DRC: buchi in frequenza, vantaggi e svantaggi.(cc)

ho questo problema...questa è la soluzione
DRC, equalizzazione attiva e passiva
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il Carletto
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Re: DRC: buchi in frequenza, vantaggi e svantaggi.

#21 Messaggio da il Carletto »

Però in caso di situazioni "disperate", non rimediabili passivamente, il DRC diventa l'unico modo per ottenere dei risultati almeno decenti.
Carlo da Firenze
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Zapuan
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Re: DRC: buchi in frequenza, vantaggi e svantaggi.

#22 Messaggio da Zapuan »

The_bastonator ha scritto:Comunque per l'uso del DRC si deve partire da un ambiente d'ascolto già buono di partenza.
Il DRC serve ad affinare tale situazione altrimenti si mangia buona parte della riserva dinamica dell'amplificazione e dei diffusori e tutti i problemi che ne derivano (intermodulazione, ecc.)

Non si può pensare di partire da una acustica pessima e cercare di metterla a posto con il DRC.

Ciao
Come si definisce un ambiente decente e/o dall'acustica pessima?
Io penso che sia invece molto più importante partire da un ottimo impianto, che abbia bassissime distorsioni, immense riserve di potenza e altissimo headroom.
Proprio per gli stessi motivi che citi tu.
Cambiare impianto costa molto meno che cambiare casa. Anche se è vero che consiglierei a qualunque appassionato di musica una location ove poterla ascoltare decorosamente al giusto volume a qualunque ora, è sicuramente un'operazione più lunga e complessa di cambiare impianto.
C'è un ulteriore fattore che entra in gioco: ad un appassionato, per capire veramente il funzionamento di un DRC, è necessario un po' di studio anche di acustica ed elettroacustica, e a quel punto si è in grado anche di capire che un ottimo impianto, finalizzato ad un ottimo risultato tramite correzione attiva, può costare molto ma molto meno di qualunque altro impianto audiofilo, che poi alle misure e all'ascolto al confronto sembra un mangiadischi.
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Re: DRC: buchi in frequenza, vantaggi e svantaggi.

#23 Messaggio da The_bastonator »

Ragioniamo, un impianto è un attrezzo che ha delle risorse limitate (nel senso di potenza, dinamica ecc.) già per il segnale musicale originario, perchè il budget di potenza, ahimè non è infinito.

Cosa fai ? Utilizzi una parte del budget per aggiungere al segnale originario un segnale di correzione, riducendo quello a disposizione del segnale di origine.
Più segnale di correzione introduci, meno budget ti resta per il segnale originale.

In fondo anche il DRC è un compromesso ed ha le proprie limitazioni.

Ciao
Ultima modifica di The_bastonator il 18/02/2018, 9:51, modificato 1 volta in totale.
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Zapuan
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Re: DRC: buchi in frequenza, vantaggi e svantaggi.

#24 Messaggio da Zapuan »

Ragionando, se hai un budget limitato, è limitato anche per cambiare ambiente... o no? A meno del caso particolare che tu abbia già una casa con molte stanze disponibili e sposti l'impianto nell'"ambiente decente"... a proposito, come lo definiamo decente/pessimo?

E comunque in cosa un drc sarebbe il compromesso? Normalmente è la soluzione... io personalmente l'ho provato anche con degli impiantini audiofili in diverse stanze e posizioni nelle stesse (sono uno dei fortunati con molte stanze disponibili)... e sempre ha trasformato il mangiadischi in un impianto hi-fi... ovviamente con le torri e l'ampli da 50 W oppure il valvolare da 13 W la limitazione è il volume al quale puoi ascoltare senza distorsioni... al limite una ricostruzione non proprio perfetta dipendente dalla radiazione diretta/ambiente/posizione...
diciamo una soluzione adatta a volumi condominiali... ma anni luce di differenza rispetto alla versione nature senza drc...
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MarioBon
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Re: DRC: buchi in frequenza, vantaggi e svantaggi.

#25 Messaggio da MarioBon »

Zapuan ha scritto:
The_bastonator ha scritto:Comunque per l'uso del DRC si deve partire da un ambiente d'ascolto già buono di partenza.
Il DRC serve ad affinare tale situazione altrimenti si mangia buona parte della riserva dinamica dell'amplificazione e dei diffusori e tutti i problemi che ne derivano (intermodulazione, ecc.)

Non si può pensare di partire da una acustica pessima e cercare di metterla a posto con il DRC.

Ciao
Come si definisce un ambiente decente e/o dall'acustica pessima?
....
Vediamo quando l'acustica di un ambiente si può definire pessima:
Rumore ambientale troppo alto
Va ridotto e contenuto almeno sotto i 30-35 dB. Altrimenti si deve alzare il volume che non è buona cosa nè per l'impianto nè per le orecchie.
Tempo di riverberazione troppo lungo:
il T60 è troppo lungo inficia la Chiarezza (dettaglio, articolazione, ecc.) non c'è che da aumentare il fono assorbimento medio dell'ambiente e avvicinare il punto di ascolto. Se T60 non è eccessivo basta avvicinare il punto di ascolto.
Modi distanziati (tipico delle stanze "piccole").
Nella stanza piccola i modi normali sono ben distanziati uno dall'altro, presentano fattori di merito molto alti e producono code che fanno "booom" (basso monocorde). La soluzione ideale è il DRC.
Superfici che concentrano il suono:
per esempio una mansarda (tetto spiovente), un ambiente a pianta circolare (capitato...), volta a botte (capitato...), in generle pareti curve con il centro di curvatura che cade all'interno dell'ambiente. Sono probabilmente le situazioni più difficili da risolvere dove può essere necessario rendere fortemente assorbenti le superfici curve. Non so se un DRC potrebbe aiutare.
Di norma gli ambienti domestici presentano un T60 moderatamente alto e modi normali concentrati.

Al DRC non deve essere chiesto di ridurre il tempo di riverberazione ma gli si può chiedere di "canellare" i modi normali a bassa frequenza (che è il suo scopo).
Visto poi che i DSP sono molto potenti il DRC può agire anche come equalizzatore per aggiustare (o estendere) la risposta in frequenza. Il DSP dà anche la possibilità di correggere l'eccesso di fase ma su questo argomento ègià stato affrontato (http://audioitalia.mondoforum.com/viewt ... f=22&t=985) nella sezione "seminari".
Va da sè che le caratteristiche di partenza dell'impianto devono essere le migliori consentite.
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Flavio
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Re: DRC: buchi in frequenza, vantaggi e svantaggi.

#26 Messaggio da Flavio »

The_bastonator ha scritto:Ragioniamo, un impianto è un attrezzo che ha delle risorse limitate (nel senso di potenza, dinamica ecc.) già per il segnale musicale originario, perché il budget di potenza, ahimè non è infinito.

Cosa fai ? Utilizzi una parte del budget per aggiungere al segnale originario un segnale di correzione, riducendo quello a disposizione del segnale di origine.
Più segnale di correzione introduci, meno budget ti resta per il segnale originale.

In fondo anche il DRC è un compromesso ed ha le proprie limitazioni.

Ciao
Anche le migliori soluzioni DRC hanno delle limitazioni ma non sono un compromesso, se ben applicate introducono sempre un significativo miglioramento.
Un leggero trattamento passivo alle medie/alte frequenze (per i motivi indicati da Mario) può ulteriormente migliorare il risultato ma le drammatiche variazioni della risposta e le lunghe risonanze alle basse frequenze possono essere trattate passivamente con difficoltà, costi molto significativi e ingombri (per molti) esagerati e invasivi.
Inoltre la correzione attiva alle medie/alte può essere molto più precisa (direi chirurgica) rispetto a quella passiva.
Fermo sempre il fatto che come giustamente indicato da Tom e da te va prestata attenzione ai margini consentiti da diffusori e amplificazione, può essere ad esempio necessario ridurre il volume di ascolto massimo per esempio di 3 dB ma credo che sia preferibile ad un ascolto di qualità inferiore.

Almeno così mi sembra :)
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Re: DRC: buchi in frequenza, vantaggi e svantaggi.

#27 Messaggio da MarioBon »

Flavio ha scritto: ...può essere ad esempio necessario ridurre il volume di ascolto massimo per esempio di 3 dB ma credo che sia preferibile ad un ascolto di qualità inferiore...
e questo è un ulteriore buon motivo per contenere il rumore ambientale.
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Flavio
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Re: DRC: buchi in frequenza, vantaggi e svantaggi.

#28 Messaggio da Flavio »

Eh sì, un elevato rumore ambientale può rendere la coperta troppo corta per brani con dinamica elevata costringendo a scegliere fra clippare (anche se per millisecondi) i picchi o nascondere i pianissimo nel rumore.
Se possibile bisognerebbe evitare la combinazione di amplificatore di bassa potenza con diffusori poco efficienti, elevato rumore di fondo, brani con elevata dinamica e correzione DRC :) :)
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Zapuan
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Re: DRC: buchi in frequenza, vantaggi e svantaggi.

#29 Messaggio da Zapuan »

... anche evitare di avere le orecchie tappate dal cerume aiuta in questo senso... :D
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TomCapraro
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Re: DRC: buchi in frequenza, vantaggi e svantaggi.

#30 Messaggio da TomCapraro »

Acustica pessima significa semplicemente un locale vuoto con le 6 pareti libere, con un ampia vetrata alle spalle e magari ubicato al centro di una grande citta. :D

I normali ambienti domestici, normalmente arredati, non presentano caratteristiche pessime, possono essere (e ci mancherebbe) migliorati, ma si prestano perfettamente per l'utilizzo del DRC...anzi...personalmente ritengo sia pure necessario, a meno che non si risolva con quel metodo tanto apprezzato dagli audiofili, ovvero: l'utilizzo di piccoli diffusori senza bassi.
Elimini i bassi, e hai eliminato il problema.
Vengono definiti a spada tratta "impianti ad alta fedeltà".
saluti, Tom
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