni71 ha scritto:Alla fine, tralasciando gli estremismi di qualsiasi natura, tecnica, lessicale o filosofica, la voce umana rimane il parametro che meglio permette di entrare o meno in sintonia con un impianto.
Secondo me ovviamente
Buona domenica e gustosi ascolti!
Concordo.
La voce è lo "strumento" al quale siamo più abituati.
saluti, Tom
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Re: Naturalezza.

#57 Messaggio da Polin »

MarioBon ha scritto:
Il Wave Field Synthesis è indistinguibile dall'originale: le sorgenti virtuali (per esempio) non cambiano posizione anche se si cambia il punto di ascolto.
http://www.holophony.net/Wavefieldsynthesis.htm
Proverò a documentarmi tempo permettendo.
MarioBon ha scritto:
Comunque, se posso dire la mia, la realtà sono le variazioni di pressione atmosferica che raggiungono i timpani e producono una sensazione. Tutto quello che viene dopo non può essere misurato direttamente ma solo descritto (è personale e privato).

Le ragioni per cui ho provato a sottolineare l'importanza degli aspetti percettivi partono dal presupposto che senza la ragione decadono tutti gli attributi possibili per poter designare il suono e le sue innumerevoli qualità, le grandezze fisiche, appunto, non possono che misurare le variazioni di pressione.
MarioBon ha scritto:
lo stesso stimolo, in individui diversi, produce sensazioni simili.
mentre:
lo stesso stimolo può produrre percezioni diverse anche nello stesso individuo.
Quest'ultima cosa (sperimentalmente provata) avviene a causa della anisotropia del tempo (il tempo va solo in una direzione) e della natura della percezione.
La prova è semplice: ascoltate un brano musicale. Riascoltatelo mangiando le patatine fritte (quelle che scrocchiano in bocca). Poi ditemi se avete sentito le stesse cose.
Se vogliamo mettere in dubbio queste cose allora è meglio che chiudiamo tutto e andiamo a giocare a bocce al circolo degli anziani.

Qui non credo ci sia da dubitare...
TomCapraro ha scritto: Facciamo finta di non aver scritto e letto tutto quanto, quindi se tu dovessi valutare una serie di impianti audio, sapresti riconoscere una voce naturale?
Se per naturale intendi la voce di una persona che conosco e che è fisicamente presente,rispondo certamente di si e posso coglierne tutte le sfumature che già posseggo in memoria. Se non conosco la persona potrei certamente capire altrettanto bene che la voce è derivata dalla sua presenza fisica.
Se invece devo valutare le stesse voci attraverso un impianto audio, la risposta è relativa perché le voci riprodotte saranno diverse e certamente meno naturali per varie ragioni tecniche.
Il riconoscimento della voce (che perde comunque la sua connotazione di naturalità) con le sue molteplici sfumature, invece, presuppone una precedente conoscenza ed è sempre dipendente dai dati presenti in memoria.
Posso riconoscere sempre la voce di Tom Jones ma non potrei mai dire quanto è abbastanza naturale non avendo mai potuto ascoltarlo di persona.
TomCapraro ha scritto:
Focalizziamo ancora di più: secondo te, se Lincetto, usando le SUE registrazioni, dovesse valutare la naturalezza della voce, quanto pensi possa essere attendibile?
La risposta la si evince dalle considerazioni di cui sopra.
Saluti
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Giovanni71
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Re: Naturalezza.

#58 Messaggio da Giovanni71 »

Infatti, rispondendo a Polin, serve andare ai concerti per poter avere contezza di una voce, concordo che questo attiene solo alla questione timbrica e del bilanciamento tonale ma che sia una buona, se non ottima, base di partenza è indubbio.
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Re: Naturalezza.

#59 Messaggio da The_bastonator »

Oggettivamente è difficile stabilire quanto sia fedele la riproduzione della voce.
La timbrica della stessa cambia con la microfonazione, con le scelte che fa il tecnico del suono in fase di equalizzazione ecc.
Su uno stesso impianto stereo la voce può essere con forte presenza o lontana, harsh o meno in funzione della registrazione.

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Re: Naturalezza.

#60 Messaggio da TomCapraro »

Quindi Polin, chi conosce l'evento/artista ha molte possibilità per poter riconoscere una voce naturale.
Ma qui sono stato sempre dello stesso parere, tant'è che come riferimento utilizzo dischi registrati in ambienti in cui sono stato presente, potendone memorizzare anche le peculiarità della voce.
Questo discorso aprirebbe molti spunti su cui ragionare.
Ad esempio, Lincetto in un REC live ha realizzato una doppia sessione di brani, i primi nudi e crudi, quindi in presa diretta, i secondi passandoli da un trattamento artificiale che prevede l'aggiunta di un lieve riverbero e un pizzico di compressione.
Ebbene, per prova ho fatto ascoltare questi brani ad un panel di ascoltatori ignari del luogo in cui sono state effettuate le riprese, quasi TUTTI unanimamente hanno descritto come più naturali i files elaborati artificialmente (commenti del tipo... maggiore ambienza e ricchezza di informazioni)
Questo è un paradosso in quanto il locale era fortemente assorbente senza alcuna forma di riverbero.
Un suono molto intimo definirei, e con una caratteristica vocale ben precisa.
Chi ha partecipato all'evento non ha avuto alcun dubbio nel riconoscere l'originale in presa diretta.
Però... però... debbo anche dire che a fronte di una spiccata congruenza tra registrazione riprodotta ed evento, ne corrispondono anche misure strumentali molto buone, motivo per il quale mi tocca doverosamente sostenere il fatto che il connubio registrazione buona + buone misure portano buoni frutti.
saluti, Tom
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