Felix ha scritto:Quando la smettete di stare sempre tutti dietro al lacustre?
Ma quanto hai ragione?
Un'ipotesi sul perché la B&K mediamente funzioni. Si parte da questo:
http://drc-fir.sourceforge.net/doc/drc.html#htoc33
In altri termini il nostro orecchio nella valutazione del timbro non fa una classica media a frazioni di ottava ma costruisce una curva "morbida" che approssimativamente segue i picchi della risposta. Questa curva viene chiamata in letteratura "inviluppo spettrale". Se imposti piatta la media a frazioni di ottava i picchi necessariamente seguono una risposta crescente, ed è questa che tu senti, da cui segue, come è ben noto, che una risposta piatta suona brillante.
In particolare in condizioni di campo diffuso vale la relazione:
D(dB) = 4.34*Ln(Ln(B*T))
Dove D(dB) è la differenza tra picchi della risposta e media della risposta, B è la larghezza di banda considerata e T è il tempo di riverbero per la larghezza di banda in considerazione. Se schiaffi in quella formula la larghezza di banda di una pesatura a terzi di ottava e il tipico tempo di riverbero di un ambiente di ascolto domestico vedi che la differenza tra una risposta piatta a terzi di ottava e i picchi di tale risposta cresce più o meno come la curva B&K girata sottosopra. Quindi per ottenere una risposta sui picchi piatta, che è quella percepita dall'orecchio, in prima approssimazione devi adottare una risposta mediata che sia decrescente come la B&K. Tra l'altro, dato che il tempo di riverbero è dentro due logaritmi, risulta poco influente sul risultato, che è quindi abbastanza indipendente dalle caratteristiche dell'ambiente. Da qui il successo di questa curva.
Questo vale in condizioni di campo diffuso e in ambiente domestico raramente si ottiene un campo perfettamente diffuso. La B&K quindi funziona mediamente bene, ma a rigore non è perfettamente valida per qualunque situazione. In letteratura infatti di risposte in stile B&K ne trovi a bizzeffe, ma nessuno che prova mai a spiegare perché una sia meglio dell'altra. La mia supposizione è che semplicemente ognuna di esse funzionasse al meglio solo nell'ambiente per cui era stata creata.
Si può però cercare di ricostruire la risposta percepita, seguendo secondo criteri psicoacustici i picchi della risposta misurata, ed equalizzare per ottenere piatta quella risposta. Questo è quello che fa DRC con il target psicoacustico. Per quella che è la mia esperienza, pur nella sua semplicità, funziona piuttosto bene. Di impianti e ambienti ne ho girati parecchi. Prima di introdurre il target psicoacustico non ero mai riuscito ad ottenere una vera uniformità timbrica tra sistemi diversi. Molto meglio che senza correzione, ma rimaneva sempre una certa impronta dell'impianto. Con il target psicoacustico le cose sono cambiate. Rimane sempre la specificità dell'ambiente, che può essere più o meno riverberante, e quindi può restituire più o meno dettaglio, ma finalmente si ha l'impressione di avere a che fare con la stessa impostazione timbrica, che rende sempre la stessa sensazione di neutralità, di ininfluenza del sistema di riproduzione, indipendentemente da ambiente e impianto. Provato con radiazione diretta, trombe, dipoli e sistemi misti di vario genere, in ambienti anche molto diversi tra di loro.
Alcuni test fatti da conoscenti in particolare mi portano a pensare che il metodo di calcolo dell'inviluppo spettrale usato da DRC porti ad errori nella risposta percepita non superiori a +- 1 dB. C'è di che accontentarsi.