Non vedo il nesso tra dire che l'udito può "modificare/amplificare" l'input che gli si da e autoregolarsi in base alle modifiche effettuate alle singole componenti dello spettro. O almeno, non ritrovo il concetto di "discriminare la stessa cosa" da sorgenti diverse, in quanto avete postato.
Non dico non è vero, ma non è quello che i due articoli dicono
"Dominati" dal dominio del tempo.
- MarioBon
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Re: "Dominati" dal dominio del tempo.
c'è l'una e l'altra cosa.
Il riconoscimento del timbro di uno strumento avviene per confronto con i pattern memorizzati.
Quando si ascolta un pianoforte elettronico, pur percependo una differenza, si può continuare a riconoscerlo come "pianoforte" almeno finchè non si decide consapevolmente che c'è una differenza. A quel punto si genera un nuovo patter in memoria che consentirà di distinguere i due strumenti.
Allo stesso modo, quando si asolta musica riprodotta, si può "sorvolare" sul fatto che la timbrica non sia esattamente quella originale. Questo capita, per esempio, se ci si concentra sulla melodia o sul testo piuttosto che sul timbro degli strumenti.
E' una conseguenza del fatto che l'udito pone attenzione su una sola "cosa" alla volta.
Il guadagno cocleare (di 30 o 40 dB che sia) si attiva quando si rimane in ambiente silenzioso per almeno un quarto d'ora. Se interviene un suono questo guadagno viene spento.
Ne segue che la massima differenza teorica di livello tra il suono più forte ed il suono più debole non è di 120 dB ma di 90 (più ragionevolmente 60 dB come stabilito per la misura del tempo di riverberazione e addirittura 40 se si considera la differenza di livello tra i suoni percepiti per via ossea e per via timpanica).
Il riconoscimento del timbro di uno strumento avviene per confronto con i pattern memorizzati.
Quando si ascolta un pianoforte elettronico, pur percependo una differenza, si può continuare a riconoscerlo come "pianoforte" almeno finchè non si decide consapevolmente che c'è una differenza. A quel punto si genera un nuovo patter in memoria che consentirà di distinguere i due strumenti.
Allo stesso modo, quando si asolta musica riprodotta, si può "sorvolare" sul fatto che la timbrica non sia esattamente quella originale. Questo capita, per esempio, se ci si concentra sulla melodia o sul testo piuttosto che sul timbro degli strumenti.
E' una conseguenza del fatto che l'udito pone attenzione su una sola "cosa" alla volta.
Il guadagno cocleare (di 30 o 40 dB che sia) si attiva quando si rimane in ambiente silenzioso per almeno un quarto d'ora. Se interviene un suono questo guadagno viene spento.
Ne segue che la massima differenza teorica di livello tra il suono più forte ed il suono più debole non è di 120 dB ma di 90 (più ragionevolmente 60 dB come stabilito per la misura del tempo di riverberazione e addirittura 40 se si considera la differenza di livello tra i suoni percepiti per via ossea e per via timpanica).
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Re: "Dominati" dal dominio del tempo.
Buone feste
Se è vero che ogni pattern può descrivere un differente timbro (es pianoforte elettrico 1, 2, 3, ecc, quando divento consapevole che c'è una differenza e genero un nuovo pattern), perché allo stesso modo una differente "nuances" (data da una equalizzazione, per esempio) non dovrebbe identificare un timbro diverso? Diviene comunque un "pattern" diverso.
Uhm... ma ovviamente ci possono essere N diversi tipi di pianoforte elettrico.MarioBon ha scritto:c'è l'una e l'altra cosa.
Il riconoscimento del timbro di uno strumento avviene per confronto con i pattern memorizzati.
Quando si ascolta un pianoforte elettronico, pur percependo una differenza, si può continuare a riconoscerlo come "pianoforte" almeno finchè non si decide consapevolmente che c'è una differenza. A quel punto si genera un nuovo patter in memoria che consentirà di distinguere i due strumenti.
Se è vero che ogni pattern può descrivere un differente timbro (es pianoforte elettrico 1, 2, 3, ecc, quando divento consapevole che c'è una differenza e genero un nuovo pattern), perché allo stesso modo una differente "nuances" (data da una equalizzazione, per esempio) non dovrebbe identificare un timbro diverso? Diviene comunque un "pattern" diverso.
E se ascolto musica prevalentemente "spinta" dal timbro? Se non potessi sorvolare su questo aspetto?MarioBon ha scritto: Allo stesso modo, quando si asolta musica riprodotta, si può "sorvolare" sul fatto che la timbrica non sia esattamente quella originale. Questo capita, per esempio, se ci si concentra sulla melodia o sul testo piuttosto che sul timbro degli strumenti.
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Re: "Dominati" dal dominio del tempo.
Chi vende o produce o suona pianoforti li distingue uno dall'altro perchè a imparato (e vuole) a farlo.markzzz ha scritto:Buone feste
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Uhm... ma ovviamente ci possono essere N diversi tipi di pianoforte elettrico.
Se è vero che ogni pattern può descrivere un differente timbro (es pianoforte elettrico 1, 2, 3, ecc, quando divento consapevole che c'è una differenza e genero un nuovo pattern), perché allo stesso modo una differente "nuances" (data da una equalizzazione, per esempio) non dovrebbe identificare un timbro diverso? Diviene comunque un "pattern" diverso.
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E se ascolto musica prevalentemente "spinta" dal timbro? Se non potessi sorvolare su questo aspetto?
Personalmente, quando aggiungo l'equalizzatore alla catena di riproduzione, me ne accordo perchè "suona" diversa (anche con i controlli flat).
Per il resto ogniuno ha il proprio apparato uditovo e sa quello che sente e sopratutto quello che vuole sentire. E' evidente che se ti sottopongono un brano musicale con un boost di 20 dB da 2kHz in su non puoi "sorvolare" sul fatto che ti stia trapamendo le orecchie. Parliano di situazioni, se non "normali", almeno "non patologiche".
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Re: "Dominati" dal dominio del tempo.
E' ben quello che dico. Nel momento che ti accorgi che suona diversa, vuol dire che hai fatto un intervento, e che autonomamente hai "distorto" il segnale a tuo piacimento (se consapevole o no di questa cosa).MarioBon ha scritto: Chi vende o produce o suona pianoforti li distingue uno dall'altro perchè a imparato (e vuole) a farlo.
Personalmente, quando aggiungo l'equalizzatore alla catena di riproduzione, me ne accordo perchè "suona" diversa (anche con i controlli flat).
E se te ne accorgi, significa che stai "vivendo" qualcosa di diverso. Ecco perché non riesco bene a inquadrare il bisogno di impianti flat e/o questi studi sull'autoregolazione.
Se ti adatti, non hai bisogno della strumentazione.
Se non ti adatti, significa che la strumentazione che usi modella il risultato finale, e stai comunque operando un intervento; quindi il concetto di "flat" diventa anomalo.
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Re: "Dominati" dal dominio del tempo.
Non è "anomalo".markzzz ha scritto: il concetto di "flat" diventa anomalo.
La linearità riduce i tempi di "assestamento" tonale.
Accendi l'impianto e subito suona bene, non devi perderci 2 ore a farlo "accettare" al cervello.
saluti, Tom
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Re: "Dominati" dal dominio del tempo.
Devi comunque abituarti a quel assestamento. Richiede comunque del tempo. Poi se ci metti di più a farlo assestare con picchi grandi o piccoli, questo non lo so.TomCapraro ha scritto:Non è "anomalo".markzzz ha scritto: il concetto di "flat" diventa anomalo.
La linearità riduce i tempi di "assestamento" tonale.
Accendi l'impianto e subito suona bene, non devi perderci 2 ore a farlo "accettare" al cervello.
Non so nemmeno se questo assestamento esiste
Come ho già scritto sopra, i link che avete segnalato non parlano di questo assestamento che tende ad una sorta di "oggettività", ma a delle spurie introdotte dall'orecchio (che ahimè succedono anche bevendo un caffè invece che un tè freddo di prima mattina hehe).
- TomCapraro
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Re: "Dominati" dal dominio del tempo.
L'abitudine all'assestamento è inconscia e poco prevedibile, nel tempo...markzzz ha scritto: Devi comunque abituarti a quel assestamento. Richiede comunque del tempo. Poi se ci metti di più a farlo assestare con picchi grandi o piccoli, questo non lo so.
Non so nemmeno se questo assestamento esiste
Come ho già scritto sopra, i link che avete segnalato non parlano di questo assestamento che tende ad una sorta di "oggettività", ma a delle spurie introdotte dall'orecchio (che ahimè succedono anche bevendo un caffè invece che un tè freddo di prima mattina hehe).
E' oggettiva poichè TUTTI gli ascoltatori di questo mondo hanno attribuito le differenze (in meglio) dell'impianto al riscaldamento delle elettroniche (cosa che in quelli a transistors dopo i primissimi minuti, ovvero il tempo di polarizzazione, raggiungono le condizioni otimali) quando invece è il sistema di percezione che, appunto, si assesta tonalmente.
Esperienza che abbiamo vissuto tutti quanti.
La linearità della risposta in frequenza riduce i tempi di assestamento tonale.
Ovviamente bisogna anche garantire una certa razionalità nella risposta...non è che se tagli con un passa basso la banda dei 2khz ritroverai l'assestamento.
saluti, Tom
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Re: "Dominati" dal dominio del tempo.
Il fatto è che non ne sono così sicuro!TomCapraro ha scritto:L'abitudine all'assestamento è inconscia e poco prevedibile, nel tempo...markzzz ha scritto: Devi comunque abituarti a quel assestamento. Richiede comunque del tempo. Poi se ci metti di più a farlo assestare con picchi grandi o piccoli, questo non lo so.
Non so nemmeno se questo assestamento esiste
Come ho già scritto sopra, i link che avete segnalato non parlano di questo assestamento che tende ad una sorta di "oggettività", ma a delle spurie introdotte dall'orecchio (che ahimè succedono anche bevendo un caffè invece che un tè freddo di prima mattina hehe).
E' oggettiva poichè TUTTI gli ascoltatori di questo mondo hanno attribuito le differenze (in meglio) dell'impianto al riscaldamento delle elettroniche (cosa che in quelli a transistors dopo i primissimi minuti, ovvero il tempo di polarizzazione, raggiungono le condizioni otimali) quando invece è il sistema di percezione che, appunto, si assesta tonalmente.
Esperienza che abbiamo vissuto tutti quanti.
La linearità della risposta in frequenza riduce i tempi di assestamento tonale.
Ovviamente bisogna anche garantire una certa razionalità nella risposta...non è che se tagli con un passa basso la banda dei 2khz ritroverai l'assestamento.
Per esempio: se faccio un viaggio di un ora in macchina (con un impianto che ha delle "basse" accentuate), dopo 40 minuti percepisco pur sempre delle "basse" accentuate, e il basso molto più schiacciato in faccia rispetto all'impianto di casa che è flat dall'inizio alla fine.
Mi sto chiedendo se ci sia davvero questo adattamento o se, alla fin fine, c'è semplicemente dell'aggiunta/colore al disco.
Mi stai dicendo che i tuoi vari impianti dopo tot tempo suonano tutti uguali e convergono verso quella che (per te) è la tua realtà oggettiva/mentale di quel pezzo?
- TomCapraro
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Re: "Dominati" dal dominio del tempo.
markzzz ha scritto: Mi sto chiedendo se ci sia davvero questo adattamento o se, alla fin fine, c'è semplicemente dell'aggiunta/colore al disco.
Mi stai dicendo che i tuoi vari impianti dopo tot tempo suonano tutti uguali e convergono verso quella che (per te) è la tua realtà oggettiva/mentale di quel pezzo?
No, ma se provo "a freddo" 5 diverse equalizzazioni riesco a discriminarle con estrema facilità, se invece ne ascolto una per 1 ora, mi fermo, e ne ascolto un altra per un altra ora, percettivamente ottengo un "ricordo molto simile" (come se dopo un certo lasso di tempo le differenze si affievolissero di molto).
E dunque, con il passare del tempo il cervello ridimensiona quello che "inizialmente" sembra mostrare piu evidenza.
E' una cosa che molti mi confermano, poi, soggettivamente, magari tu potrai fare l'eccezione.
saluti, Tom
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