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Re: ...la backEMF prodotta da un woofer "grande"...
Inviato: 26/06/2019, 11:41
da TeoMarini
Alessandro Cioni ha scritto:
...
PS. Sono in spiaggia e fa caldo. Vado a tuffarmi.
Ciao Teo.
Ciao, Alessandro
e buoni bagni!!!

(...e intanto beccati questo:
http://www.rickysaudio.com/docs/Damping ... lained.pdf)
Re: ...la backEMF prodotta da un woofer "grande"...
Inviato: 26/06/2019, 21:19
da carlochiarelli
Bisognerebbe fare una prova semplice: mettere due diffusori uno contro l’altro collegati entrambi all’amplificatore ed alimentare uno dei due . La corrente che scorre su quello non alimentato è quella che deve cortocircuitare l’amplificatore. Bisogna usare una pinza amperometri a e non una resistenza per leggere la corrente.
Re: ...la backEMF prodotta da un woofer "grande"...
Inviato: 26/06/2019, 21:24
da carlochiarelli
Mi sovviene che la BackEMF di una macchina elettrica è collegata all’ efficienza della stessa. Un altoparlante ha una efficienza bassa, di conseguenza la potenza necessaria per smorzarlo è molto bassa. Ad esempio se ha un rendimento del 10% vuol dire che con con 100w elettrici emette 10w acustici. Però se viene investito da 10w acustici restituirà solo 1w elettrico.
Re: ...la backEMF prodotta da un woofer "grande"...
Inviato: 27/06/2019, 12:27
da MarioBon
Come avrete forse letto ho diviso il problema il due parti:
- la potenza reattiva scambiata tra amplificatore e carico
- l'effetto di una forza esterma che muove il diaframma (effetto mocrofonico)
nella figura che segue si vede la risposta di un sistema lineare con una risposta limitata in banda (terzo grafico in basso) chiuso su un carico perfettamente resistivo. Nel primo grafico c'è lo stimolo (in nero) e la risposta (in rosso). L'asse del tempo è amplificato x 8. La parte di risposta in rosso che si "spegne" dopo la fine dello stimolo non è backEMF perchè questo non è un altoparlante e non è nemmeno dovuta alla potenza reattiva perchè il carico è una resistenza pura.
Nel secondo grafico si vede lo spettro del segnale in ingresso (rosso) con sovrapposto lo spettro del segnale in uscita (verde). Le parti in comune sono nere. Si vede che nella risposta mancano le basse frequenze.

La risposta nel tempo non segue affatto il segnale di stimolo e qui non stiamo parlando di un altoparlante ma di un filtro passa banda con caratteristiche ideali chiuso su carico resistivo.
Ora se devo valutare il funzionamento di questo filtro non devo confrontare l'uscita con lo stimolo ma devo confrontare la riposta del sistema reale con la risposta del sistema ideale (in rosso).
Quindi è del tutto normale che la forma del segnale di pressione presa dal microfono sia diversa dalla forma della tensione applicata all'altoparlante. Questo però avviene anche nei sistemi ideali a banda passante "non piatta" (per semplificare). A riprova che quello che succede allo stimolo dipende dalla funzione i trasferimento del sistema, ripetiamo la simulazione a 800 Hz (ovvero vicini al centro banda).

Ora la risposta assomiglia molto di più allo stimolo tranne per la "coda" che dipende dall'aver limitato la risposta verso il basso (l'asse del tempo è amplificato x 128).
Infatti basta togliere il passa alto e stimolo e risposta diventano quasi coincidenti (c'è ancora il passa basso):
Ne segue che è "normale" che la risposta non segua lo stimolo tranne nel caso in cui lo spettro dello stimolo non ricada in un range dove il modulo della risposta del sistema è costante e la fase è nulla o pefettamente lineare. Questo è il motivo per cui l'effetto della microfonicità (che è ridotta a causa della ridotto rendimento di conversione) va distinto dall'effetto del carico reattivo che è proprio di qualsiasi carico reattivo e non solo degli altoparlanti.
Quando l'altoparlante è pilotato da un generatore di tensione ideale la tensione ai suoi capi è determinata dalla funzione di trasferimento dell'amplificatore (e dei filtri) mentre la corrente è determinata dalla sua impedenza.
Si deve anche tenere conto che (almeno nella ipotesi di linearità) vale il principio di sovrapposizione e questo autorizza a calcolare separatamente gli effetti dei generatri presenti nel circuito.
Re: ...la backEMF prodotta da un woofer "grande"...
Inviato: 27/06/2019, 13:10
da mariorossi186
mi permetto di insistere
- le backemf non sono un problema di base o rilevante , ma
- esistono
- se ho un finale fortemente controreazionato la controreazione .... DOVREBBE .... contrastare se non annullare questi .... ritorni ....
- le bachemf dovrebbero essere totalemnete ininfluenti .... penso .... in un finale che funziona ad anello aperto
- supponiamo sia così , m aun finale ad anello aperto impone altre problematiche , uno a caso , Dartzeel
- quindi se ho un finale più o meno controreazionato non ho possibilità di limitare anche questa .... presunta .... minimale influenza delle backemf ; se uno pensa di aver fatto un buon finale è corretto che pensi ad eliminare o limitare le backemf
Re: ...la backEMF prodotta da un woofer "grande"...
Inviato: 27/06/2019, 13:40
da carlochiarelli
Quello che conta è l’impedenza di uscita del finale. Se si pilota in tensione è questa, sommata alla impedenza dell’altoparlante , che cortocircuita la BackEMF. Se l’impedenza di uscita è negativa è pari ( in valore assoluto) a quella serie dell’altoparlante ( Re + Le ) allora lo smorzamento è infinito. Se si impone la corrente si va meglio.
Re: ...la backEMF prodotta da un woofer "grande"...
Inviato: 27/06/2019, 13:56
da MarioBon
Il pilotaggio in corrente è l'unico caso in cui si può parlare di BackEMF perchè l'altoparlante vede, nel caso ideale, un circuito aperto. E, sempre in questo caso e se il generatore di corrente è ideale, la BackEMf non ha nessun effetto.
Nel pilotaggio in tensione non si può parlare di BAckEMF perche l'altiparlante vede un circuito chiuso. Quindi si deve parlare di forza elettromotrice (che viene ugualmente chiamata BackEMF ma non è la stessa cosa).
Motivo di più per distinguere il comportamento su carico reattivo dell'amplifictore dall'effetto microfonico dell'altoparlante.
Secondo me, se si progetta un amplificatore per gestire in modo corretto i carichi reattivi, la BackEMF non è più così importante.
Re: ...la backEMF prodotta da un woofer "grande"...
Inviato: 27/06/2019, 14:29
da mariorossi186
ammetto la mia ignoranza al proposito , era solo per sperare di aver pensato .... quasi .... a tutto
Re: ...la backEMF prodotta da un woofer "grande"...
Inviato: 27/06/2019, 16:13
da MarioBon
La si può vedere anche così: per definizione un generatore ideale di tensione genera una certa tensione indipendentemente dalla corrente che lo attraversa. Quindi se realizzo un amplificatore che si comporta come un generatore ideale di tensione qualsiasi corrente che viene iniettata dentro alla sua uscita non ha alcun effetto. Ergo un bell'amplificatore con una grossa riserva di corrente e un fattore di smorzamento molto alto. Come questo si ottenga non è un mistero: molti dispositivi in parallelo e controreazione. Più dispositivi in parallelo ci sono e meno controreazione serve. Questo viene più facile con i MOSFET che con i transistor.
comunque qui mi pare di avrer scritto più o meno tutto:
http://www.mariobon.com/Glossario/___Al ... ackEMF.htm
Re: ...la backEMF prodotta da un woofer "grande"...
Inviato: 02/07/2019, 8:21
da Alessandro Cioni
mariorossi186 ha scritto:mi permetto di insistere
- le backemf non sono un problema di base o rilevante...
sono molto più che un problema di base.
Sono la testimonianza dell’imperfezione della trasduzione.
Cortocircuitarle è certamente necessario per non incorrere in ulteriori problemi, ma è come nascondere la sporcizia sotto al tappeto.
Occorre combatterle all’origine, utilizzando meccaniche leggere e semplificando il segnale da trasdurre.